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Scrivere la recensione di un titolo come Tomodachi Life non è una cosa che capita tutti i giorni a chi fa questo lavoro. La forte componente casual, che lo piazza in cima ai titoli “accessibili a tutti” (almeno su Nintendo 3DS), ha il difetto di starare completamente il metro di giudizio canonico, spostando tutto su un altro piano. A voler ben vedere, non sarebbe quasi nemmeno il caso di parlare di recensione, se non fosse per la presenza di quel numerino lì a fondo pagina, che comunque sta solo a indicare quanto sia divertente lasciarsi trasportare da questo atipico prodotto, fosse anche solo per qualche minuto al giorno, mentre si aspetta l’autobus o prima di spegnere definitivamente la luce sul comodino di fianco al letto.
Ma cos’è Tomodachi Life? Difficile dirlo. Se avete presente Animal Crossing, Tomodachi Life è un suo lontano parente. Molto lontano, a dirla tutta, ma comunque parente. Una sorta di cugino di secondo grado, che ci mette alle prese con un’isola inizialmente disabitata e che viene poco alla volta popolata da tutti i Mii che vorremo importare dal roster presente sulla console. Il primo abitante è il nostro clone, cui seguono via via tutti gli altri, lanciati all’avventura dopo una fase di import che ci permette di aggiungere ulteriori dettagli, per lo più legati alla personalità. Tratteggiare il carattere di ciascun Mii non è un esercizio futile, visto che da questa operazione dipendono tutte le relazioni che intercorrono sull’isola, da quelle di semplice amicizia a quelle più profonde, distinte dal nobile sentimento dell’amore.
Ogni nuovo abitante occupa d’ufficio uno degli appartamenti presenti nell’edificio principale. Mano a mano che passano le ore di gioco si sbloccano un sacco di attività, così che i Mii possano uscire di casa e dedicarsi alle cose più disparate. Serve un vestitino nuovo? Nessun problema, visto che il negozio di abiti è tra le prime attività commerciali che fanno capolino sull’isola. Uno dei vostri Mii ha un crampo allo stomaco e non ci vede più dalla fame? Fategli un favore: recatevi al negozio di cibarie a comprategli una bella Fiesta. Stare dietro alle necessità di tutti, quando la popolazione supera un certo numero, non è cosa da poco, giacché i Mii sono solerti nel renderci partecipi dei loro problemi, piccoli e grandi che siano. Non per nulla, quando vogliono attriare la nostra attenzione compare sulla loro testa un fumetto abbastanza esplicito, davvero difficile da ignorare.
Ugualmente, i Mii ci cercano per un consiglio quando vogliono intraprendere relazioni con altri. Un abitante potrebbe chiederci quale sia il miglior approccio da usare per diventare amico del proprio vicino di appartamento; starà a noi suggerirgli l’atteggiamento da tenere, cercando il più possibile di assecondare le personalità che noi stessi abbiamo fornito a entrambi durante la fase di import. Oppure ci prende male l’idea che sussista una relazione di amicizia tra i due, e quindi possiamo convincere il personaggio a desistere dal suo intento, o financo consigliarlo “male”, in modo che l’incontro finisca in rissa. Una volta che due Mii diventano amici per la pelle tenderanno a passare buona parte della giornata assieme, sempre che non accada qualcosa che rompa l’incantesimo (come la gelosia per l’arrivo di un inatteso partner di uno dei due). Le situazioni amorose funzionano col medesimo principio, con la differenza che i due Mii possono spingersi oltre e perfino prolificare, aumentando ulteriormente la popolazione dell’isola.
Tomodachi Life è quindi un grande parco di incontri a cielo aperto, dove i Mii sono sostanzialmente indipendenti e agiscono di propria iniziativa. Quello che può fare il giocatore è, come detto, di “indirizzare” alcune scelte, oltre a proporre lo svolgimento di alcune attività particolari, o financo partecipare a minigiochi suggeriti direttamente dagli stessi abitanti. I Mii salgono di livello mano a mano che risolviamo loro i problemi quotidiani; a ogni level-up consegue un “regalo” a scelta, come un nuovo arredamento per l’appartamento o una canzone che lo stesso Mii potrà cantare a richiesta sul palco degli spettacoli (magari formando un gruppo, assieme ad altri personaggi). In Tomodachi Life è molto divertente “lurkare” e osservare come si relazionano gli abitanti, ma il giocatore attivo ha comunque sempre qualcosa da fare per tenere alto il tasso di attività.
La cosa assai divertente (e, se vogliamo, atipica) di Tomodachi Life è che i Mii possono essere “la chiunque”, il che porta a un incrocio di strade quantomeno curioso. Ad esempio, sulla mia isola un carissimo amico d’infanzia si è da poco fidanzato con Marilyn Monroe, mia nonna condivide la passione per la musica con Rick di The Walking Dead mentre Dexter Morgan è (incredibilmente) diventato il miglior amico di Sheldon Cooper. Non c’è davvero limite alla fantasia, e se non avete voglia di perdere ore nel Centro di Creazione Mii vi basta fare capolino su uno qualsiasi dei siti dedicati presenti in rete che vi sollevano da ogni fatica, grazie all’uso dei QR Code.
Non manca, ovviamente, il supporto a StreetPass, grazie al quale i Mii di altre partite possono venire a fare visita alla notra isola e con i quali possiamo interagire in diversi modi. Allo stesso modo, alla fase di importazione di un abitante possono concorrere tutti i Mii presenti nella Piazza e che avremo quindi incontrato portandoci il nostro 3DS in tasca in metropolitana.