Pokémon X e Y – Recensione

Sono dell’idea che, quando Nintendo cominciò a percorrere la strada dei mostriciattoli tascabili, la casa giapponese non si sarebbe certo aspettata di trovarsi nel 2013 con in mano un franchise che vale quanto il prodotto interno di un piccolo Stato. E invece, eccoci qui a parlare dell’ennesima incarnazione di Pokémon, che per la prima volta fa un po’ di cose. Ad esempio, per la prima volta esordisce su Nintendo 3DS. E per la prima volta ha un motore grafico poligonale. E per la prima volta porta i pokémon a megaevolversi. E per la prima volta… vabbé, avete capito. Discutiamone un po’, dai.

Basta una mezz’ora scarsa di gioco per accorgersi di alcune novità evidenti. Come detto, il motore grafico è ora tutto in treddì e la differenza si nota subito, sia durante l’esplorazione, sia nei combattimenti tra pokémon, pregni di un dettaglio finora sconosciuto alla serie. L’altra grossa sorpresa è che non è un professore a donarci il primo pokémon, ma lo sceglieremo tra i tre messi a disposizione dalla cerchia di amici del nostro (o della nostra) protagonista. Questo non significa che non incontreremo nessun professore durante la durata dell’avventura (il Prof. Platan, anzi, ci farà poco dopo un retro-dono, concedendoci il privilegio di aggiungere al gruppo Bulbasaur, Charmander o Squirtle), ma semplicemente che la narrazione punta fin da subito a creare un legame empatico tra noi e la cricca di allenatori in erba che iniziano la loro storia a Borgo Bozzetto, una cittadina della regione a forma di stella chiamata Kalos (regione, peraltro, bella grossa e densa di cose da fare). Tra l’altro, nelle primissime battute viene chiesto al giocatore di scegliere sesso e aspetto del suo alter ego, il quale può essere ulteriormente personalizzato nel look durante il corso dell’avventura, visitando appositi negozi.

È comunque addentrandosi nei meandri del gioco che si possono apprezzare novità ben più impattanti, a livello di gameplay. Tanto per cominciare, in Pokémon X e Y fa la sua comparsa un nuovo tipo, chiamato Folletto. La sua introduzione è funzionale a riequilibrare le cose, visto che il tipo Drago (raro quanto lo Spettro da incontrare, ma con pochissimi punti deboli) era parso ai più un po’ troppo “sgamato”: il pokémon tipo Folletto rappresenta il peggior nemico dei pokémon tipo Drago e rende quindi un po’ più semplice tenere botta contro mostri come Haxorus, le cui zanne popolano gli incubi degli allenatori di mezzo mondo. Il lavoro di cesello operato da Nintendo, da questo punto di vista, è stato notevole e pare davvero che la bilancia sia stata tarata al meglio.

L’altra grande novità riguarda la possibilità di megaevolversi. Alcuni pokémon evoluti possono compiere un ulteriore passo, chiamato appunto megaevoluzione, che consente loro non solo di avere una potenza maggiore in battaglia, ma anche di modificare la loro abilità e perfino il tipo. Megaevolvere un pokémon non è una cosa che si fa in un amen, ovviamente, ma richiede pazienza e parecchio lavoro da allenatore, oltre ad avere in inventario alcuni oggetti particolari come le Megapietre. Tra i pokémon che possono megaevolvere ci sono anche i tre classici che ci vengono donati dal Professor Platan, le cui forme megaevolute sono quanto di più potente si sia mai visto nella serie, ve lo posso assicurare!

Oltre a quelle appena descritte, esistono altre novità in Pokémon X e Y che impattano sul gameplay, anche se non in modo così evidente. Ad esempio, per le terre di Kalos è possibile prendere parte a lotte aeree, a solo uso e consumo di quei pokémon in grado di librarsi in aria. In altri frangenti, poi, può capitare di imbattersi in gruppi multipli di pokémon, che devono essere sconfitti tutti assieme. Se l’idea vi spaventa, beh… sappiate che non sono scontri particolarmente impegnativi, visto che si tratta semplicemente di spalmare su più fronti la medesima tattica e attaccare contemporaneamente target multipli, soprattutto in quei casi in cui l’orda di pokémon che abbiamo di fronte è composta dallo stesso mostriciattolo clonato cinque volte. L’introduzione del Super Allenamento Virtuale, invece, permette di praticare dei minigiochi che hanno lo scopo di raffinare ulteriormente i parametri dei pokémon, anche se il grosso della crescita dovrà avvenire sempre e comunque attraverso le lotte. Parallelamente, infine, gli sviluppatori hanno introdotto anche il cosiddetto Poké io&te, ovvero nient’altro che il tamagochi in formato pokémon: proprio come il Super Allenamento Virtuale, anche il Poké io&te, alla lunga, è in grado di ritoccare al rialzo la resa dei pokémon nelle lotte, anche se non dovete certo attendervi miracoli. Diciamo che entrambi rappresentano solo buoni diversivi, magari utili a occupare in maniera proficua i cinque minuti che mancano all’arrivo dell’autobus, ma non di più.

Al di fuori della questione gameplay, Pokémon X e Y segnano l’esordio di una funzione che nel 2013 non poteva mancare in un titolo così diffuso nel mondo, ovvero il Player Search System. Sostanzialmente, attraverso questo pannello (e in presenza di una connessione internet attiva, ovviamente) è possibile mettersi in contatto con i giocatori di tutto il mondo per organizzare lotte o scambi; oltretutto, gli allenatori che riteniamo più meritevoli possono essere inclusi in una sorta di Lista Amici, per mantenere aperto un canale di comunicazione costante nel tempo. Purtroppo, a causa di una limitazione sul codice di gioco (che non poteva in nessun modo connettersi a internet, pena stuolo di avvocati di Nintendo fuori dalla mia porta di casa un secondo dopo), non ho potuto testare l’effettiva bontà del Player Search System, così come le possibilità offerte da StreetPass e SpotPass, ma di certo ci tornerò sopra non appena Pokémon X e Y sarà uscito a scaffale.

Due parole conclusive sulla Banca Pokémon, un servizio online che sarà disponibile a partire da fine anno. Grazie ad essa, sotto forma di applicazione esterna al gioco, si potranno conservare su cloud tutti i nostri pokémon, fino a un massimo di tremila. Il grande plus della Banca, oltre al fatto di essere una copia di backup del nostro parco bestie, sarà la possibilità di trasferire velocemente più pokémon tra giochi diversi. Il servizio – ahimé – non sarà gratuito ma avrà un costo, che Nintendo non ha ancora comunicato. La speranza è che non vada a incidere troppo nelle tasche già sufficientemente tartassate degli appassionati.