Stoked: Big Air Edition – Recensione

È un po’ come Skate, ma con la neve al posto del cemento. [Review]

Negli Stati Uniti Stoked: Big Air Edition è uscito verso la fine del 2009, ma per la versione europea abbiamo dovuto aspettare quasi un anno e mezzo. E, nonostante il ritardo, il distributore è pure riuscito a farlo uscire a stagione sciistica quasi finita. Misteri del marketing, ma a noi interessa poco: nonostante il sole che in questi giorni riscalda l’Italia, noi videogiocatori non abbiamo alcun problema a trasferirci – seppure virtualmente – sulle fredde montagne innevate.

Iniziamo col dire che Stoked sta alla serie SSX come Skate sta ai vari Tony Hawk: scordatevi quindi le combo infinite realizzate con la banale pressione di qualche tasto, i colori accesi e irreali e l’esaltazione per l’aver realizzato mosse fisicamente impossibili nella realtà. Stoked vuole affermarsi come un titolo più “simulativo”, quindi tutto quello che farete nel gioco sarà ripetibile nella realtà (a patto di essere campioni di snowboard, ovviamente). Anche il sistema di controllo è più complicato e, proprio come nella serie Skate, si usano le levette in maniera molto simile a come si dovrebbero spostare i pesi sulla tavola per compiere le evoluzioni.

Fortunatamente, il tutto è introdotto da un completo tutorial che, partendo dalle basi, ci insegna pian piano a effettuare tutte le mosse di cui abbiamo bisogno per gestire al meglio il nostro alter ego digitale. Nonostante questo, ci vorrà comunque un bel po’ di tempo prima di riuscire a padroneggiare a dovere il sistema di controllo, che richiede dei movimenti particolarmente precisi dello stick analogico destro: basta difatti una piccola indecisione del pollice e la mossa non riesce correttamente, fatto che può risultare piuttosto fastidioso nelle competizioni che richiedono di eseguire un particolare trick. Questa peculiarità verrà detestata dai fan di SSX, ma siamo certi che chi predilige un approccio più credibile e ragionato la troverà una feature piacevole, nonostante la maggior difficoltà nella gestione del sistema di controllo.

Ciò che non funziona in Stoked, però, è la struttura del gioco. Ci sono delle splendide montagne da esplorare, ma le vaste distese di neve non sono impreziosite da un numero sufficiente di spunti per effettuare acrobazie. Nei vari SSX (ma anche in Amped) ogni pochi metri si trovavano rampe per effettuare salti, panchine o staccionate per “railare”, nonché half pipe dove dilettarsi in lunghe e spettacolari combo di mosse. In Stoked, invece, tutto è piatto, e se per caso si perde una rampa, bisogna scendere parecchio prima di incontrare un’altra zona dove esibirsi. Anche i menu riflettono poca attenzione per le esigenze del giocatore: tutto è confusionario e poco chiaro, tanto che impiegherete un bel po’ di tempo prima di capire esattamente quali siano i successivi obiettivi da conseguire.

Se le idee alla base di Stoked sono interessanti, la realizzazione finale purtroppo non convince appieno. Non è un brutto gioco, sia chiaro, ma non è rifinito abbastanza da ritagliarsi un ruolo da protagonista fra i giochi di snowboard: non è immediato e spettacolare come i vari SSX, né riesce a risultare intrigante come il buon Amped 2, dal quale prende comunque parecchi spunti, soprattutto per quanto concerne il sistema di controllo.
Se proprio non potete fare a meno di un gioco di snowboard, potreste anche trovarlo divertente, ma sappiate che ci sono alternative ben più valide, sia che amiate i titoli semplici, sia che preferiate quelli un po’ più complicati e simulativi.