Il dinamico duo firmato Naughty Dog torna a far danni su PS Vita.
Dopo aver dato la luce a ben quattro titoli della serie Crash Bandicoot, i Naughty Dog volevano proprio voltare pagina su PS2. La console Sony era un bel delirio da programmare, ma la potenza c’era e i ragazzi di Santa Monica avevano già dimostrato di avere un potenziale a dir poco fenomenale. Il primo Jak and Daxter segnò una vera e proprio svolta, essendo un platform 3D con una vena open world primitiva ma ben presente: caratterizzato da una grafica coloratissima e soluzioni tecniche d’avanguardia (il mare e il cielo generati proceduralmente, tanto per dirne una), il gioco vi metteva nei panni di Jak, un biondo ragazzo dalle sembianza simil-elfiche, accompagnato da Daxter, suo miglior amico, trasformatosi in un esserino peloso dopo un accidentale caduta nell’Eco Oscuro. Simile a un cane delle praterie, Daxter è la spalla comica, non sta zitto un secondo, dice un sacco di scemenze ed è il degno contraltare a Jak, che invece non spiccica una parola. Una scelta di design che però non durò a lungo, dato che nel seguito gli fu data facoltà di parlare, probabilmente per renderlo un personaggio più credibile e dinamico. Anche il gameplay fu soggetto a non pochi cambiamenti: la serie prese una piega decisamente più sandbox, mentre ai combattimento corpo a corpo si aggiunsero armi da fuoco di vario genere. Non solo, la storia sacrificò parte della sua leggerezza in cambio di un tono più serio, pur sempre spruzzato dalle immancabili battute di Daxter. Ma l’aspetto più impressionante riguardò l’incredibile balzo in avanti del motore grafico, capace di muovere tonnellate di poligoni, senza caricamenti intermedi oltretutto, con un livello di dettaglio mai visto prima su PS2. Certo, qualche problema di frame rate e tearing lo si poteva notare nelle situazioni più affollate, ma non si poteva davvero chiedere di più al povero Emotion Engine e al compare Graphic Synthesizer (ah, che bei nomi s’inventavano i giappi). Invece, pensate un po’, nel terzo capitolo riuscirono persino a limare quei difetti, spremendo la console fino all’ultima goccia.
Va da sé che ci troviamo di fronte a un trittico di titoli sulla cui qualità c’è ben poco da sindacare. Non solo, nonostante siano passati più o meno una decina d’anni, i titoli non sfigurano affatto dal punto di vista meramente tecnico. Certo, The Precursor Legacy mostra un po’ il fianco, ma Jak II e III sono davvero in grado di dire la loro persino di questi tempi. In particolare, lo schermo OLED di PS Vita restituisce onore alle coloratissime ambientazioni, offrendo un dettaglio e una pulizia superiori all’edizione originale.
Purtroppo il rovescio della medaglia è un frame rate tutt’altro che memorabile: curiosamente a soffrire di più è proprio il capostipite, che pur meno impegnativo in termini computazionali, non di rado arranca sulla console portatile. Mettiamo assieme una telecamera decisamente da rifinire e delle collisioni non proprio precisissime, ed ecco che la frittata è fatta. Scarsa fluidità vuol dire risposta ai comandi poco precisa, un male non da poco in un platform dove un salto sbagliato può tradursi in morte istantanea.
Le cose funzionano decisamente meglio con i restanti titoli, molto più giocabili, seppur con qualche incertezza nei momenti più concitati, ma, come detto in precedenza, nemmeno su PS2 giravano alla perfezione. Certo, da una console con un hardware più performante e moderno, sarebbe logico attendersi almeno i 30 fps fissi, invece di un continuo fluttuare di prestazioni.
Siamo davvero lontani dai 60 fps della versione PS3 e purtroppo è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che i Mass Media non avessero le capacità per affrontare un adattamento su PS Vita di titoli così complessi. Ribadisco, è un problema che riguarda più il primo che gli altri due, ma è bene che lo sappiate. Occorre anche abituarsi al fatto che per sopperire alla mancanza dei tasti R2/L2, questi siano stati rimappati con il touchpad posteriore: non è proprio una soluzione comodissima e in certi frangenti nemmeno tanto precisa. Purtroppo difficilmente si poteva operare una scelta differente a meno di non stravolgere il gioco. Peccato però, una trittico del genere meritava un trattamento migliore.