Dead Rising 2: Case West – La Recensione

La prima espansione stand alone per il titolo ammazza-zombie di Capcom rispolvera una faccia conosciuta… [Review]

Dead Rising, nella sua essenzialità, è un gioco maledettamente divertente. La trama è ridicola, l’intelligenza artificiale degli avversari limitatissima e l’azione può apparire incredibilmente ripetitiva. Eppure il gioco di Capcom ha quel qualcosa che lo rende speciale e che rende difficile posare il pad. Noi siamo rimasti talmente affascinati da non riuscire a fare pochi passi (nel mondo reale) senza far cadere l’attenzione su oggetti apparentemente insignificanti, chiedendoci che effetto avrebbero se fracassati sulla testa di uno zombie (o di un collega). E siamo certi che non siamo gli unici, considerato che l’aspetto più intrigante della serie Dead Rising è proprio la possibilità di prendere qualsiasi cosa si trovi nei livelli e trasformarla in strumento di offesa. Dead Rising 2 andava anche oltre, permettendo di combinare oggetti fra loro per creare strumenti ancora più micidiali. In questa nuova espansione stand alone – Case West – le possibilità sono state ulteriormente ampliate, tanto che si può arrivare a costruire una spada laser e una pistola laser, fra le tante cose.

La struttura di gioco non è differente da quella del gioco originale, ma sono stati apportati alcuni ritocchi che migliorano l’esperienza, soprattutto per quanto riguarda il ritorno in grande stile della macchina fotografica e il level design. Le stanze con i tavoli da lavoro per creare nuove armi sono disposte in maniera più intelligente, così come i fondamentali bagni che permettono di salvare, che ora si incontrano con maggior frequenza. Viene lasciata da parte l’atmosfera di Las Vegas e ci si sposta all’interno di un’enorme fabbrica non troppo distante, ma non per questo l’atmosfera viene rovinata. Anzi… considerato che nella fabbrica oltre agli zombi saranno presenti non poche guardie armate (e umane), dovrete iniziare a stare un po’ più attenti: se i lenti e stupidi non-morti possono essere facilmente fatti fuori con i soliti strumenti, o investiti con vari veicoli (c’è pure una specie di Segway, veramente esilarante), le guardie sono leste e – soprattutto – dotate di armi automatiche, e spesso vi rovineranno la festa sparandovi dall’alto mentre siete occupati a tenere a bada le orde.

Afforntare il gioco da soli non è per nulla facile. Non a caso, anche in single player sarete sempre affiancati dal Frank West, il protagonista del primo Dead Rising, che vi darà più di una mano. Ovviamente, l’ideale è farlo controllare da un amico anziché dall’intelligenza artificiale, così da raddoppiare il divertimento.

L’unico piccolo neo di Case West è la gestione del tempo. Sono disponibili tre missioni, ma una volta finita ciascuna dovrete aspettare qualche ora virtuale per poter iniziare la successiva. Ovviamente, potrete occupare tale tempo creando armi, o cercando i sopravvissuti sparsi qua e là nella fabbrica, ma avremmo preferito poter riprendere la storia subito dopo aver completato il quadro precedente. Un difettuccio sul quale comunque si può passare sopra, soprattutto se si tiene conto che bastano 800 Microsoft Point (circa una decina di euro) per portarlo a casa. Un affare che sembra ancora migliore se si pensa che è un gioco stand alone, e non un DLC che richieda l’acquisto preventivo di Dead Rising 2.