Monkey Island 2: LeChuck's Revenge – Special Edition – Recensione PC/Xbox 360/PS3

È possibile che un seguito sia migliore dell’originale? In alcuni, rarissimi casi, è così: penso a Ritorno al Futuro 2, o al secondo Padrino… Lo stesso discorso vale anche per i videogiochi…

È possibile che un seguito sia migliore dell’originale? In alcuni, rarissimi casi, è così: penso a Ritorno al Futuro 2, o al secondo Padrino… Lo stesso discorso vale anche per i videogiochi, ovviamente. Una di queste mosche bianche è Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, avventura di LucasArts del 1991, che superava per divertimento, arguzia, enigmi, battute, atmosfera, musica, praticamente ogni aspetto, l’originale dell’anno precedente. È proprio MI2 a rappresentare il culmine di quella che viene da molti ricordata come l’epoca d’oro delle avventure grafiche e che, a distanza di vent’anni, mantiene inalterate tutte le qualità che le hanno permesso di conquistare un posto speciale nel cuore di tutti i videogiocatori che “c’erano”.


Incredibile dictu, anche la Special Edition del gioco riesce a migliorare il già eccellente lavoro svolto da Lucas per il remake del primo Monkey Island. Anche in questo caso ritroviamo lo stesso prodotto di vent’anni fa, riproposto in versione “HD”, con una grafica in alta definizione completamente ridisegnata, molto più ricca – ovviamente – dell’originale, con paesaggi non statici e ricchi di molti più particolari. Stesso trattamento anche per i personaggi, a partire da Guybrush. Complimenti a LucasArts per essere riuscita a recuperare gli attori del gioco originale, che si sono resi disponibili a nuove sessioni di doppiaggio: chi ha adorato il lavoro di Dominic Armato (Guybrush Threepwood) e Alexandra Boyd (Elaine) impazzirà nel risentire le loro voci, decisamente in gran spolvero. Per finire, anche la colonna sonora è stata “risuonata” per intero.


Rimane la possibilità, per chi vuole assaporare l’avventura così come era stata concepita in origine, di passare dalla “nuova” modalità HD a quella originale, con la sua grafica pixellosa, l’interfaccia SCUMM, i suoni e la musica originali. Peccato che nel remake si sia perso il sistema iMUSE, che cambiava la musica dinamicamente e in maniera incredibilmente fluida a seconda delle situazioni e dei momenti. I cambi di traccia ci sono ancora, ma sono molto più netti ed evidenti.

Un altro passo avanti notevole è nel sistema di controllo e nell’interfaccia utente, che beneficia delle novità introdotte nel genere delle avventure grafiche in questi ultimi anni. Il gioco originale aveva (e ha) il classico sistema punta e clicca nel quale selezionare l’azione da compiere su un determinato oggetto e/o personaggio; per questo remake, in LucasArts hanno optato per un cursore che – previa pressione di un tasto – offre le opzioni disponibili per l’hot spot selezionato. Il che funziona bene ed è più veloce, ma viene un po’ a perdersi l’aspetto di provare e riprovare, anche cose apparentemente prive di senso (e ce ne sono parecchie). Ancora, Guybrush può muoversi liberamente per lo schermo (con lo stick analogico per chi gioca con il pad), il che non cambia di una virgola la storia o gli enigmi ma offre un discreto senso di libertà, soprattutto per chi è abituato a vedere l’aspirante pirata muoversi solo verso il punto in cui si è cliccato. Di nuovo, c’è anche la possibilità di evidenziare tutti gli hot spot di una schermata con la pressione di un tasto, altra feature mutuata dai titoli più recenti e che i più pigri non mancheranno di apprezzare.


Ultima chicca, la presenza del commento audio da parte dei creatori della serie: Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman. Sentirli scherzare e discutere di come è nato il gioco, di come sono stati pensati alcuni personaggi e alcuni elementi della storia non ha prezze. Consigliabile tuttavia ascoltarli solo dopo aver finito il gioco, così da gustarsi al meglio la “prima volta” e assaporare al meglio la seconda. E poi si sbloccano anche un po’ di artwork e bozzetti di sviluppo, pure quelli di grande interesse per chi ha giocato l’originale vent’anni fa.


Un solo, piccolo rammarico: perché sono stati tagliati i credit e la sequenza di apertura? Con loro sono sparite alcune battute, e soprattutto la possibilità di giocare l’originale in modalità “Lite”.

E comunque, tutto questo viene via per per dieci euro: un affare da non lasciarsi scappare, sia che abbiate adorato Guybrush Threepwood in giovane età, sia che abbiate la legittima curiosità di scoprire come mai tanta gente lo venera.