Breach – La Recensione

Six Days in Fallujah rinasce come una fenice, sotto lo pseudonimo Breach. [Review]

Se si dovessero testare i giochi solo sulla lista delle specifiche, Breach si candiderebbe a punteggi altissimi, e rischierebbe pure di superarlo senza troppi patemi. Sì, perché escludendo il risicato numero di mappe (in totale sono solo quattro, più una quinta che sarà sbloccata a breve), Breach include tutte le peculiarità degli sparatutto online di ultima generazione, passando dai perks fino alla possibilità di acquisire nuove armi e gadget man mano che si accumulano punti esperienza, aggiungendoci – già che c’è – perfino un sistema di coperture. Rispetto alla concorrenza, peraltro, ha anche il pregio di costare parecchio meno. Fortunatamente per voi, esistono le recensioni, perché se sulla carta Breach promette tutto, in pratica offre molto meno della maggior parte degli FPS multiplayer sul mercato, compresi quelli mediocri.

Nel titolo di Atomic sono effettivamente implementate le peculiarità più interessanti, quelle di cui un titolo AAA non può fare a meno, ma giocandolo anche per pochi minuti si nota che la realizzazione è stata frettolosa, e i risultati sono purtroppo pessimi, e non solo dal punto di vista tecnico. Tanto per cominciare, il sistema di controllo è impreciso, sia su Xbox 360 utilizzando un joypad, sia su PC sfruttando le peculiarità di mouse e tastiera. Inoltre, non si ha mai la sensazione di sparare con potenti armi da guerra, il level design è mal concepito e non capita mai di trovarsi in situazioni particolarmente eccitanti… un disastro, insomma, e il confronto con altri titoli, come il recente DLC Vietnam per Battlefield Bad Company 2, è decisamente imbarazzante.

Analizzando Breach pezzo per pezzo, ci tocca criticare tanto la grafica, sotto agli standard attuali sia per la qualità delle texture, sia per i modelli poligonali (per tacer delle animazioni), quanto il sonoro, che oscilla da momenti di completo silenzio a cacofonie di spari che sembrano provenire da una scassata TV degli anni ‘50. Il motore fisico implementa algoritmi di fisica che consentono di distruggere buona parte di quanto si vede nei vari livelli, ma l’effetto è visivamente poco appagante: anche dal punto di vista del realismo, si ha sempre la sensazione che ci sia qualcosa di poco convincente ogni volta che si danneggia qualche capanna.

Le mappe sono mal studiate, troppo grosse per offrire battaglie stimolanti (considerando che il massimo dei giocatori è 16, otto per parte) e poco ispirate: oltre a non risultare credibili, offrono pochi spunti per battaglie degne di questo nome. Il rinculo delle armi è poco realistico, tanto quanto il loro suono, e si ha sempre la sensazione che i colpi sparati non vadano esattamente dove si vorrebbe: spesso è addirittura difficile capire dove è finito il proiettile, se troppo alto, troppo laterale o chissà dove…

Potremmo proseguire a lungo, ma ci sembra di accanirci un po’ troppo, e ci limitiamo a segnalare un fastidioso bug (su PC) che in più di un’occasione ci ha disconnesso dai server. Insomma, sia su Xbox Live Arcade, sia su Steam, è possibile trovare titoli bellici decisamente più meritevoli. In conclusione, sebbene il prezzo sia molto invitante, non crediamo valga la pena di sprecare tempo e denaro su Breach.