La compagine guidata dall’immarcescibile Miles Jacobson ha lavorato per dare a quel capolavoro simulativo manageriale calcistico che risponde al nome di Football Manager un tocco di umanità. Insomma, un po’ di sentimento e romanticismo, che non guasta mai, soprattutto in mezzo a milioni di parametri e dati da snocciolare e metabolizzare, calciatori sconosciuti da vivisezionare alla ricerca di una potenziale stella e alchimie tattiche da sperimentare. Sports Interactive ha difatti concentrato parte delle risorse nel ricreare a video quelle dinamiche umane che caratterizzano lo spogliatoio di una squadra di calcio, ponendo grande attenzione al rapporto tra allenatore e giocatori, tra top player e promesse di belle speranze, e via di questo passo. Oh, intendiamoci: Football Manager 2014 non è diventato un simulatore di rapporti umani, ma ci siamo pericolosamente vicini.
CAMBIAMENTO SORPRENDENTE
La voglia di rinnovamento di Sports Interactive ha colpito anche l’impostazione tattica delle partite, al grido di semplificazione. Quindi, menu di gioco rinnovati e sacrificati sull’altare della pura essenzialità, quasi in netta contrapposizione con la filosofia stessa di Football Manager. Vietato imbottire di “compitini” i vari Kakà, Tevez, Willian, De Rossi e compagnia bella, ma limitarsi a qualche indicazione di massima su come pressare o come rallentare una ripartenza degli avversari. Traduzione per i non adepti al culto di Football Manager: una gestione degli allenamenti e una lavagna tattica molto semplici da utilizzare (anche troppo…) e un maggior dialogo in campo tra allenatore e giocatori, con tanto di urla. Si tratta di una scelta che lascerà un po’ perplessi i fan di vecchia data della serie: come nella realtà, diventa fondamentale saper leggere le partite, capire come far male agli avversari e sfruttare con sapienza tattica le caratteristiche del proprio undici.
RAPPORTI UMANI
Lo “Human Touch” che Bruce Springsteen cantava alla fine degli Anni ’80 ha coinvolto in buona parte la gestione del calciomercato, i complicati rapporti con i media e quelli mai facili con la propria dirigenza. Questo non significa che Raiola venderà Balotelli al miglior offerente (anche se, nella mia simulazione, il buon Mario se n’è andato al PSG) o che Galliani canticchierà “certi amori non finiscono” di Venditti. Tuttavia, le trattative per portare a casa “trequarti di Ibra più un quarto di Reus” sono state velocizzate e il giocatore ha a disposizione un numero maggiore di incentivi e combinazioni possibili per attrarre i top player. È possibile sbizzarrirsi nelle classiche plusvalenze che vanno tanto di moda nei club del Bel Paese, magari con quel guizzo di fantasia che ha consacrato la coppia Galliani-Braida come regina degli acquisti last minute.
Se quella vecchia volpe di José Mourinho è ancora in luna di miele con la stampa d’Oltremanica, non è detto che voi riusciate nella stessa impresa in Football Manager 2014. I rapporti con i media delle ultime edizioni del gioco non hanno mai entusiasmato più di tanto, un po’ per la struttura ripetitiva proposta dgli sviluppatori, un po’ per la limitata interazione. La situazione è migliorata in questa versione, anche se il risultato non è ancora soddisfacente. Hint: non sempre funziona l’equazione “criticare uguale stimolare”.
Il segreto dei vari Guardiola, Ancelotti e compagnia è riconducibile alla qualità dello staff a disposizione (compresi i famigliari, sia chiaro!): Sports Interactive ha fatto un lavoro lodevole e l’interazione tra preparatori, allenatori in seconda (pronti a suggerire gli aggiustamenti tattici durante lo svolgimento di una partita) e altri membri del gruppo funziona in modo sorprendente. Anche l’area messaggi presenta significative novità, con una struttura in perfetto stile gmail che velocizza – e non poco – il flusso e la fruizione delle notizie e degli aggiornamenti.
Per quanto riguarda la modalità Classica (una versione light di quella principale, per chi non ha troppo tempo da perdere), in Football Manager 2014 non si segnalano clamorose novità, oltre alla possibilità di giocare in tre nazioni. Discorso similare per gli amanti delle Sfide, visto che gli scenari sono più o meno quelli di Football Manager 2013.
L’ODORE DELL’ERBA
Come ampiamente previsto, Sports Interactive è riuscita a perfezionare l’esperienza 3D delle partite, grazie a nuove animazioni, a qualche tocco di classe e – più in generale – a un motore grafico che presenta qualche notevole miglioria. Certo, il risultato finale non è ancora ottimale, ma chi gioca a Football Manager non pretende di avere un comparto grafico all’altezza dei vari FIFA o PES, mi pare pacifico. A ogni modo, per i nostalgici come il sottoscritto, non manca la possibilità di giocare con la solita rappresentazione del match in 2D.
La tanto attesa integrazione con Steam Workshop permette una migliore fruizione dei contenuti creati dalla community: è una scelta che funziona e che fa la felicità degli appassionati abituati a installare, patchare e modificare qualsiasi parametro presente nel gioco. Da segnalare, poi, la prima apparizione di Football Manager nel mondo Linux, così come la possibilità di salvare in Cloud e persino di sfruttare il “cross save” con la versione PS Vita.
Chiudo con due numeri. Gli “aggiustamenti” messi in posa in questa edizione 2014 da Sports Interactive superano abbondantemente quota mille. Sul mero fronte dei contenuti non ci sono novità particolarmente significative: i campionati in cui cimentarsi sono comunque più di cinquanta e la maggior parte delle squadre più blasonate sono state riprodotte con tutti i crismi dell’ufficialità. Non manca, chiaramente, neanche la solita carriola di bug che accompagna ogni uscita di Football Manager. Hint 2: si consiglia di pazientare e di giocare seriamente dopo i primi, abituali aggiornamenti.