Quelli di PopCap ci hanno visto giusto, quando hanno deciso di legare uno dei titoli più celebri della loro produzione alle gaudenti note dell’Inno alla Gioia. Perché Peggle, come sanno quelli che ci hanno perso innumerevoli notti sopra, è proprio una gioia da giocare; uno di quei titoli addictive da “ancora una e poi smetto”, che ti fanno tirare mattino senza che te ne accorgi (o che ti fanno venire i crampi alle gambe, durante le sedute sulla tazza). Inevitabile che arrivasse un secondo capitolo, prima o poi. Meno inevitabile l’esclusiva temporale su Xbox One, ma ce ne faremo una ragione, sperando che cotanto esempio di immediatezza e – appunto – gioia non tardi a spargere il suo polline ai quattro venti.
Peggle 2 non trasdisce in alcun modo le origini da pachinko digitale. Lo scopo è sempre quello di lanciare una pallina attraverso un cannoncino posizionato nella parte alta dello schermo, e poi attendere gli effetti del rimbalzo sugli elementi dello scenario, sperando che la sfera colpisca il più alto numero di oggetti arancioni. Eliminati questi ultimi, si passa al livello successivo, a meno di non aver prima terminato le palline nel raccoglitore, nel qual caso tocca ricominciare da capo. Nel mezzo, tutta una serie di complicanze, per lo più rappresentate da una pletora di tondini o mattoncini blu, da eliminare poco alla volta per aprirsi la strada verso quelli arancioni, ma non solo: respingenti, mattoncini corazzati (da colpire due volte), barriere semovibili… ogni livello ha il suo design peculiare e il giocatore ha il suo bel daffare anche solo per raggiungere l’obiettivo primario. Il tasso di sfida aumenta vertiginosamente quando si cerca non solo di portare a casa il passaggio al livello successivo, ma anche i tre obiettivi secondari proposti da ogni stage, che si tratti di raggiungere un determinato punteggio (grazie anche ai classici tondini viola, che alzano vertiginosamente il punteggio del tiro) o della pulizia completa dello schermo, beh… poco importa.
Proprio come nel predecessore, ad agevolare il nostro compito intervengono alcuni “maestri”, che mettono a disposizione ciascuno un potere particolare; questo può essere però utilizzato solo dopo aver colpito uno dei due tondini verdi che appaiono sul tabellone in posizioni casuali e sempre diverse. Non tutti i poteri sono riuscitissimi, ma riescono complessivamente a garantire la giusta varietà e una certa dose di impegno nel ragionamento iniziale, quando si tratta di calcolare il primo rimbalzo della pallina. Tra tutti, il più singolare e utile è quello di Luna, che per due turni trasforma in fantasmi gli elementi blu, permettendo al giocatore di andare a eliminare quelli arancioni senza doversi aprire la strada a colpi di rimbalzo. Una volta ripulito un gruppo di tabelloni dedicati a un singolo maestro si apre un secondo percorso, composto da piccole prove di abilità, chiaramente legate al potere usato fino a quel momento.
Come detto, Peggle 2 non fa altro che riprendere la formula proposta dal predecessore, riproponendola con nuovi maestri e con qualche spunto di originalità. Ovviamente, la serie non poteva essere stravolta in alcun modo, a meno di non lasciare per strada quegli elementi che ne hanno decretato il successo, come l’immediatezza e la facile comprensione delle dinamiche, veramente a prova di babbeo (per dire, la mia nonna novantenne, col primo Peggle, si è divertita un sacco… vedete un po’ voi!). Il problema di questo genere di prodotti è forse proprio l’impossibilità di rinnovare radicalmente il gameplay, qui un po’ vittima di se stesso e dell’inevitabile necessità di spingere in modo reiterato sullo spirito originale. Oltretutto, a meno di non volersi dedicare al multiplayer (in arrivo a breve tramite DLC gratuito), nel caso di Peggle 2 c’è anche un freno importante alla longevità, visto che nel giro di un paio di sere si portano a casa tutti i livelli e le prove di abilità, lasciando al giocatore il solo stimolo del raggiungimento di tutti i sotto-obiettivi, alcuni dei quali al limite dell’impossibile, visto che la componente “fortuna” domina (a tratti fin troppo) sulla “bravura”. Questo sempre che PopCap ed EA non pubblichino qualche contenuto scaricabile un po’ corposo, magari gratuito o almeno proposto a un prezzo decoroso. Detto questo, sarebbe da sciocchi non riconoscere a Peggle 2 tutti i pregi che hanno fatto del predecessore uno dei titoli casual più giocati dell’ultimo lustro. La voglia di “farne ancora una” è sempre ai massimi e la dipendenza da rimbalzo rischia di diventare una brutta malattia per molti. Il tutto, poi, è confezionato con una classe e una perizia tali che valgono da sole il prezzo del biglietto (che, per inciso, è di 11,99 euro). Peggle 2 è un vero e proprio inno alla gioia, a portata di un solo pulsante.