Non solo morti che camminano nella nostra recensione PC, Xbox 360 e PS3 del primo episodio di The Walking Dead.
Uscito la scorsa settimana nei tre formati PC/PlayStation 3/Xbox 360, The Walking Dead è il nuovo esperimento di Telltale Games con la formula della narrazione interattiva a episodi. Cinque sono i capitoli di cui sarà composta questa (magari prima) stagione, e saranno messi in vendita uno per volta, nell’arco dei prossimi mesi, a un prezzo di 4,99 € / 400 MP (su PlayStation 3 è anche possibile abbonarsi all’intera stagione per 19,99 €, mentre su PC è necessario acquistarla per intero a 24,99 €). Il gioco ignora la recente serie televisiva e si va a incastonare nell’universo narrativo del fumetto, raccontando le vicende di personaggi inediti (con qualche guest star) nel fino a oggi ignorato periodo in cui il protagonista originale Rick Grimes era in coma. Siamo quindi nelle prime fasi dell’invasione di morti viventi che sta per devastare Atlanta e gli Stati Uniti tutti, e ci si ritrova a controllare Lee Everett, un uomo di colore che appare come prigioniero in una volante della polizia. Mentre Lee viene portato fuori da Atlanta, scoppia il caos ed ecco che improvvisamente ci si trova costretti ad affrontare l’ignoto e il pericolo degli zombi. Ma in una maniera piuttosto diversa dal solito, almeno per quanto riguarda i videogame zombeschi.
NARRAZIONE INTERATTIVA
In The Walking Dead non si passa il tempo facendo a pezzi i morti viventi. Al contrario, per quanto sempre presenti attorno a noi, li incontriamo direttamente davvero poco spesso. Il gioco, infatti, è molto fedele all’opera cui si ispira, e non solo per l’azzeccatissima scelta dello stile grafico fumettistico (che è riuscito, rispettoso del lavoro di Charlie Adlard e anche “furbo” nel nascondere i limiti del solito motore di Telltale, che pure emergono in certe animazioni impacciate e in alcuni dettagli). È soprattutto lo spirito ad essere stato colto alla perfezione: il cuore del fumetto di Robert Kirkman è rappresentato dai suoi protagonisti, dalle difficle relazioni che si creano fra loro in una situazione impossibile e dalla continua ricerca di un modo per sopravvivere e costruirsi un’illusione di vita normale in un contesto apocalittico. Gli zombi ci sono in quanto costante minaccia alle porte, ma non stanno sempre al centro dell’azione e proprio per questo riescono talvolta a irrompere con una forza drammatica resa devastante dalla cura nella caratterizzazione dei personaggi. Telltale ha provato a lavorare su questo aspetto e ha costruito un gioco che, pur proponendo una minima dose di esplorazione e manipolazione di oggetti e ambienti, è per lo più incentrato sull’interazione fra i personaggi. In The Walking Dead si passa insomma la maggior parte del tempo a chiacchierare, cercando di familiarizzare coi vari protagonisti che circondano Lee, definendo la personalità di lui stesso tramite le scelte di dialogo e tracciando il percorso della narrazione con le proprie decisioni.
Non si segnalano particolari differenze fra le tre versioni, al di là del fatto che ovviamente su PC è possibile giocare a risoluzioni più alte.
BIVI E INCROCI
Il risultato è un titolo sicuramente particolare, che molti faticheranno magari anche a definire tale, ma che può dare grandi soddisfazioni a chi apprezza gli esperimenti che permettono di giocare con la narrazione. E questo è dovuto soprattutto al buon lavoro su atmosfera, regia, colonna sonora e – ovviamente – scrittura. I personaggi ci sono, vari, solidi e ben scritti, e includono fra l’altro un raro caso di bambina protagonista tutt’altro che insopportabile. Inoltre, la struttura “variabile” del racconto è molto ben implementata. Ci si trova continuamente a fare scelte, piccole e grandi, e il gioco fa un gran lavoro nel darci costantemente l’impressione di stare davvero decidendo del destino nostro e altrui. Le variabili, inoltre, non sono poche, e sono soprattutto distribuite in maniera molto meno ovvia di quanto possa sembrare: azioni di poco conto possono avere conseguenze devastanti, scelte che paiono importantissime non contano magari nulla nel grande schema delle cose. La sostanza, comunque, è che ogni sezione ha perlomeno una grossa variabile in campo, oltre a tanti piccoli punti di svolta che vanno a influenzare soprattutto il modo in cui i personaggi si relazioneranno in futuro a Lee. Pur in un racconto dalla struttura decisamente lineare, e meno tentacolare di un Heavy Rain, è possibile cambiare alcuni elementi in maniera radicale, vedendo anche morire persone diverse e generando quindi conseguenze che rimarranno negli episodi futuri. E se da un lato la qualità della scrittura spinge giustamente a voler seguire il proprio percorso, senza tornare indietro e vivendo la propria storia e le proprie scelte fino in fondo, dall’altro c’è materiale a sufficienza per giustificare un secondo “giro” in cui raccontare una storia sensibilmente diversa.
E CHI SE L’ASPETTAVA?
Insomma, in quelle che sono le sue intenzioni, pur con qualche momento meno riuscito di altri, questo episodio pilota di The Walking Dead è decisamente riuscito, certo ampiamente superiore al mediocre Jurassic Park, e pone premesse molto interessanti per il proseguimento della stagione. Dopo due produzioni che hanno francamente lasciato a desiderare come il citato Jurassic Park e il precedente Back to the Future, Telltale Games torna insomma in gran forma, come anzi non è forse mai stata. Rimane solo da capire se un gioco in cui si trascorre la maggior parte del tempo chiacchierando e i cui singoli episodi hanno una durata variabile fra l’ora e mezza e le tre ore scarse a seconda di come li si affronti (chiaramente da raddoppiare se si sceglie di rigiocarli) possa interessarvi. Ma questo non posso certo dirvelo io.