Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars – Recensione

Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars

Quel fedifrago di Mario è ancora all’opera: messa da parte la principessa Peach, il baffuto eroe del Regno dei Funghi torna a dedicarsi al suo primo amore Pauline, guarda caso rapita dall’abitudinario Donkey Kong. Poi magari si scopre che ci sono diversi universi Nintendo, come nei fumetti Marvel, e in ognuno Mario ha una ragazza diversa, sempre bellissima. Si sa, gli idraulici per definizione acchiappano un sacco. A ogni modo, benvenuti alla recensione di Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars.

STEP BY STEP, HEARTH TO EARTH…

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Retrotrivia #1

L’originale Donkey Kong generò una vera e propria febbre nella golden age dei videogiochi arcade, tanto che i cloni sui sistemi casalinghi non si contano. La migliore versione ufficiale? Alla faccia di quella NES, popolarissima ma priva del livello 50m (la cosiddetta “pie factory”), la palma se l’aggiudica l’adattamento per Amstrad CPC (1986) ad opera di Arcana Software Design. C’è tutto, dalle tempistiche agli intermezzi, passando, ovviamente, per la totalità degli schemi. Ogni cosa è al suo posto, compresa la difficoltà che aumenta nel modo giusto, ad ogni loop. Un piccolo miracolo di programmazione occidentale in grado di scansare dal trono l’impeccabile (fino ad allora) versione per Atari 800.[/box_articoli]E sei. Siamo al sesto capitolo della serie Mario vs Donkey Kong, se vogliamo ignorare per forza il meraviglioso Donkey Kong per Gameboy, uscito nel 1994 nonché prototipo per il primo episodio della saga dei Mini Mario, pubblicato su un lontano GBA nel 2004. Da allora salti e piattaforme hanno lasciato il posto a uno schema di gioco à la Lemmings, dove versioni giocattolo degli eroi Nintendo vanno condotti verso l’uscita del livello evitando ostacoli e nemici. Se eravate fan di Mini-Land Mayhem! (Parapiglia a Minilandia, qui da noi) gioite: il qui presente Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars ha parecchio in comune con quell’episodio, dalle meccaniche alla condivisione dei contenuti. “Condivisione” è infatti la parola d’ordine: il gioco è il primo titolo Nintendo cross-buy, nonché il debutto della saga su una console casalinga. Se lo comprate su Wii U riceverete quindi un codice per scaricarlo anche su 3DS, e viceversa; un’idea che allargherà la base d’utenza del titolo, aumentando di conseguenza l’offerta dei livelli creati dagli utenti nella nuova sezione cantiere.

Grazie alla versatilità del Miiverse questa caratteristica potrebbe esplodere, garantendo una longevità straordinaria a tutti gli appassionati, anche grazie all’economia che gira dietro il tutto. È semplice e ingegnoso: crei un livello e lo pubblichi online; ogni volta che qualcuno lo gioca guadagni delle stelle, che possono essere anche donate come apprezzamento verso le creazioni più geniali, ottenendo eventualmente in cambio uno degli esclusivi timbri con cui personalizzare i messaggi su Miiverse. Le stelle sono la valuta da investire per comprare nuovi elementi nel cantiere, dagli scenari ai diversi tipi di bambolotti meccanici, colmi d’amore nintendiano. In questo modo gli architetti più in gamba avranno a disposizione nuovi pezzi e personalizzazioni per generare livelli sempre più interessanti e giocabili; a tal proposito, per evitare che l’offerta venga saturata da percorsi di guerra degni del Sergente Hartman, ogni creazione deve essere giocata e completata dal suo creatore, raccogliendo eventuali monete bonus, prima di essere caricata online a disposizione della comunità.

