So di averci messo più tempo del solito a scrivere la recensione di Steel Diver: Sub Wars, ma un po’ il lancio del nuovo sito e un po’ la voglia di provarlo a fondo mi hanno spinto fino a questo inizio aprile. D’altronde, sempre di mare si tratta, anche se all’interno di sottomarini, e quindi meglio parlarne quando la primavera ha già preso il sopravvento sull’inverno, laddove si comincia a sentire nelle ossa una gran voglia di vacanza.
A ogni modo, Steel Diver: Sub Wars è il seguito diretto di quello Steel Diver che aveva fatto capolino sui nostri 3DS al lancio della console, con la piccola differenza che quello era uno shooter a scorrimento orizzontale, mentre questo è un free to play in 3D, da giocare prevalentemente online. Come sia venuto in mente a Nintendo di “tuffarsi” (letteralmente!) nel mare dei free to play con un titolo di sottomarini non lo sapremo mai, ma quanto abbiamo tra le mani oggi è un titolo tutto sommato divertente, e quindi bene così, qualsiasi sia stata la scintilla che ha acceso il progetto.
Come detto Steel Diver: Sub Wars è un titolo free to play, il che significa poterlo scaricare gratuitamente da eShop senza metterci mezzo centesimo. Una volta presa confidenza con l’interfaccia (grazie a un veloce tutorial), possiamo scegliere se affrontare delle missioni in solitario o spingerci subito alla caccia di punti XP in partite online. In rete le lobby sono composte da otto giocatori (quattro per squadra), i quali si affrontano senza possibilità di respawn. I movimenti di un sottomarino sono ovviamente compassati, e quindi non aspettatevi uno sparatutto frenetico: questo non è Quake Arena, ma un titolo dove si sopravvive grazie a manovre evasive e dove si colpisce per primi solo se il sonar è stato utilizzato al meglio per prendere l’avversario da dietro.
Come al solito in questi casi, avventurarsi per il mare in solitario incedere non è il modo migliore per puntare alla vittoria; meglio quindi stare vicino a qualche compagno d’arme che dia supporto e copertura, col quale comunicare all’occorrenza per studiare una strategia comune. Peccato solo che le trasmissioni tra giocatori possano avvenire solo attraverso il codice morse: un’idea sulla carta affascinante, ma che si scontra subito con i difetti di un metodo di comunicazione pesante e tutt’altro che pratico. Nelle missioni in singolo, così come nel multiplayer, è poi possibile scovare qua e là dei membri che possono essere aggiunti alla nostra ciurma e che vanno a modificare alcuni parametri base del nostro sottomarino, a volte anche in modo importante.

Volendo spendere qualche soldo, Steel Diver: Sub Wars propone lo sblocco di una modalità detta Premium, in cambio di una decina di euro. Gli utenti Premium hanno il vantaggio di avere sette missioni single player giocabili (al posto delle due della versione free), diciotto sottomarini (contro due), la possibilità di avere a bordo cinque membri dell’equipaggio (contro due) e tutta una serie di personalizzazioni estetiche, utili per rendere colorato e cattivo quanto basta il nostro sottomarino. Fortunatamente, il sistema di matchmaking funziona abbastanza bene da evitare che nella stessa partita siano presenti formazioni squilibrate di sommergibili, tanto più che è perfino possibile filtrare i match per territorio e trovarsi a giocare con tutta gente dello stesso paese. Un peccato, invece, che Steel Diver: Sub Wars non dia la possibilità di organizzare lobby tra amici, ma si limiti a buttarci in una partita a caso.
Due ultime parole sul comparto tecnico. Non c’è da attendersi chissà quali strabilianti effetti speciali da un titolo come questo, che però fa il suo, rimanendo sempre chiaro nell’esposizione degli accadimenti a schermo, complice anche la lentezza con cui si muovono i batiscafi nel campo di battaglia. Il 3D funziona peraltro bene, anche se alla lunga l’occhio si stanca parecchio e viene naturale rinunciare alla stereoscopia in favore del più classico 2D.