La Tigre del green si è svegliata!
Dopo aver realizzato un terzo giro spettacolare all’Arnold Palmer Invitational, lo scorso week-end (lo score parla di cinque birdie, tre bogey e un bel meno due sotto il par), Tiger Woods ha ritrovato non solo il suo leggendario putt ma anche la testa della classifica mondiale. Sarà che la Tigre è nuovamente innamorata (della bionda Lindsey Vonn, fuoriclasse statunitense dello sci alpino mondiale), sarà che il talento non può evaporare da un giorno all’altro, fatto sta che Tiger Woods è tornato, punto e basta. Dopo gli scandali sessuali e i primi insuccessi sui green, molti dei suoi celebri sponsor lo avevano bellamente salutato, altri invece sono rimasti al suo fianco in attesa di una probabile “redenzione”. Electronic Arts, nonostante il battage mediatico non propriamente positivo, è restata fedele al campione statunitense, e non è saltata sul carro del nuovo golden boy del golf mondiale, l’irlandese Rory McIlroy (che appare in compagnia di Tiger e Severiano Ballesteros sulla cover del gioco).
GREEN RALLENTATO
Prima di passare all’analisi della simulazione vera e propria, serve fare una precisazione: ho provato il nuovo TWPGA 14 solo dopo aver installato la prima sostanziosa patch, pubblicata con tempestività da EA. Il gioco, infatti, ha un po’ troppi bug nella versione “liscia”, soprattutto per quanto riguarda il comparto online, uno dei punti di forza di quest’annata.
TWPGA 14 permette la completa personalizzazione della propria esperienza golfistica. Insomma, se volete giocare “duri e puri”, la simulazione di EA non vi deluderà; al contrario, se cercate un approccio più soft per andare in buca e non demolire i bastoni (nel caso specifico, i joypad), bastano un paio di clic sugli appositi menu e la vostra storia sul campo da golf cambierà in modo radicale. Il sistema di controllo si dimostra un po’ più permissivo rispetto a quello sperimentato nell’edizione 2013, anche se, giocando a livello Simulazione, non sarà facile spedire la palla perfettamente sul green e bisognerà dosare con sapienza il movimento con lo stick analogico sinistro per non finire nel rough o in un bunker. Mettere un putt vincente è un’esperienza alla portata di tutti, anche perché i green sembrano essere stati rallentati rispetto a quelli di TWPGA 13, ed è molto più facile rimediare a un errore o avvicinare la pallina alla buca anche da una posizione difficile. La possibilità di costruire lo swing del proprio golfista, poi, è una piccola ma apprezzata novità: se prediligete picchiare la pallina come John Daly vi consiglio di puntare sulla potenza; se invece volete migliorare il gioco corto è necessario lavorare sulla precisione, con tutte le vie di mezzo del caso. Va detto che il sistema di controllo di TWPGA 14, nel complesso, non appare molto diverso da quello del precedente capitolo.
La licenza LPGA è una delle grande aggiunte della stagione 2013/2014.
UN PO’ DI STORIA
Competere con leggende del passato del calibro di Severiano Ballesteros, Jack Nicklaus o Arnold Palmer è un’esperienza assolutamente impagabile per l’appassionato di golf, un po’ come ascoltare una telecronaca del compianto Mario Camicia. Il fattore nostalgia piace molto all’appassionato sportivo, come ha dimostrato nel recente passato la serie videoludica di basket più bella del pianeta, ossia NBA 2K, con la possibilità di sfidare Sua Maestà Michael Jordan e altre vecchie glorie. In TWPGA 14 c’è la modalità Legends of the Majors, in cui si affrontano Nicklaus, Ballesteros, Palmer, Player e compagnia bella utilizzando l’attrezzatura tecnica dell’epoca (abbigliamento compreso) su alcuni dei percorsi che hanno fatto la storia di questa nobile disciplina sportiva. Le sfide sono circa una sessantina, alcune sono molto semplici, come replicare un particolare colpo, altre decisamente più impegnative, quali disputare un paio di buche rimontando uno svantaggio e così via.
L’offerta di EA è appetitosa, e tra la solida (ma buggata) modalità Carriera, la possibilità di disputare i più importanti tornei della stagione golfistica mondiale (cercando di centrare il prestigioso “Grand Slam” vincendo tutti e quattro i Major) e il mostruoso comparto online (fino a 24 giocatori), ce n’è per tutti i gusti. Com’è successo per le altre serie sportive videoludiche prodotte da EA, anche TWPGA 14 punta sul concetto di “social”: dalla possibilità di organizzare una sfida a 18 buche con gli amici in una manciata di minuti grazie alla modalità Quick Play, con tre tipologie di gioco, fino all’iscrizione a un Country Club (il limite degli iscritti raggiunge quota 100) che registrerà le statistiche e i record di ogni partecipante, sulla falsariga dell’Autolog nella serie Need for Speed. Non mancano le classiche monete da guadagnare per sbloccare la solita tonnellata di contenuti extra (anche a pagamento), con l’apertura delle bustine di figurine in perfetto stile Ultimate Team.
GIOCARE DI NOTTE
Per quanto riguarda il comparto audiovisivo, nonostante qualche “problemino” nelle inquadrature delle telecamere, ho apprezzato lo stile televisivo proposto in TWPGA 14, mentre non mi ha convinto pienamente il taglio vintage nella modalità Leggende. Lo stesso vale per il commento di uno dei telecronisti più amati negli Stati Uniti, ossia Jim Nantz: è un po’ troppo noioso, soprattutto nella presentazione dei Major.
In conclusione, devo segnalare che la possibilità di giocare di notte, con tanto di palline illuminate, non è altro che un piacevole diversivo, mentre il numero dei campi da golf raggiunge quota 20, più quelli scaricabili tramite l’immancabile Season Pass.