Wii Party U – Recensione

So che sembra strano quello che sto per dire, ma la console che in casa mia ha il monte ore più elevato di utilizzo è Wii U. Il motivo? Oltre alla mia perseveranza nel voler terminare a tutti i costi al 100% un paio di giochini che ho lì (Pikmin 3 e Wind Waker HD), contribuisce alla cosa anche la presenza in famiglia di due bambini di 9 e 6 anni, che hanno trovato nella console di Nintendo un pretesto valido per divertirsi senza troppi patemi. Questo è ancor più vero da quando abbiamo iniziato a “scassarci” con Wii Party U, seguito di quel titolo da compagnia che già aveva segnato il passo nella scorsa generazione della casa giapponese.

Wii Party U, come dice il nome stesso, è un titolo che DEVE essere giocato insieme ad altre persone. Farsi attrarre da un titolo come questo, se siete lupi solitari, rischia di essere un errore grossolano, visto che tutta l’esperienza ruota attorno alla competizione spensierata, organizzata in minigiochi e minitornei. Gli onori di casa sono egregiamente svolti da due personaggi fittizi, chiamati Gelsomina Partitina e Gualtiero Festivaliero. La coppia di “presentatori” accompagna i giocatori in diverse discipline, suddivise in tre gruppi.

Il primo di questi si chiama, appunto, Giochi di Gruppo e prevede la presenza di quasi 70 minigiochi tra cui scegliere, per lo più ideati con un approccio competitivo, dove i giocatori si affrontano tutti contro tutti o organizzati in squadre. I minigiochi possono essere lanciati singolarmente, per una fruizione veloce e immediata, oppure attraverso altre formule, tra cui spicca una sorta di Gioco dell’Oca con tanto di tiro di dadi che – per intenderci – fa molto Mario Party. Quando viene messo sul piatto un numero così elevato di eventi, il rischio è che molti di questi non siano ispirati e che si risolvano in poco più che un divertissement di qualche minuto, per poi finire nel dimenticatoio. Fortunatamente, Wii Party U ha dalla sua un parco minigiochi riuscito, capace di divertire con continuità e che ha davvero poche cadute di stile.

Il secondo gruppo si chiama Giochi in Casa ed è composto da otto eventi più strutturati, in genere da vivere con più spensieratezza e in co-op, come Intrecciafalangi, Ballo Sincronizzato e Caccia ai Mii. Il terzo gruppo, infine, si chiama Giochi da Tavolo e raggruppa i minigiochi che devono essere affrontati usando il solo GamePad, come il Calcetto da Tavolo (il tipico Balilla) o Memoria Bestiale, una sorta di Memory per due persone. Questo ultimo gruppo è forse il meno riuscito dei tre, vuoi perché lo schermo del GamePad è resistivo (e quindi non multi-touch), voi perché comunque c’è meno immediatezza rispetto a moltissime delle trovate presenti in altri momenti.

Come detto e ripetuto, Wii Party U è un titolo da compagnia, perfetto per quelle serate in famiglia in cui aleggia nell’aria un po’ di noia. O anche, per i sabati tra amici, meglio ancora se distinti da un discreto tasso alcolico (sempre con moderazione, mi raccomando!). E anzi, mi spingo a dire che si tratta di uno dei più riusciti party-game degli ultimi anni, in virtù della notevole percentuale di minigiochi ben riusciti rispetto al totale. Il grosso problema, se vogliamo, è che per goderne appieno servono quattro Wiimote, oltre al GamePad: si tratta di un investimento importante, che molti potrebbero non aver finora compiuto. Consapevole della cosa, Nintendo ha pensato di fare come in passato, ovvero di mettere in commercio il gioco in bundle con un telecomando MotionPlus, a poco più di quello che vi costerebbe un Wiimote da solo. Mettiamola così: se avete già un Wii U, questo è il titolo ideale per far divertire un po’ tutti coloro che transitano per casa vostra.