Call of Duty: Black Ops II – Apocalypse

Il verdetto di GV.it sull’ultimo DLC dello sparatutto di Activision.

Altro giro, altro regalo (si fa per dire) da parte di Activision e Treyarch, che chiudono il cerchio con l’ultimo DLC previsto per Black Ops II, prima di tuffarsi nelle generose braccia della next-gen firmata Ghosts. Il contenuto scaricabile in oggetto si chiama Apocalypse e – come al solito – è uscito in esclusiva temporanea su Xbox Live, per poi palesarsi il 26 settembre prossimo anche su PC e PS3. I contenuti? Le consuete quattro mappe multiplayer e l’ennesima campagna Zombie, chiamata Origins.

Cominciamo a parlare dello scenario riciclato da quelli più celebri degli episodi passati. A ‘sto giro la scelta è caduta su Courtyard, una mappa dai contorni abbastanza semplici, presente in World at War e qui riveduta, corretta e rinominata Dig. La topografia della mappa è praticamente la stessa: un enorme piazzale quadrato, con un botto di angoli dove nascondersi. Inizialmente, Dig sembra essere stata pensata per favorire il camperaggio, ma basta qualche giro per capire come chi si rintana rischia di avere vita molto dura, soprattutto se si trova di fronte avversari che si muovono a coppie, visto che le vie di fuga coperte sono limitate. Qualche punto rialzato in più, poi, diventa terreno di caccia per i cecchini, anche se l’esposizione al fuoco è troppo elevata perché ci si possa fermare in loco per più di qualche secondo. Diciamo promossa, con riserva.

Passiamo ora a parlare di Pod, in assoluto la mappa che più mi è piaciuta del lotto. Io, da buon cecchino, sono uno che ama gli scenari grandi, mentre quello proposto da Pod è invero abbastanza piccolino. Tuttavia, la struttura semi-caotica creata dalla natura che si riprende lo spazio sull’uomo (la mappa è ambientata in un villaggio abbandonato a Taiwan) la rende perfetta per ogni tipo di approccio, sia che siate tra coloro che amano il corpo a corpo, sia che preferiate muovervi come faine da un punto di cecchinaggio all’altro. Oltretutto, il verde diventa uno sfondo mimetico che può mettere in difficoltà chi sia sprovvisto di un sistema di puntamento sull’arma. Ottima mappa davvero.

Siamo ad Amsterdam, ma di stupefacente c’è ben poco qui… solo un sacco di piombo.

Di tutt’altra pasta Takeoff, che ricorda nemmeno troppo lontanamente Vertigo di Uprising, anche se qui non c’è un edificio centrale, ma due che si fronteggiano, separati da passaggi e corridoi che devono essere percorsi di gran carriera, se non si vuole finire brutalmente massacrati da più parti. Takeoff non introduce nulla di interessante, ed è anzi abbastanza noiosetta da giocare nelle modalità classiche, come i vari Deathmatch o Uccisione Confermata. Va un po’ meglio quando Takeoff diventa teatro di scontro per modalità più specifiche, come Demolizione, o Cerca o Distruggi, ma siamo comunque lontani dalla definizione di mappa “ispirata”.

L’ultima del quartetto è Frost, ambientata in quel di Amsterdam (ciao Seppiolina) nel periodo invernale. Proprio come in Pod, la topografia, pur non molto estesa, è stata costruita in modo bilanciato, oltre che su più livelli. Lo scenario è tagliato in due da un canale ghiacciato, perfetto per attraversare in fretta da qui a là, ma esposto al fuoco di chi ama piazzarsi nelle zone più alte. Vale quindi lo stesso giudizio di Pod: a prescindere dal vostro approccio al gioco o dalla modalità usata, Frost è in grado di regalare belle soddisfazioni.

Infine, c’è da parlare di Origins, la mappa Zombie dedicata ai simpatici nazisti, che non introduce davvero nulla di nuovo rispetto a quanto visto in precedenza, se pensate che la novità più succulenta è rappresentata da un boss, il Panzer Soldat, che da abbattere è davvero duro come il marmo e fa un male cane, da lontano e da vicino. Per il resto, il discorso è il solito: se amate la modalità Zombie, questa mappa può essere una delle più divertenti da attraversare in co-op; se, invece, non ve n’è fregato nulla finora, non sarà certo Origins a farvi cambiare idea.

VOTO 7.5