Mario & Sonic ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 – Recensione

La prima domanda che mi sono posto, ancora prima di iniziare a scrivere questa recensione, è stata: c’era davvero bisogno di un Mario & Sonic ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014? Intanto cominciamo col dire che la bella e ridente Sochi (che in realtà si scrive Soci) è la capitale scelta dal Comitato Olimpico Internazionale per ospitare le Olimpiadi Invernali del 2014, che per la cronaca si terranno fra il 7 e il 23 febbraio. Mario e Sonic, un tempo acerrimi nemici e ora soci in affari, presenziano ormai da anni ai vari eventi in questione, a partire dal 2007/8, quando i Giochi si svolsero in quel di Pechino.
Non che siano mai stati dei capolavori, eh, diciamocela tutta. Titolo furbi, in grado di attirare le masse sbattendo in copertina personaggi fin troppi noti: una formula che fino a questo momento ha pagato, riuscendo sempre a generare buoni risultati al botteghino (diciamo così). Ma si sa, anche le migliori alchimie di marketing alla lunga finiscono col mostrare il fianco e oggi la cosa risulta più evidente che mai.

Questo ultimo sforzo di Sega, per dire, ha tutta l’aria di un compitino svolto con una marcata faciloneria, quasi fosse un gioco a metà fra la scorsa generazione e quella attuale. Guardate che non sto parlando di PS3 e PS4, ma di Wii e Wii U. Gli sviluppatori non si sono certo sforzati molto nel tentare di utilizzare al meglio le possibilità offerte dal GamePad, peccando quasi di superficialità. Perdonatemi, ma non ho afferrato bene il senso di un gioco sviluppato per una console, che alla fine della fiera ti costringe a usare per oltre metà del tempo un controller che, di base, potrei anche non avere. Per farla breve, se non avete un Wiimote con Wii MotionPlus (e magari anche il Nunchuck), beh… non potrete partecipare a un gran numero di competizioni (praticamente tutte quella a base di sci e pattinaggio). E non parlo di multiplayer, dove chiaramente non potreste fare altrimenti, ma di single, un particolare assolutamente ingiustificabile. Ovvio che simulare il movimento delle racchette da sci con il Wiimote è ben più soddisfacente (e affaticante), ma questo dovrebbe essere perlomeno opzionale, non obbligatorio.

Per il resto, non si può negare che vi siano un discreto numero di gare a cui prendere parte, comprendenti sci alpino, salto dal trampolino, bob, snowboard, hockey sul ghiaccio, curling e via discorrendo. Un po’ più ispirati, nella loro assurdità, gli eventi sogno, dove i creatori del gioco hanno potuto esprimersi con maggiore libertà, svincolati dal dover in qualche modo riprodurre una disciplina olimpica (della quale, in ogni caso, abbiamo sempre una rappresentazione piuttosto scanzonata). Chiaro che una produzione del genere vive principalmente della sua essenza multiplayer, intesa come allegra serata fra amici (e si spera anche amiche) alticci, che provano a cimentarsi con quelle robe lì, i giochini elettronici insomma… Era un concetto che funzionava a meraviglia sul Wii, meno, molto meno, su Wii U. Un po’ perché bisogna avere in casa una pletora di Wiimote (con MotionPlus incorporato, mi preme sottolineare), un po’ perché alcune scelte di design proprio non convincono. Ogni competizione, per esempio, costringere ad apprendere un determinato sistema di controllo, con tanto di tutorial iniziale, una scelta che mal si sposa con il concetto di party game. Anche perché questi passaggi risultano parecchio noiosi e alla lunga anche mediamente ammorbanti.

Cosa si salva? La grafica tutto sommato ce la fa, anche se a ben vedere non si tratta proprio di un titolo che spinge l’hardware al suo limite, anzi. Per lo meno sono garantiti i 30 fps fissi, un deciso passo avanti rispetto alle build mostrate allo scorso E3. Inutile sottolineare che si tratta di un contentino, per una produzione fondamentalmente insipida, sorta di banale raccolta di mini-giochi, dove il GamePad sembra quasi un’ingombrante presenza, invece di rappresentare il fulcro dell’esperienza di gioco.