Il reboot di Tomb Raider è stata una delle cose migliori che si siano viste lo scorso anno. Il qui presente lo ha gradito moltissimo (clicca per la recensione Ps3/Xbox 360), tanto da aver accolto la notizia di un’edizione “pompata” per le console di nuova generazione con un entusiasmo quasi adolescenziale (dico quasi, perché ormai quell’epoca risale a un secolo fa e non ne ho un ricordo molto lucido).
Del resto, non è che questa mia euforia paradossa fosse del tutto ingiustificata. Poco prima di Natale, il distributore italiano aveva organizzato una piccola sessione di gioco su PS4, dove potei immediatamente apprezzare la qualità di questo porting agli steroidi, rimanendo particolarmente sorpreso per la fluidità del tutto. Potete immaginare quindi la mia faccia quando qualcuno ha messo, nero su bianco, che il gioco avrebbe girato a 30 fps. Un errore di comprensione, sembra, almeno nel caso della console Sony: su Xbox One infatti i numeri paiono decisamente meno generosi.
Non voglio però divagare troppo, anche perché Tomb Raider, sulla piattaforma Microsoft, non ci è stato inviato in tempo utile per la recensione, quindi non posso proprio darvi le mie impressioni in merito. Quel che è certo, confermato da Crystal Dynamics stessa, è che entrambe le piattaforme offrono un frame rate sbloccato, ma mentre su PS4 la forbice si attesta fra i 45 e i 60 fps, su Xbox One si va dai 30 ai 45. Avendo completato la versione PlayStation 4, ho potuto constatare con i miei occhi questi dati: a mio avviso, la percentuale di momenti in cui la fluidità si spinge ai massimi livelli è ben superiore alle circostante dove il gioco perde colpi. C’è giusto una sequenza che mette in crisi l’engine: in pratica si tratta dell’area dove Lara incontra Roth, gravemente ferito e in lotta con i lupi. In quel frangente, fra vento, effetti ambientali, pioggia, lampi e via discorrendo, l’engine mostra un po’ il fianco, ma in realtà lo faceva anche sulle altre piattaforme. Ribadisco: si tratta di un caso isolato, non vi sono infatti altre criticità simili per tutto il resto del giocato. Mi ha fatto inoltre piacere constatare l’assenza di screen-tearing, dato che v-sync e triple buffering garantiscono un refresh video privo di sbavature. Spero diventi davvero una consuetudine in produzioni future.

Ovviamente la parte del leone, in questo upgrade visivo, non lo fa solo il frame-rate, ma anche la risoluzione: Tomb Raider gira a 1080p puri, senza upscaling di alcun genere, cui si affianca un efficace antialias software, probabilmente FXAA o un derivato di tale tecnologia. La pulizia generale e ulteriormente impreziosita da texture di qualità altissima: se su Xbox 360 e PS3, per evidenti costrizioni di memoria, la compressione era notevole, su PS4 gli sviluppatori non hanno dovuto sacrificare nulla. Tanto per farvi capire, parliamo di texture a risoluzione 4K. La qualità delle ambientazioni, già di suo decisamente elevata, ha subito un ulteriore boost, non solo a livello qualitativo, ma anche quantitativo. Inoltre, la fisica in generale ha compiuto un balzo in avanti non da poco: per esempio è possibile osservare le fronde degli alberi muoversi al vento, mentre prima rimanevano immobili; più in generale, gli effetti ambientali si presentano più concreti e visibili, rendendo ogni cosa più credibile.
Un grande update lo hanno subito anche gli shader. Liberi dalla schiavitù di GPU arcaiche, i programmatori hanno finalmente messo all’opera shader di livello DX11 in tutto il gioco. Non bastasse il subsurface scattering per la pelle di Lara (che, più di tutto, evita lo spiacevole effetto lucido che ha caratterizzato molteplici soggetti umani della scorsa generazione), è difficile non intravedere quanto sia migliorata la resa dei materiali.
Giustamente, tutto questa meraviglia visiva non poteva non coinvolgere la protagonista: Lara ha subito un notevole lifting al viso, tale da renderla quasi irriconoscibile. Il faccino da adolescente imbronciata è stato sostituito da tratti decisamente più adulti, anche se certi aspetti, come il taglio degli occhi, continuano a non convincermi. Come non mi ha entusiasmato un granché il TressFX: la nuova frontiera nella simulazione dei capelli, pur funzionando molto meglio rispetto alla prima versione PC, sembra incapace di reagire realisticamente alle correnti d’aria e c’è ancora molto lavoro da fare in tal senso. Altalenante anche la qualità delle shadow map, più che tutto nei particolari più vicini alla camera, come possono essere le ombre dei capelli sul viso di Lara. Sicuramente questo sarà uno degli aspetti sui quali dovranno concentrarsi gli sforzi dei programmatori nei prossimi anni.

Un discorso a parte lo merita il DualShock 4. Tomb Raider ne sfrutta numerose caratteristiche, dai messaggi radio (e alcuni effetti sonori) trasmessi attraverso lo speaker, alla light bar che alterna i colori rosso e giallo quando ci troviamo con una torcia in mano. Torcia che, fra l’altro, può essere accesa/spenta con uno swipe sul touchpad. La superficie tattile, come in altri giochi, è altresì utilizzata per muoversi sulla mappa, con lo zoom affidato al classico pinch. In teoria Tomb Raider: Definitive Edition presenta un’opzione legata ai sensori di movimento, ma a livello pratico non sembra essercene traccia. In ogni caso, a parte queste feature più o meno utili, quel che si apprezza maggiormente è la precisione degli stick analogici, che unita a tempi di risposta superiori (merito dell’incrementata fluidità), garantisce un gameplay ancora più solido e appagante, specialmente nelle sparatorie. Totalmente trascurabili invece i comandi vocali: il più delle volte non vengono recepiti dalla console e, quando lo sono, passa almeno un secondo e mezzo prima che vengano eseguiti.
Insomma, questa Definitive Edition non ha deluso affatto le aspettative. Il lavoro operato dai Nixxes su PS4 è senza dubbio degno di lode e si pone a un livello ben più elevato di un banale upscaling, come alcuni detrattori sostenevano. Questa è e rimane la migliore versione possibile: peccato solo per quel prezzo pieno, uno scotto che dubito invoglierà gli acquirenti delle versioni Xbox 360 e PS3 ad aprire nuovamente il portafoglio. Ed è un vero peccato.