Se come noi adorate le tastiere meccaniche e il feeling unico che sono in grado di regalare, sia nell’ambito ludico che in quello quotidiano (scrivere, chattare ecc.), non c’è bisogno di perdere troppo tempo a spiegare i vantaggi di una simile soluzione rispetto alle più tradizionali – ed economiche – tastiere a membrana. Spoiler: se già possedete una tastiera meccanica di buon livello, non ci sono motivi imprescindibili per cui l’edizione 2014 della Razer BlackWidow Ultimate dovrebbe sostituire quella che già avete sulla scrivania. Se invece vi siete sempre accontentati di una plasticaccia cinese del supermercato da 10 euro, l’ultima novità di Razer potrebbe essere l’occasione giusta per uno degli upgrade più importanti per chi passa parecchio tempo davanti al PC, nonché uno dei più – ingiustamente – trascurati.
QUESTIONE DI FEELING
Dal punto di vista estetico, le differenze rispetto al modello dello scorso anno sono nulle: stesse dimensioni, stesso peso, stesso layout completo, con tanto di tastierino numerico, cinque tasti macro posti sulla sinistra e i pulsanti per passare alla modalità “gaming”. Le novità sono tutte “sotto il cofano“, come si suol dire in questi casi, a cominciare dagli switch meccanici, sviluppati dalla stessa Razer. Abbandonati i tradizionali Cherry MX che equipaggiano praticamente ogni dispositivo di questo genere, la BlackWidow monta interruttori concepiti per assecondare al meglio le esigenze dei giocatori, e per resistere più a lungo. Non stiamo parlando di rivoluzioni copernicane, ma di modifiche nell’ordine dei decimi di millimetro: senza perdersi in cifre inutili, basti dire che è stata ridotta la distanza di attuazione e di reset del tasto, ossia quanto “scende” prima di registrare l’impulso del giocatore, e quanto ci mette a risalire prima di poterne registrare un successivo. Questo significa che, a parità di forza nelle dita, la risposta della tastiera arriva prima. La BlackWidow è disponibile con due diverse tipologie di switch: quelli nel tradizionale verde Razer, l’equivalente dei Cherry MX Blue (con il loro caratteristico, e per alcuni troppo rumoroso, clic), e in arancione, equivalenti ai più silenziosi MX Brown. Per la gioia di chi condivide l’ufficio con noi, la versione in prova era quella con gli switch verdi!
Per quel che riguarda la robustezza, Razer garantisce i tasti per 60 milioni di click, contro i “soli” 50 di Cherry. Cifre esorbitanti, indubbiamente, ma pensate a quante centinaia di volte premiamo i tasti durante una sessione di gioco, capite bene che “more is better”. All’atto pratico, la differenza nell’uso di tutti i giorni è quasi impercettibile rispetto alle tastiere con switch tradizionali (i Cherry MX Blue, in questo caso), con lo stesso, ottimo feeling tattile. Sul fronte ludico le differenze sono più evidenti, per quanto minime, e la maggior velocità nei tempi di risposta emerge in maniera piuttosto netta. Intendiamoci, niente per cui sperare di compiere un inatteso balzo in avanti nelle classifiche online, o di diventare tout-court giocatori migliori, ma comunque un piccolo “boost” che di certo non guasta. Se poi avete sempre giocato con tastiere a membrana, il miglioramento sarà evidente fin da subito.
MANINE UNTE DI NUTELLA
Il design della BlackWidow, dicevamo, è il medesimo dello scorso anno, con gli stessi problemi dell’edizione 2013: a fronte dell’ottima finitura semilucida dei tasti e della caratteristica stampa delle lettere, il corpo vero e proprio della tastiera ha una finitura opaca che attira ditate e grasso in maniera evidente e fastidiosa, se siete persone che fa caso a queste cose. Ancora, non ci piace per niente l’assenza di un poggiapolsi, che riteniamo fondamentale per poter lavorare (e giocare) senza doversi preoccupare troppo delle articolazioni: la soluzione migliore sarebbe stata prevederne almeno uno rimovibile, e visto il prezzo della tastiera, non ci sembra di chiedere troppo.
La periferica si collega al PC con un doppio cavo USB (schermato, rispetto al modello precedente), mentre sul lato destro presenta jack per cuffie e microfono e una presa USB 2.0: un po’ pochino, onestamente. A parte il supporto per il protocollo 3.0, che nel 2014 dovrebbe essere obbligatorio, ci saremmo attesi almeno un paio di uscite USB (considerato che la tastiera stessa ne richiede due).
L’illuminazione dei singoli tasti è nel caratteristico colore verde, e i driver Razer Synapse consentono di impostarla su quattro diversi livelli di intensità. Ancora, tramite il software di gestione è possibile creare profili utente, ridefinire ogni singolo tasto, registrare le macro e attivare/disattivare la modalità gaming, per disabilitare i comandi Alt-Tab, Alt-F4 e il tasto Windows.
Tirando le somme, l’edizione 2014 di Razer Blackwidow Ultimate è un buon prodotto, pensato espressamente per i giocatori: all’atto pratico, nell’ambito ludico si notano piccoli miglioramenti rispetto alle tastiere meccaniche con switch Cherry MX Blue, mentre nell’uso quotidiano le differenze sono di fatto impercettibili. Ottima la qualità costruttiva, la robustezza dei tasti e la sensazione di solidità. A fronte di un prezzo di acquisto consigliato di 139,99 €, però, ci saremmo aspettati una dotazione “extra” di livello superiore. Se state meditando di fare il “salto” e abbandonare le tastiere a membrana, fatelo subito, però sappiate che ci sono prodotti equivalenti che costano un po’ meno; per questa cifra, invece, ce ne sono di più interessanti.