Pokémon Conquest – Recensione

La strategia torna di moda su Nintendo DS grazie a dei piccoli mostri. Tutti i dettagli, nella recensione di Pokémon Conquest su GamesVillage.it.

Pokémon Versione Bianca 2 e Nera 2 rappresentano l’appuntamento che i Pokéfili (ma esisterà ‘sta parola?) stanno aspettando con impazienza crescente. E l’attesa ormai è agli sgoccioli… ma mentre state lì a limarvi le unghie da allenatori impenitenti quali siete, potreste pure concedere uno sguardo a Pokémon Conquest, di fatto già nei negozi e facilmente recuperabile. Ok, non è un Pokémon della serie principale ma uno dei tanti spin-off che puntano a colpire gli appassionati che vanno in crisi d’astinenza. Tra l’altro, appartiene a un genere tutto particolare; si tratta di un ibrido a metà strada tra un gestionale e un tattico. Certo, di strategia ce n’è in abbondanza in ogni Pokémon che si rispetti, ma qui si tratta proprio di tattica, con arene dove spostare una mezza dozzina di unità e farle combattere a turni, rispettando elementi come elevazione del terreno, posizionamento relativo delle unità, fuoco amico e via discorrendo. Un fan dei mostriciattoli giappo non dovrebbe essere troppo sospettoso, perché le unità in questione sono Pokémon… e quando si tratta di Poké-mostri, il terreno diventa amichevole di base. A dirla tutta, la difficoltà è proprio all’acqua di rose, per cui imparare i rudimenti di un genere poco conosciuto non rappresenta un problema. Semmai, al contrario, l’estrema facilità della campagna principale può far perdere mordente in fretta.

Insomma, diciamocelo: Pokémon Conquest può essere un ottimo espediente per familiarizzare con un genere nuovo, divertendosi a collezionare Pokémon e a farli combattere tra loro in un modo diverso dal solito. L’espediente sarà pure “ottimo”, ma ci sono un paio di difetti che non sono riuscito a spiegarmi. Anzitutto, se è vero che Pokémon Conquest è indirizzato a un pubblico di fan piuttosto giovani, vorrei sapere perché il testo è rimasto in inglese. Dai, questa è davvero una faccenda inspiegabile; se ci fate caso i vari capitoli della serie capitana sono arrivati qua in italiano (e giustamente!). Vi sembra normale avere un tattico/gestionale in lingua anglosassone? Bho. E poi, l’ho detto prima che la campagna principale si supera in un soffio; certo, un soffio lungo 20 o 30 ore, ma pur sempre un’esperienza facile facile con delle meccaniche anche intuitive che avrei preferito fossero spiegate meglio. Le difficoltà – e un maggiore mordente – arriveranno solo nella seconda parte del gioco grazie alle molteplici missioni secondarie. Sempre che siate ancora avvinti, che conosciate l’inglese e che i Pokémon siano i vostri compagni preferiti.

Fa strano vedere teneri Pokémon combattere al fianco dei signori della guerra… ma ci si fa subito l’abitudine e la cosa non stride!

Ma torniamo al gioco vero e proprio. Il Paese di Ransei è diviso in 17 regioni, ciascuna controllata da un signore della guerra. I signori della guerra sono personaggi tratti dalla turbolenta epoca Sengoku, in Giappone, quando signorotti locali lottavano tra loro per ottenere il potere. Quindi, Ransei è un Giappone fantasy in miniatura, dove le 17 regioni rappresentano le altrettante tipologie di Pokémon esistenti. In ogni regione ci sono mostri di quel tipo, più una manciata di altri molto meno comuni. E indovinate un po’… i signori della guerra sono tra i pochissimi individui a poter entrare in sintonia (Link) con i Pokémon e a poterli guidare in battaglia per annettere gli altri paesi. La leggenda vuole infatti che quando Ransei sarà nuovamente unificata, comparirà il Pokémon Leggendario che aveva creato Ransei all’alba dei tempi per riplasmarla ancora. Il cattivo Oda Nobunaga vorrebbe controllare il mitico Pokémon per i suoi fini, mentre il generale di un piccolo paese meridionale, accompagnato dal suo Eevee, cercherà di ostacolare i piani del cattivo e portare la pace a un Ransei unificato. Tra infinite battaglie tattiche a turni in apposite arene (le cui dimensioni sono purtroppo minuscole), il giocatore dovrebbe trovare il tempo di gestire il proprio impero, rafforzando i Pokémon dell’esercito e occupandosi dei castelli annessi.

Pokémon Conquest offre comunque decine di ore di svago tattico, tra gli amati Pokémon e in un contesto inedito per la serie capitana. Un appassionato potrebbe giustamente decidere di farci un pensiero.