Dissidia 012 [Duodecim]: Final Fantasy – Recensione

Botte da orbi su PSP, senza ruoli o pozioni curative. [Review]

Un gioco folle e bizzarro, almeno quanto il titolo che porta. E non lasciatevi ingannare da quel Final Fantasy, perché Dissidia 012 (esattamente come il suo predecessore) è un picchiaduro/action dove l’enfasi va sulle mazzate in tempo reale. In effetti, non c’è alcuna esperienza ruolistica nel nuovo gioco PSP di Square Enix (come ben sa chi avesse provato il primo capitolo) e gli elementi narrativi dello “Story Mode” servono da collante per un dozziliardo di battaglie.

Non giova che la trama sia sconclusionata, farraginosa, densa di dialoghi soporiferi e addirittura superflui. È incredibile quanta poca attenzione sia andata allo sviluppo della storia, tutto tranne che ben sceneggiata. Un vero delitto, a maggior ragione se considerate il livello eccelso di produzione generale: la grafica è notevole, non ci sono rallentamenti, gli scontri sono fluidi, dinamici e spettacolari. La palette cromatica è più brillante della media dei giochi su PSP; le modalità di gioco si sprecano ed è possibile ingaggiare sfide multiplayer anche in gruppo. Più in generale, ci sono opzioni di gioco per tutti i palati e gli stili… persino la colonna sonora è ispirata ed evocativa! Ma allora, a maggior ragione, sprecare qualche risorsa in più per creare una cornice narrativa degna di questo nome sembrava così brutto? Di regola, non saremmo qui a farci domande retoriche, se solo Dissidia 012 non pescasse a piene mani dall’intera serie dei FF. Vedo qualcuno che alza la manina e ci dice, senza mezzi termini, che non sempre i Final Fantasy hanno brillato per qualità della trama. Verissimo, ma il bagaglio e l’eredità e le potenzialità di un cast immenso poteva (e doveva) essere sfruttato con maggiore criterio, anche solo per una mera questione di responsabilità. Ed è ancora più vero, considerando che il gioco è dedicato alla schiera di fan dei FF, dei loro memorabili eroi e di tanti cattivi leggendari!

Ok, basta piagnistei per la trama. Dovevamo però evidenziarlo, perché Dissidia si rivolge al pubblico dei fan e un appassionato di GdR potrebbe non gradire il ritmo adrenalinico dei combattimenti, tra l’altro rimasti fedeli al primo dei Dissidia. Con un tasto si erode la Bravery dell’avversario e si accresce la propria, con un altro tasto si attaccano gli HP. Per battere un nemico bisogna azzerarne gli HP, ma i propri colpi sono più efficaci se il punteggio di Bravery è elevato. Insomma, la componente tattica è stata preservata e gli scontri sono ancora un tripudio di esplosioni e mosse acrobatiche, dove risulta deleterio premere pulsanti a casaccio. Meglio, invece, dosare con tempismo parate e schivate, facendole seguire da assalti repentini che prima intacchino il livello di Bravery e poi annientino l’avversario con una attacco diretto. I duelli si svolgono in ambienti fantastici che si prestano alle manovre più ardite: i guerrieri si scambiano colpi rincorrendosi a perdifiato, “grindando” su corrimano e scie di luce, incontrandosi a mezz’aria per scambiarsi combo aeree tanto spettacolari quanto mortali. Ogni guerriero ha mosse e abilità distintive (più marcate nel seguito, rispetto al primo Dissidia) e non mancano pure delle graditissime new entry: Kain (FF IV), Tifa (FF VII), Laguna (FF VIII), Yuna (FF X), Vaan (FF XII) e l’iraconda Lightning (da FF XIII).

C’è da dire che, per venire incontro ai giocatori meno avvezzi al genere, Square Enix ha affiancato una modalità RPG alla classica modalità Action. In “RPG Mode” l’eroe si muove quasi autonomamente per il campo di battaglia e al giocatore non resta che premere di volta in volta i tasti per schivare e colpire, quasi si trattasse di un GdR a turni. Il sistema funziona soprattutto negli incontri più facili, ma avere un controllo diretto su movimenti e acrobazie offre un margine in più, soprattutto dopo un paio d’ore di pratica, quando si familiarizza con il sistema. È una fortuna che si possa selezionare la modalità di gioco dal menu principale, dopo ogni capitolo della storia. Si sarà capito ormai che l’essenza di Dissidia sta nei combattimenti, spettacolari e articolati quanto volete, ma un po’ ripetitivi dopo le prime ore in cui si fa pratica. Gli sviluppatori si sono ingegnati per rendere varia l’esperienza, introducendo varianti lungo la strada e decine di oggetti da equipaggiare, dozzine di abilità e pure offrendo dei punti speciali per sbloccare costumi alternativi e personaggi segreti. Se non fosse per il tedio di reiterati combattimenti con alcuni avversari troppo deboli, la necessità di conquistarsi livelli d’esperienza e il tempo buttato in caricamenti lunghi e frequenti, Dissidia 012 poteva ambire a qualcosa di più di un comunque lusinghiero giudizio.