Mario vs Donkey Kong Tipping Stars recensione immagine 2

…LEFT RIGHT LEFT, WE ALL FALL DOWN…

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Retrotrivia #2

Donkey Kong fu una killer application micidiale per lo straordinario ColecoVision, e la sua storia è memorabile. Eric Bromley della Coleco vide il coin-op per caso, mentre cercava il gabinetto durante una visita agli uffici di Nintendo, mirata a procacciare licenze per la loro prossima console. Seguirono trattative tra Stati Uniti e Giappone condotti sul filo del rasoio tra fusi orari impossibili e una cena assieme a Hiroshi Yamauchi e sua figlia Yoko, con tanto di contratto simbolicamente scritto su un tovagliolo. Alla fine Nintendo, all’alba del CES del 1982, era sul punto di cedere la licenza a Atari, ma Eric tornò alla carica, comprensibilmente stizzito. Alla fine Coleco si accaparrò i diritti per lo scimmione lancia barili, compresa la sua conversione sulla rivale Intellivision…[/box_articoli]
Il gioco, come accennato prima, riprende le apprezzate meccaniche di Parapiglia in Minilandia: i Minis si mettono in marcia una volta toccati con lo stilo e proseguiranno testardamente sulla loro strada. A questo punto è compito del giocatore unire dei rivetti per creare ponti o rampe con cui influenzare il loro percorso e indirizzarli verso la porta che segna la fine del livello. Questo almeno all’inizio, perché andando avanti si uniranno altri elementi da posizionare sull’avanzata dei nostri protetti, come trampolini, nastri trasportatori e ascensori. Più in là le cose si complicheranno con diverse tipologie di Minis tra cui quelli posseduti, letali per i giocattoli “buoni” e invulnerabili a trabocchetti vari. Questi dovranno essere rinsaviti con un salutare colpo in testa, ma solo dopo che i vostri giocattoli entreranno in contatto con uno dei martelli.

Prima ancora c’è da comprendere il concetto degli elementi dispiegabili: i passaggi creati con lo stilo costano materiali, disponibili in numero limitato. Da qui la necessità di ritrarre un ponte appena costruito, ad esempio, per avere i materiali sufficienti a erigere un muro subito dopo. In questo modo la topografia dei livelli muta continuamente a seconda della posizione di quei dannati giocattolini a molla, che proprio non vogliono saperne di restare fermi un attimo, donando un’ulteriore strato di frenesia a un rompicapo già di per sé stimolante. C’è parecchia carne sul fuoco: il gioco decolla con calma, aggiungendo elementi e complicando le sfide gradualmente, alzando l’asticella della difficoltà progressivamente, in modo che il giocatore possa assimilare le nuove meccaniche, un livello alla volta. Tipico Nintendo, e ne siamo felici.

Mario vs Donkey Kong Tipping Stars recensione immagine 3

Le stelle possono essere guadagnate anche giocando semplicemente i vari livelli. Ce ne sono circa sessanta nella modalità storia, ma ventiquattro sfide extra si renderanno disponibili in seguito all’acquisizione di un determinato numero dei trofei più prestigiosi, ottenibili terminando i livelli in fretta e raccogliendo tutte le monete. Questi quadri bonus sono considerevolmente più cervellotici degli altri, ma rappresentano la sfida più adatta per chi ha fatto incetta di coppe d’oro ed è alla ricerca di una sfida degna.

…LIKE TOY SOLDIERS!

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Retrotrivia #3

La storia della Coleco e di Donkey Kong non è mica finita: la Connecticut Leather Company realizzò la conversione per la rivale Intellivision, realizzando uno dei più memorabili disastri nella carriera della console Mattel. La storia vuole che il gioco venne creato appositamente in quel modo per essere confrontato impietosamente con la splendida alternativa su ColecoVision. Ironia della sorte, era stata la stessa Mattel a dare il via alla prima console war, con una campagna costata sei milioni di dollari, dove il giornalista George Plimpton comparava i titoli di punta di Intellivision con quelli su Atari VCS, graficamente molto più primitivi.[/box_articoli]
Tipping Stars è un gioco da vivere in punta di stilo, in ogni suo aspetto. Dal gioco vero e proprio all’accessibilissima modalità cantiere, difficilmente distoglierete gli occhi dalla vostra ideale tavolozza, rendendo superfluo il secondo schermo, sia che si tratti della TV di casa che della parte superiore del vostro 3DS. Proprio per questo Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars è di uno dei titoli che sfruttano meno la ragion d’essere della console portatile, con un uso della terza dimensione praticamente assente. Volendo proprio scegliere una delle due piattaforme, la mia preferenza va a Wii U, con lo schermo del tablet più grande e pratico da utilizzare. Esteticamente, quelli di Nintendo confermano la loro reputazione di giocattoli digitali, con un look colorato, piacevole e funzionale allo stesso tempo, sottolineato da colonne sonore che ripropongono tracce audio prelevate dalle precedenti avventure dell’italico baffone. Da notare che lo scambio dei contenuti tramite Miiverse è universale; in questo modo i possessori di Wii U potranno giocare le opere create dai possessori di 3DS; ovviamente, vale anche il contrario. L’unica clausola è legata allo scambio di stelle e timbri, gestiti separatamente per le due versioni di Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars, anche se registrate con lo stesso Nintendo Network ID. Bizzarro, ma ce ne faremo una ragione.