Divinity Original Sin

È nato prima il videogioco o Kickstarter? Bella questione, una alla quale non saprei più come rispondere. Cambiando domanda, se chiedete ai ragazzi di Larian Studios (artefici dei giochi dell’universo di Divine Divinity) qual è il miglior RPG di sempre la risposta sarà sicuramente più immediata e diretta. Sempre imitato ma (molto) raramente eguagliato, Ultima VII si è imposto come punto di riferimento fermo e inamovibile per tutti i giocatori di ruolo muniti di un robusto 386 nel 1992, e da quel trono il buon Lord British non si è più spostato. Ecco, l’opera omnia di Garriott è stato il traguardo preposto dai Larian sulla celebre piattaforma di crowdfunding: un’ambizione mica da ridere, che ha fruttato attorno a un milione di dollari di raccolta. Vediamo com’è andata.

TWO’S A PARTY!

La cittadina costiera di Cysael è scossa da un omicidio avvenuto tra le sue mura, e purtroppo si tratta solo della punta di un iceberg ben più grosso. Non è quindi consolante che la gilda abbia inviato sul posto una coppia di Source Hunter per indagare su un delitto che pare avere a che fare con la magia nera; e questo proprio quando la milizia locale ha le mani legate per l’ennesima incursione orchesca, magari mentre i non morti si accalcano contro le mura, tanto per non farsi mancare nulla. I due protagonisti possono essere creati all’inizio del gioco, magari ricalcando alcuni stereotipi fantasy pre impostati, ma nulla ci obbliga, livello dopo livello, di sviluppare i tratti del dinamico duo in maniera del tutto inaspettata, sfociando nel multiclasse puro.

A parte abilità più o meno mondane, come abilità marziali e padronanza di varie scuole elementali, la scelta dei talenti prevede alcune opzioni più particolari, come la possibilità di parlare agli animali. Ma la parte del leone la fa sicuramente l’interazione con i fondali, dettagliati e vibranti in virtù di un azzeccato uso del colore. Gli oggetti possono essere presi (occhio ai legittimi proprietari, se sono nei paraggi), impilati o liberamente spostati, per indagare a fondo nei vari ambienti o risolvere enigmi. Una grata per terra esala un gas nocivo? Basta tapparla con una cassa lanciata nel punto adatto e avremo strada libera.

Questo può tornare utile anche nei combattimenti, che assumono una veste tutta nuova grazie all’inedita interazione tra gli elementi. Un acquazzone scatenato magicamente bagna personaggi e nemici, rendendoli vulnerabili al propagarsi di scariche elettriche, così come una saetta indirizzata ad uno specchio d’acqua regalerà un’esperienza folgorante a tutti i malcapitati a mollo. Ma può anche estinguere un incendio che impedisce l’avanzata dei nostri guerrieri (a proposito, il party prevede un massimo di quattro membri), creando in questo modo una nube di vapore per impedire la visibilità a arcieri e maghi. A sua volta, questa può essere elettrizzata per generare una coltre statica che paralizzerà gli incauti, mentre del vapore velenoso, con il piccolo aiuto di una palla di fuoco, scatenerà una violenta esplosione. Non vado oltre con gli esempi, ma le combo da ideare a seconda della conformazione del campo di battaglia sono davvero parecchie. Il gioco, del resto, non fa sconti a nessuno, opponendo al giocatore nugoli di nemici agguerriti e spesso con qualche livello in più. Se venite brutalmente trucidati, quindi, fate un altro tentativo, magari dando uno sguardo a quello che vedete attorno. Non si sa mai.

Non l'asciatevi ingannare dalla prospettiva old-school: questo è un gioco che sa essere anche moderno in molte cose.
Non lasciatevi ingannare dalla prospettiva old-school: questo è un gioco che sa essere anche moderno in molte cose.

RICETTE PER TUTTI

L’interazione con gli NPC è molto buona. Generalmente si può instaurare un baratto con ogni avventore, quindi parole e atti vanno valutati con il dovuto senno per evitare che i prezzi schizzino alle stelle o che l’interlocutore ci risponda a muso duro, complicandoci la vita. Molte quest possono essere risolte con la giusta parlantina, arrivando a attivare un mini gioco stile carta-forbice-sasso come ultima risorsa quando il punto d’accordo sembrerà irraggiungibile. In questo caso i bonus caratteriali dei personaggi coinvolti saranno tenuti in conto, ma se proprio vi divertite a giocare il classico bruto scontroso come un orso (no problem, ci sono anche bonus per l’intimidazione, a seconda dell’approccio), potete risparmiare qualche spicciolo creando da voi cibo, pozioni e oggetti vari.

Basta qualche punto negli appositi talenti e gli attrezzi del mestiere riposti nell’inventario per creare armi e equipaggiamento, trascinando semplicemente gli ingredienti l’uno sull’altro per godere del frutto della nostra fatica. Il bello è che il risultato così ottenuto può essere a sua volta combinato con altri: non si tratta di selezionare l’oggetto desiderato da una lista (come spesso accade), ma è necessario sperimentare, passo passo, tra successi e fallimenti. L’intuizione comanda in questo caso, ma qualche spunto può arrivare spulciando tra libri e pergamene.

QUEL POCO CHE NON VA

Dal punto di vista tecnico, Divinity: Original Sin si comporta bene anche pompando la grafica a Ultra su sistemi non recentissimi. Merito dell’ottimizzazione da parte dei Larian Studios, che però ha avuto il suo costo sul budget raccolto, tagliando fuori alcune cose. La vittima maggiormente compianta è il ciclo giorno/notte, che condanna la popolazione di Cysael e dintorni a una veglia perenne. Si parlava del ciclo giornaliero degli NPC, che si sarebbero dovuti occupare delle loro faccende, cenando e andando a letto, ma niente da fare. Lo stesso per le condizioni metereologiche dinamiche che, con tutto il lavoro che sta dietro all’interazione tra gli elementi di cui parlavamo qualche riga più in alto, sarebbe stato un interessante elemento a sorpresa. Invece no: provate ad avventurarvi fuori dalle mura cittadine e vi imbatterete nelle stesse precipitazioni, come la nuvola da impiegato di fantozziana memoria. Qualche passo indietro ed ecco tornare il sole, puntuale come un orologio svizzero. Un vero peccato, così come si storce il naso di fronte all’assenza di mezzi di trasporto che non siano i soliti teletrasporti.

C’è però speranza nel futuro: se da una parte il supporto dei Laria è rincuorante grazie a frequenti aggiornamenti, dall’altra il supporto per le mod e l’editor incluso al momento dell’acquisto aprono la strada a fan volenterosi. Che magari, già che ci sono, riusciranno anche a dare uno scopo all’acerba modalità multigiocatore, divertente quanto vuoi (battibeccare su questa o quella questione con un compagno umano fa molto gioco di ruolo) ma non molto esaltante, dato che i progressi dell’avventura vissuta assieme verranno salvati solamente sul computer dell’host di turno.