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Esattamente un anno dopo l’arrivo nei negozi di Company of Heroes 2, Relic Entertainment pubblica la prima espansione per il suo strategico ambientato nella Seconda Guerra Mondiale. Con The Western Front Armies ci lasciamo alle spalle l’offensiva tedesca ai danni dell’Unione Sovietica: come suggerisce il nome del DLC, questa volta ci toccherà combattere sul fronte occidentale del conflitto. Per farlo non sarà nemmeno necessario possedere il gioco base: The Western Front Armies è infatti un’espansione stand-alone.
La prima novità degna di nota di questo add-on è direttamente collegata al cambio di ambientazione: dimenticate le steppe innevate della Grande Madre Russia e le desolate città in rovina distrutte dall’avanzata dell’armata del Reich, questa volta le mappe di gioco si ispirano ai rigogliosi campi francesi, alle sue foreste e ai piccoli borghi mitteleuropei. Di conseguenza gli otto nuovi campi di battaglia offrono fresche opzioni tattiche, derivanti dai numerosi passaggi stretti cittadini e dalle strategiche alture delle campagne d’Oltralpe. Per di più, chi non possiede Company of Heroes 2 avrà comunque accesso a tutte le mappe del fronte orientale.
The Western Front Armies introduce inoltre due fazioni completamente nuove: gli americani dell’US Forces e i nazisti dell’Oberkommando West. L’esercito statunitense incarna appieno la filosofia del generale Eisenhower, la cui parola d’ordine era versatilità: le forze americane possono vantare unità equilibrate, sia meccanizzate che di fanteria. Oltretutto la base è già interamente operativa e non c’è bisogno di costruire alcun edificio di supporto per ottenere le squadre più avanzate. Un particolare importante, poi, riguarda la capacità di schierare uomini aviotrasportati oltre le linee nemiche, questo per cogliere di sorpresa gli avversari attaccandoli sui fronti esposti, oppure semplicemente per conquistare i punti di controllo più remoti.
La nuova fazione tedesca, al contrario, non poteva essere più diversa: qui è essenziale la specializzazione. Le truppe dell’alto comando nazista sono più avanzate ma anche più costose in termini di risorse. L’Oberkommando può contare su unità meccanizzate potenzialmente inarrestabili, a costo di soffrire molto durante le prime fasi della partita. A questo proposito, un aiuto consistente proviene dai granatieri del popolo, la spina dorsale dell’esercito teutonico, in grado di costruire barricate improvvisate sul campo di battaglia e trincerarsi per difendere le varie postazioni conquistate. A chiudere il cerchio ci pensa un quartier generale modulare: gli edifici tedeschi non sono altro che camion convertiti in posti di comando mobile. Invece di essere limitati alla sola zona iniziale, è possibile spostare i mezzi e di conseguenza installare delle mini-basi in qualsiasi punto sulla mappa, a condizione che il relativo punto di controllo sia stato conquistato.

Purtroppo però non è possibile portare in battaglia i nuovi eserciti in una campagna appositamente creata: manca una modalità per giocatore singolo in cui affrontare la controffensiva alleata ai danni dell’esercito nazista e l’unica opzione single player presente è la classica schermaglia contro la CPU. Anche in questa espansione l’intelligenza artificiale saprà offrire un livello di sfida più che adeguato, ma una campagna a missioni avrebbe certamente rappresentato un valore aggiunto non indifferente.
È chiaro quindi che il motivo d’essere del DLC risiede nel comparto multiplayer: le sfide con altri giocatori in carne e ossa godranno di una rinnovata profondità strategica grazie alle nuove fazioni e mappe. È stato rivisto anche il sistema di ricompense e di progressione del profilo del giocatore: alla fine di ogni partita vengono assegnati dei punti esperienza, sia in caso di vittoria che di sconfitta, e a ogni passaggio di livello vi è la possibilità di ricevere alcuni potenziamenti casuali per i propri eserciti. Gli oggetti possono essere inediti comandanti, i quali offrono abilità uniche da sfruttare durante le battaglie, oppure nuovi bollettini informativi, che potenziano in maniera passiva alcune unità specifiche.
Purtroppo resta immutato il grande difetto di Company of Heroes 2: l’engine. Nulla è stato fatto per alleggerire il motore grafico: nonostante resti abbastanza scalabile, le opzioni di dettaglio più elevate restano una prerogativa degli hardware più prestanti. The Western Front Armies è comunque in grado di girare in maniera più che decorosa su configurazioni meno recenti, ma dopo un anno era lecito aspettarsi uno sforzo maggiore nell’ottimizzazione da parte dei ragazzi di Relic.