Super Monkey Ball: Banana Splitz – Recensione

Palle, scimmie e banane in un classico gioco di Sega che torna ad “allietarci” su PS Vita, dopo varie altre occasioni del tutto sprecate. Scoprite perché su Gamesvillage.it siamo (moderatamente) contenti.

Anno 2001: lo strambo Super Monkey Ball esce su Nintendo GameCube. C’è poco da dire… il gioco di Sega è entrato nell’Olimpo dei classici grazie a una giocabilità immediata e a una direzione artistica indimenticabile; graficamente non è che fosse superlativo, ma la scelta bislacca di mettere delle scimmie in biglie trasparenti e mandarle a caccia di banane in labirinti tanto improbabili quanto micidiali, si è rivelata folle e azzeccata allo stesso tempo. Per chi non avesse giocato i primi due capitoli della serie sul cubetto Nintendo, vale la pena riassumere il concetto alla base.

Sembra un circuito alquanto intricato, ma è più semplice di come appare. Basta procedere con cautela… entro il tempo limite!

Il giocatore sceglie una delle scimmie protagoniste. La scimmia viene chiusa in una biglia trasparente e, rotolando, deve cercare di tagliare il traguardo prima dello scadere del tempo. Lungo il tortuoso percorso, si raccolgono le banane per accumulare punti e per vincere vite extra. Occhio però: con lo stick analogico non si controlla la biglia, bensì la scimmietta all’interno e, in parte minore, il piano di gioco. Se si inclina troppo lo stick, la biglia acquista rapidamente una velocità folle e finisce per cadere dai bordi che, più spesso che no, sono sprovvisti di ringhiere di sicurezza. Maledetti baratri! In Super Monkey Ball è sin troppo facile assistere alle cadute nel vuoto della nostra scimmia, per colpa di un infido dosso (maledetti dossi!), di una velocità calcolata male, di un passaggio troppo stretto (maledette piste!), di un ostacolo imprevisto (maledetti imprevisti!), di una curva parabolica troppo stretta (maledette… insomma, avete capito) e – più in generale – per via di un design dei percorsi, spietato da paura. Maledizioni e parolacce assortite affiorano spesso e volentieri, quando anche una perizia di buon livello e una precisione millimetrica possono non bastare per portare la scimmia all’agognato traguardo. Ci si ritrova a tentarle tutte per agguantare la fine del livello nel tempo stabilito, ma poi ci sono le banane… e come fa una scimmia a resistere? Sembrano così vicine che la tentazione di agguantarle passando a tutta birra è irresistibile, provocando innumerevoli altre morti nei modi più disparati (maledette, dolci, banane!). Ma fa tutto parte del fascino semplice e maledetto (l’avreste detto?!) di Monkey Ball: il gioco riesce ad appassionare con un’idea quasi banalotta e dei livelli fuori di melone da affrontare più volte alla ricerca dell’ultimo frutto giallo.

C’è una particolare modalità per guidare due biglie contemporaneamente. Un vero rompicapo!

Negli anni, Sega si è cimentata in vari seguiti e spin-off, tutti più o meno fallimentari, ma ecco che ora è la volta di questo Banana Splitz per PS Vita che riprende le idee migliori (in pratica è un ritorno alle origini) dei primi due grandi Monkey Ball (apparsi entrambi su GameCube) e quasi riesce nell’impresa di rievocare lo splendore dei bei tempi che furono. Quasi. In effetti, una buona fetta dei percorsi sono fantasiosi ed equilibrati, offrendo quella curiosa miscela, in bilico tra sfida e frustrazione, che da sempre caratterizza i livelli migliori del gioco. I 10 percorsi a livello Principiante sono il giusto antipasto da conquistare in pochi minuti. Poi ci sono i 30 percorsi a difficoltà Normale che mettono alla prova le abilità del giocatore, almeno fino alla pista numero venti. La ventesima, purtroppo, è compromessa da un design “sbagliato” che provoca una strage di scimmie solo per la presenza di ostacoli che nascondono la biglia nei momenti decisivi. E non si tratta di un caso isolato. Accanto a sfide dove l’abilità è tutto, ce ne sono altre dove il caso e la fortuna sono necessarie per tagliare il traguardo. A peggiorare la situazione interviene lo stick della PS Vita, uno strumento troppo impreciso per controllare una biglia su percorsi tanto cattivi. E non aiutano i controlli tramite sensore di movimento, che resta un esercizio interessante sulla carta. E lì farebbe meglio a restare, fidatevi. Infine, dopo aver superato le 30 sfide “normali”, vi aspettano i circuiti impossibili della modalità Avanzata. Un’ottima palestra per inventare tutta una serie di parolacce originali e oltraggiose. È solo da qui in poi che la vostra tempra di giocatori irriducibili sarà messa a durissima prova. A fare da contorno alla modalità principale ci sta pure una nutrita schiera di mini giochi (come il Bowling, il Rodeo, il Monkey Target e analoghe follie). Ma si tratta, appunto, di un contorno… per lo più poco ispirato e con rare valide eccezioni, buone solo ogni tanto per distrarsi dalle frequenti morie di scimmie.