WRC: FIA World Rally Championship 4 – Recensione

Negli ultimi anni mi sono domandato cosa spingesse i publisher ad abbandonare in modo così repentino lo scenario dei simulatori di rally. Capisco perfettamente la necessità di rivolgersi anche a un pubblico mainstream, ma questo non dovrebbe impedire a qualche “duro a morire” di rivolgersi, senza fare compromessi, agli amanti delle quattro ruote. Su PC, per dire, ci sono prodotti come iRacing (o il prossimo Assetto Corsa) che spingono proprio verso una direzione opposta a quella che il mercato sembra indicare. Certo, prendendo in considerazione il mondo console la situazione cambia e non poco, ma non è un caso che i titoli di corse di maggior successo su Xbox 360 e PS3 siano Forza Motorsport e Gran Turismo, capaci di rapprsentare l’ibrido perfetto tra simulazione e accessibilità. Il mondo del rally, come detto all’inizio, sembra ormai lasciato al suo triste destino, dopo che anche DiRT, anno dopo anno, ha virato decisamente verso un altro tipo di approccio. Per fortuna Milestone non vuole mollare il colpo, ed eccoci quindi a parlare di WRC 4, ultimo esponente di una razza in via d’estinzione.

Già dalla versione dello scorso anno la serie aveva cambiato rotta in modo deciso e questo quarto capitolo non fa nulla per tornare indietro, ma anzi spinge ancora di più l’acceleratore verso una maniera meno compiacente di intendere il modello di guida. Modello di guida che, in tutto e per tutto, è rimasto lo stesso di WRC 3 (se vi servisse un ripassino, qui potete rileggerne la recensione), conservando i tanti pregi e i pochi difetti di dodici mesi or sono. Le macchine si comportano in modo coerente col tipo di assetto e di superficie di percorrenza, grazie a un effetto pendolo ridotto ai minimi termini e a un comparto fisico che trae ispirazione da alcuni celebri esponenti del passato (Richard Burns Rally anyone?), pur non competendo con certe vecchie glorie in quanto a profondità.

La nota positiva più evidente, comunque, viene dalla componente tecnica. Proprio come il suo predecessore, WRC 4 non rappresenta un fulgido esempio di dettaglio e pulizia, visto che i tracciati sono per lo più spogli e che le texture di accompagnamento sembrano più un retaggio di inizio generazione, che figlie della tecnologia di fine 2013. Tuttavia, il grossissimo difetto di WRC 3 è qui praticamente scomparso: WRC 4 è fluido e gira con un frame rate ancorato ai 30 fps (su console… su PC ben di più, secondo l’hardware) per la maggior parte del tempo. Ergo, tutta la tensione del giocatore può scaricarsi nella purezza della guida, senza rischiare di ritrovarsi con il volante o il pad che mancano di risposta a causa delle carenze del motore grafico. Gli unici momenti in cui WRC 4 arranca si palesano quando si attraversano le pozze d’acqua, utilizzando la visuale interna: in quei momenti il frame rate cola a picco per due o tre secondi, senza conseguenze eccessive in rettilineo, ma con gravi ripercussioni in presenza di un immediato salto o di un tornante a pochi metri di distanza.

I grandi ritocchi hanno anche interessato la modalità Carriera, ora più seria e strutturata. Il nostro pilota in erba deve farsi strada attraverso le quattro categorie presenti (WRC Junior, WRC 3, WRC 2 e – finalmente – WRC), tramite un sistema di progressione simile a quello dei titoli Codemasters, per lo più legato al parametro di Reputazione. I Rally presenti sono quelli del Calendario Ufficiale 2013, quindi un totale di 13, suddivisi in tappe più o meno impegnative. Va detto che la Carriera non è lunghissima, ma anche che si può modificare in modo importante il livello di difficoltà (e di aiuti), così da trasformare l’avanzata del nostro pilota virtuale in una questione per veri duri, con un aumento importante della longevità.

Purtroppo, WRC 4 porta in seno un grosso, grossissimo difetto: buona parte dei circuiti sono gli stessi di WRC 3, anche se in parte ritoccati e conguagliati da qualche new entry. Chi si è spolpato alla morte il predecessore, quindi, rischia di sentire fin troppo acre nelle narici l’odore di già visto. A livello di contenuti, la percezione è più quella di un DLC, che di un prodotto davvero nuovo. Non mitiga il puzzo di muffetta nemmeno la modalità multiplayer, divertente e – al solito – basata giustamente sulle ghost (o sull’Hot Seat in locale), ma al minimo sindacale in quanto a opzioni e possibilità. Diciamo che quello che Milestone ci ha dato da un lato, beh… ci ha tolto dall’altro. Capisco che in un anno (e con scarse risorse a disposizione) non si potesse pretendere di salvare capra e cavoli, però WRC 4 costa comunque i suoi bei 40 euro su PC e 60 su console. Un approccio più amichevole nel prezzo a scaffale avrebbe giovato non poco a migliorare ulteriormente il giudizio finale. A ogni buon conto, uomo avvisato…