Magicka – La Recensione

C’era una volta un maghetto sperimentatore a cui piaceva mettersi nei panni di un polipo… [Review]

Ci siamo avvicinati con entusiasmo a questo Magicka, perché dalle immagini e dai filmati sembrava un ottimo esponente della categoria Action/GdR e a noi piacciono da matti quei giochi, con ambientazione fantasy, dove controllare un mago, guidarlo con cura dai primi passi fino a inarrivabili vette di potere arcano. Ancor di più ci esaltano le statistiche, le combinazioni di abilità, lo sviluppo del personaggio, i tesori perduti sul fondo di tanti forzieri disseminati ovunque. Ma ci sbagliavamo. Su tutto.

Magicka è un’altra cosa ed è di difficile classificazione. Ha una “trama” fantasy, ma le virgolette sono d’obbligo a meno che vogliate farci credere che un mago malvagio e un mondo da salvare siano una trama accettabile. Certo che la storia può passare un po’ in secondo piano se dialoghi e intreccio buttano tutto in farsa con mille battute irriverenti e goliardiche. Meglio non ricordare al team di Arrowhead giochi come DeathSpank e Monkey Island, dove l’umorismo va a braccetto con una narrativa intrigante… C’è un mago dai mirabolanti poteri arcani, ma non c’è alcuna crescita del personaggio; tutti i poteri sono disponibili da subito e gli unici oggetti da recuperare sono formule per incantesimi, più una manciata di armi e bastoni magici. Non c’è livello di esperienza, non ci sono punti abilità da distribuire. Di sicuro c’è un mondo ostile da affrontare a colpi di magia, meglio se potete contare sull’aiuto di alcuni amici (quattro giocatori è il massimo), maghi anch’essi, dotati degli stessi poteri e riconoscibili solo per il differente colore della tunica.
Certo che, detto così, sembra che ci si trovi dinanzi a una delusione… e invece no, perché se si accettano le regole sottese dal gioco di Arrowhead, si finisce pure per scoprire un’esperienza diversa, originale e per lo più divertente. Anche molto frustrante, a dirla tutta, ma ci arriviamo dopo.

Come detto, il giocatore veste i panni di un mago con la missione di capire cosa stia succedendo di brutto nel mondo fantastico di Midgard. Il nostro stregone possiede già di base le otto rune della magia (Acqua, Fulmine, Ghiaccio, Fuoco e via discorrendo), attivabili con altrettanti tasti della tastiera (Q, W, E, R e i quattro tasti sottostanti). Non c’è una barra di mana, e dunque non si rischia di restare a secco di energia nel bel mezzo di una battaglia. Il giocatore, invece, viene spinto fin dalle prime battute a sperimentare con i vari aspetti della magia, combinando in ogni modo le otto rune tra loro e scatenando quindi effetti molto differenti. Premendo il tasto destro del mouse si scaglia la magia selezionata con le rune, con il tasto Shift si crea un effetto ad area, mentre utilizzando la rotella del mouse il mago diventa il bersaglio della magia (utile per curarsi o evocare uno scudo).

I più svegli dovrebbero averlo ormai intuito: una buona agilità coi polpastrelli sulla tastiera è fondamentale in Magicka, dove le battaglie sono molto concitate e si svolgono spesso contro ondate incessanti di nemici. Se siete tra quelli che per premere “F” devono guardare la tastiera ogni volta, sappiate che rischiate di lasciarci le penne molto spesso. Al contrario, il titolo Arrowhead offre soddisfazioni immense ai maghetti che riescono a combinare Fulmine (tasto A) e Arcano (tasto S) d’istinto, scatenando un raggio elettrico ai malcapitati di turno.

Dunque, finora abbiamo descritto un gioco dalle meccaniche immediate e alquanto originali, con un canovaccio nulla di che, dotato di un umorismo “nerd” e che spinge il giocatore verso una sperimentazione estrema, da attuare a caso, quando si è in vena, per ampliare sempre più un repertorio magico potenzialmente vastissimo. Peccato solo per il fattore frustrazione che rimane in agguato. Se affrontato in singolo, Magicka è spietato, visto che padroneggiare le magie (e la tastiera) è più che essenziale per respingere orde di goblin, troll e mostri assortiti. I checkpoint sono rari e capita sovente di dover ricominciare un intero capitolo dal principio. E poi, non vi venga in mente di abbandonare il gioco senza aver completato il capitolo che state affrontando, perché altrimenti dovrete ricominciarlo da capo. L’aiuto di qualche compagno aiuta non poco e aumenta il fattore godibilità, ma anche in tal caso bisogna stare attenti perché le magie danneggiano chiunque, nemici e alleati senza distinzione. Amici sì, dunque, ma di quelli bravi che conoscono una tastiera come le proprie tasche.