Eternal Sonata

Il GdR jappo di Tri-Crescendo approda anche su PS3. Era ora!

Chi lamentava l’assenza di un Gioco di Ruolo giapponese tradizionale su PS3, può finalmente tirare un bel sospiro di sollievo e mettere le mani su Eternal Sonata. Certo, sarebbe stata una gran cosa avere un gioco originale o che non fosse già apparso su Xbox 360 più di un anno prima. Considerata la notevole qualità del titolo Namco Bandai si può anche chiudere un occhio, almeno per questa volta. Gli occhi, comunque, li spalancherete ben bene fin dalle prime battute di Eternal Sonata, perchè il gioiellino sviluppato da Tri-Crescendo (Baten Kaitos I e II su GameCube, per intenderci) è di quelli che grondano di uno stile micidiale. La grafica stile fumetto jappo è assolutamente ipnotica, merito anzitutto di colori pastello brillanti, di un’illuminazione da favola, di giochi di trasparenze negli specchi d’acqua e nei cieli che mozzano il fiato. Il team di Tri-Crescendo è noto per la cura maniacale nel costruire mondi fantasy di raro impatto emotivo e qui i ragazzi della software house nipponica hanno raggiunto la forma dell’arte. Se poi siete tra quelli che riescono a guardare con affetto eroi dagli occhioni grandi ed espressivi, avrete mille occasioni per innamorarvi di personaggi strepitosi, magari un po’ sopra le righe ma dotati di un’umanità vivace tutta da scoprire.

 

Anche la premessa narrativa è di quelle che spiazzano e che intrigano in egual misura. Il pianista e compositore Frederic Chopin è malato di tubercolosi e lotta tra la vita e la morte, accudito da amici e dottori. Chopin, debole e febbricitante, è costretto a letto giorno e notte e Chopin… sogna. Il nostro non può fare molto altro, ma il suo sogno diventa il vostro mondo di gioco, un universo fantastico tratteggiato con una minuzia estrema dove si possono incontrare tanti comprimari dalle storie disparate e sempre coinvolgenti. In questo mondo onirico creato dall’artista vive una piccola ragazza, Polka, colpita da un male incurabile ma capace di sfruttare poteri magici con cui curare gli altri. Per esattezza, nel mondo del sogno chiunque sia affetto da un male terminale è in grado di usare la magia ma per questo motivo viene anche temuto e rifiutato dal resto della società. Chopin e Polka si trovano invischiati in un viaggio avventuroso, dove un re maligno minaccia la pace di un regno pacifico e dove il senso della scoperta e del meraviglioso è sempre dietro l’angolo.

I giocatori più scafati lo avranno intuito subito: le scene d’intermezzo sono quasi più frequenti delle sezioni di gioco, i dialoghi si sprecano e i filmati non interattivi sono padroni del campo per interminabili minuti. Il tutto serve a ordire una trama complessa e a caratterizzare al meglio un esercito di eroi e comprimari, dotati tutti di una mimica strepitosa e di personalità convincenti. Eternal Sonata, nel bene e nel male, si piazza nel solco della tradizione dei GdR classici, presentando una struttura molto (troppo forse) tradizionale. Ogni capitolo è scandito da quelle fasi cui gli appassionati di GdR sono abituati da sempre: filmato, preambolo, viaggio, esplorazione con mille battaglie minori e un boss finale, duro come il granito. Esplorare gli scenari da cartolina di Eternal Sonata è un piacere, ma fa un po’ rabbia constatare che tutti gli ambienti sono compromessi da muri invisibili e da una sequela labirintica di corridoi e stanze, stanze e corridoi dove gli enigmi scarseggiano e l’interazione con i fondali è pressoché nulla.

 

Meno tradizionale e più intrigante è il sistema di combattimento, a metà tra il tempo reale e i turni. In battaglia potete portare tre personaggi e ogni volta che arriva il turno per un eroe di agire, avete solo 5 secondi per muoverlo, portare attacchi base o scatenare un potente attacco speciale. Quando agisce un avversario, invece, dovete premere il tasto di parata con grande tempismo per minimizzare i danni ricevuti. Il tutto è arricchito dalla variabile Luce/Ombra. Le arene sono in parte illuminate e in parte in ombra; a seconda della posizione di un personaggio, questi potrà usare certe abilità piuttosto che altre (ad esempio, Polka può curare i compagni quando si trova in un’area illuminata, oppure colpire duramente un nemico quando si trova all’ombra). Anche i mostri vengono influenzati dalla luce, spesso cambiando forma e poteri a seconda della diversa illuminazione. Se a questo aggiungete il problema che le ombre si allungano e si accorciano durante uno stesso combattimento, capite bene che ogni scontro richiede una forte dose di strategia, improvvisazione e abilità. Se non vi scoraggiate subito, con l’allenamento arriveranno enormi soddisfazioni.