Gli Zombie di Capcom, con fantasia.
Finalmente, dopo quattro lunghi anni, Capcom ha deciso di dare un seguito al buon vecchio Dead Rising, un survival horror decisamente particolare. Uscito nel 2006, Dead Rising poteva essere considerato il videogioco che più si avvicinava al film di Romero “L’Alba dei Morti Viventi”, e metteva il giocatore nei panni di un superstite a una bizzarra epidemia che doveva riuscire a sopravvivere all’attacco di migliaia di non morti sfruttando tutto ciò che trovava in giro, dagli arti dei manichini alle mazze da baseball. Un misto di violenza, splatter e humor nero veramente notevole che ha esaltato non poco i possessori di Xbox 360, per la quale è stato pubblicato in esclusiva. Questo seguito è, invece, un gioco multipiattaforma, disponibile anche per PlayStation 3 e PC.
A questo giro gli sviluppatori hanno deciso di non limitare l’area di gioco a un pur grande centro commerciale, preferendo invece riprodurre un’intera città, Fortune City, evidentemente ispirata alla surreale Las Vegas. Le meccaniche di gioco non differiscono dal predecessore, e alla fine non si fa altro che menare mazzate dall’inizio alla fine, ma sono state introdotte tante piccole novità che rendono l’esperienza un po’ meno dispersiva. In Dead Rising 2 non potrete limitarvi a muovervi a destra e a manca senza una meta: dovete tornare ogni 24 ore precise in una sorta di zona neutra, così da iniettare a vostra figlia la fondamentale dose di Zombrex, che impedisce alla piccola di trasformarsi in quegli esseri che combattete per tutta l’avventura. Procurarsi tale medicinale non è facile: bisogna andarlo a cercare per la vasta città, risolvendo talvolta alcune piccole missioni per trovare il denaro o seguendo le indicazioni necessarie per recuperarlo. Alcune missioni includono faccende sfiziose come la ricerca e la scorta di sopravvissuti, anche se alla fine tutto si riduce nel costante massacro di zombi, talvolta culminando in scontri con alcuni boss decisamente più coriacei della media. Non aspettatevi una trama ai livelli di Resident Evil, in ogni caso: la narrazione e le piccole missioni sono un abile escamotage per guidare in qualche maniera i vostri movimenti all’interno di Fortune City, e gli obiettivi servono ad aiutarvi a scoprire tutte le zone della città e a evitare di peregrinare per ore, cosa che alla lunga potrebbe stufare. Basti dire che, in alcune zone, potrete anche rilassarvi e giocare a carte coi sopravvissuti, se avete voglia di riposare qualche minuto prima di tornare a menare le mani.
Una volta gettati nella mischia, sarà in ogni caso uno spasso: a meno che siate persone particolarmente impressionabili, Dead Rising 2 vi farà passare ore e ore di sano divertimento, sia per l’approccio incredibilmente splatter (tanto violento da risultare ridicolo) sia per la possibilità di usare una quantità infinita di armi. Praticamente tutto quello che vedete in giro può rivelarsi un ottimo oggetto contundente: l’ovvia mazza da baseball, il banale bastone della scopa, ma anche palle mediche, secchi per lavare in terra, giganteschi peluche, tavolini dei bar, Bancomat e tutto ciò che vi viene in mente. Anche l’oggetto più banale può essere utilizzato con profitto, e se un guantone da box può sembrare sostanzialmente innocuo, aspettate di combinarlo con un altro oggetto, e scoprirete che può diventare un temibile tirapugni.
La novità più interessante è proprio la possibilità di combinare fra loro alcuni oggetti per creare armi micidiali: è sufficiente trovare delle carte in giro che suggeriscono come costruire alcuni aggeggi, e a quel punto basterà recarsi dove c’è un tavolo da lavoro per mettere in pratica tali idee. E avrete di che sbizzarrirvi: mazze chiodate, taser artigianali e molotov possono sembrare scontati, ma cosa ne dite di una torretta automatica realizzata combinando un gigantesco orso di peluche e una mitraglietta?
Sempre in bilico fra il grottesco e l’esilarante, Dead Rising 2 riesce a tenere incollato il giocatore per tutta l’avventura. Il dover affrontare missioni, spesso a tempo, obbliga sempre a concentrarsi sul raggiungimento di qualche obiettivo, senza farlo sentire perso all’’interno di un’enorme sandbox. L’enormità di armi disponibili e la possibilità di crearne di nuove lasciano abbastanza spazio alla creatività, senza limitare l’avventura a un noioso tunnel. La ciliegina sulla torta è poi data dalla possibilità di giocare insieme a qualche amico: un click sul pad vi permetterà affrontare la campagna in cooperativa, mentre un’apposita modalità consente a più giocatori di sfidarsi all’interno di varie arene a chi massacra più zombi in un determinato lasso di tempo, nella maggior parte dei casi guidando veicoli improponibili. Non male, ma il co-op ha una marcia in più.