Halo Wars

Lo sparatutto per eccellenza su Xbox ha ora uno spin-off tutto strategia e cervello.

Bisogna ammettere che parlare dell’universo di Halo sotto il punto di vista del genere al quale appartiene Halo Wars (quello degli strategici in tempo reale) suona ancora parecchio strano, nonostante il tempo per abituarsi all’idea sia stato abbondante dal giorno dell’annuncio ufficiale. È ancora più straniante gettarsi nella mischia contro i Covenant in una situazione temporale che precede di un paio di decenni gli accadimenti narrati nella celebre trilogia di Bungie, che tante fortune ha portato a Xbox prima e (soprattutto) a Xbox 360 poi, se si eccettuano le due più che discrete conversioni per PC, pubblicate però con clamoroso ritardo sulla tabella di marcia. Ve lo diciamo subito: Halo Wars non ha certamente l’impatto emotivo e l’appeal della serie alla quale si ispira, anche se si tratta comunque di un bel pezzo di software e, probabilmente, del miglior RTS in circolazione per console. Intendiamoci… non è che il design e la caratterizzazione del mondo di Halo non siano stati ripresi nella maniera corretta, anzi. È solo che la mancanza di personaggi carismatici e direttamente controllabili come Master Chief e l’Arbiter rende, a tutti gli effetti, un po’ meno immersiva l’esperienza di gioco.

 

SPARTAN… ALL’ATTACCO!
La Campagna single player contempla tutta una serie di missioni da affrontare susseguentemente e che seguono un plot narrativo di tutto rispetto, che narra le vicende delle prime scaramucce tra umani e Covenant. In questo teatro, al giocatore è chiesto di operare delle scelte tattiche non dissimili da quelle in essere in altri prodotti dello stesso genere. A parte qualche rara eccezione, quindi, le armi che servono per vincere sono la costruzione di una base di appoggio e un’oculata gestione delle truppe sul territorio. La sensazione che si ha fin da subito è che i ragazzi di Ensemble Studios abbiano optato per una semplificazione marcata della componente di controllo della base, puntando le carte migliori nella frenesia dei combattimenti e in un ritmo serrato di gioco. A riprova di ciò, vi basti sapere che, ad esempio, l’ampliamento della base può essere effettuato solo occupando alcuni “slot” preconfezionati sulla mappa, come se l’intento sia quello di prendere per mano il giocatore e guidarlo nemmeno troppo velatamente nelle scelte obbligate della componente gestionale.

Quanto detto finora non deve comunque lasciarvi pensare che Halo Wars sia uno strategico in qualche modo annacquato. Certamente, se paragonato ad altri capisaldi del genere presenti su PC, l’ultimo nato in casa Microsoft Game Studios non brilla certo per complessità o libertà esecutiva. Si tratta però di un buon compromesso tra quantità e fruibilità, considerando soprattutto che l’interfaccia deve giocoforza confrontarsi con un joypad che, per sua natura, non è la migliore delle soluzioni per questo genere di titoli. Fortunatamente, già dopo un mezzo pomeriggio di esercizio, si riesce a fare in fretta l’abitudine al semplice ma preciso menu a raggiera, che ci permette di impartire anche ordini complessi se opportunamente combinato con i pulsanti del joypad. Resta sempre difficoltoso, come croce sulla delizia, lo spostamento della telecamera che, in assenza di una mappa cliccabile, non permette la stessa rapidità di movimento che l’uso di mouse e tastiera garantiscono in tutti gli strategici per PC. Restiamo sempre speranzosi in qualche buona idea in merito, magari da parte del prossimo Stormrise, di cui potete leggere la nostra succosa anteprima cliccando qui.

 

ALL TOGETHER NOW!
Se la Campagna non consente di prendere possesso delle truppe Covenant, la modalità Multiplayer permette sfide ad alto livello via Xbox Live. È indubbio che questo sia il modo più godibile e interessante di sfruttare un titolo come Halo Wars, che fa della competizione e del contradditorio militare la propria ragion d’essere. Peccato per la mancanza dei Flood, presenti sì nel gioco, ma non selezionabili nemmeno nelle partite multiplayer. A riprova di quanto peso venga data a questa modalità, una discreta fetta di Obiettivi riguarda proprio le partite contro altri esseri umani, tanto che “staccare” i tanto agognati “mille” è davvero un’impresa per gente con pazienza e senso di abnegazione alla causa. Chiudiamo la recensione con due considerazioni, una positiva e una negativa. Il comparto tecnico (soprattutto quello audio) ha il suo bel perché e rende l’esperienza di gioco una vera e propria gioia per gli occhi. Di contro, alcuni piccoli difetti nel pathfinding possono creare qualche problema anche al giocatore più paziente: compromettere una partita perché un gruppo di Spartan ha deciso di prendere la via più lunga per arrivare all’obiettivo non è mai bello, soprattutto in un titolo frenetico come Halo Wars, dove la velocità di esecuzione in certi frangenti fa davvero la differenza.