Ride – Recensione

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Tre settimane fa vi avevo raccontato della mia prima esperienza nel club motociclistico esclusivo di Milestone, fra tute griffate e un parterre di motociclette davvero impressionante. Siccome il Conte l’altro giorno è diventato di un anno più ve… maturo, abbiamo deciso di regalargli la tessera e farlo sentire bello, giovane e con i capelli al vento, pronto a macinare l’asfalto insieme a me sulle strade costiere della Francia del Sud. Come due giovinastri di primo pelo abbiamo affrontato le tortuose strade di Milestone senza indugi: io a bordo del mio fedele PC, lui su una fiammante PS4. Il risultato è quello che potete leggere qui: un viaggio fra le luci e ombre di un titolo ambizioso, ma a tratti anche controverso. Per cui, casco ben allacciato e una sola massima in testa, prima di andare a tutto gas: le strade dritte sono fatte per le moto veloci, quelle piene di curve, invece, sono per i piloti veloci (usti… che perla! n.d.Ivan).

SEI COME LA MIA MOTO

Davide: Al centro di Ride ci sono le motociclette: il titolo di Milestone è una celebrazione, quasi ossessiva, della bellezza dell’intero universo connesso alle due ruote. Le oltre 100 moto disponibili, la cura maniacale dei dettagli e la presenza di tutta una serie di parti meccaniche e accessori reali rappresentano il fiore all’occhiello di una produzione che vuole essere il nuovo Tourist Trophy sin dal primo momento in cui lo si avvia. Devo dire la verità che, al di là delle sempre gradite opzioni di modifica estetiche, ho apprezzato moltissimo la personalità delle moto, capaci di restituire feeling abbastanza unici e riconoscibili. Da questo punto di vista, Ride riesce a offrire una varietà reale e non soltanto numerica; complice anche un modello di guida “simcade” estremamente configurabile tra i due estremi, è possibile trovare il proprio equilibrio e il proprio stile in maniera efficace. D’altronde, Ride è un titolo che basa molto sullo stile, a volte pure troppo, per un manierismo concettuale e di guida che non ammette sbavature o spigoli vivi. Insomma, proprio come nelle robe di Polyphony, dimenticatevi il concetto di aggressività, così come danni e bagarre serrata, perché qui viene premiata la pulizia delle linee, e le toccatine sono tollerate e rassicuranti. Una scelta, questa, coerente con lo stile del prodotto e la sua accessibilità, ma un po’ superata in termini di design. Magari però a te, Ivan, ha ricordato i bei tempi andati, no?

Ivan: Beh, un po’ sì, diciamocelo. Ride non ha mai nascosto di voler essere il “Gran Turismo delle due ruote”, pur nella consapevolezza dei limiti imposti dal fatto di avere in mano un budget da Milestone e non da Polyphony. Paradossalmente, Ride ricorda Gran Turismo più in pista che nella proposta, pur lodevole e parzialmente riuscita, di costruirsi a piacimento un garage a due ruote. Nonostante l’ottima riproduzione dei veicoli, c’è meno motoporn qui di quanto carporn possiamo trovare in Gran Turismo e in Forza Motorsport.

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CI VUOLE UN FISICO BESTIALE

Davide: Se le moto e tutto ciò che concerne il loro aspetto è curato nei minimi particolari ed è un piacere soffermarsi sulla bellezza di alcuni dettagli puramente meccanici, il grosso tallone d’Achille di Ride è sicuramente il comparto tecnico. Essendo sviluppato ancora in ottica cross gen il titolo di Milestone porta con sé un fardello enorme, che condanna a un anonimato un po’ triste gli ambienti, i tracciati e, in generale, tutto ciò che non siano le moto. Se le piste cross country si salvano per vividezza cromatica e caratterizzazione degli ambienti, i circuiti tradizionali sono generalmente vuoti, mentre quelli cittadini non brillano né per design dei tracciati, né per la cura nell’ambientazione. Luci e ombre anche dal punto di vista della fisica: se la deportanza del peso delle moto è a tratti goduriosa, la dinamica e la logica delle cadute è da dimenticare completamente, regalando momenti abbastanza bruttini, oltre che frustranti. La cosa che però, su PC, ho trovato francamente poco tollerabile, è la pesantezza del motore grafico rispetto alla qualità offerta: sugli stessi due computer su cui Assetto Corsa o Project Cars mi han regalato tante soddisfazioni, Ride ha girato con molta più fatica, pur essendo molto meno bello da vedere. Comprendete anche voi che il paragone non è esattamente lusinghiero, ma almeno io, su PC ho raggiunto i 60 fps, vero Ivan?
[quotedx]In Ride viene premiata la guida pulita[/quotedx]Ivan: Su PS4 si viaggia a 30 fps, non sempre costanti, anche se i cali sporadici di frame rate non hanno mai compromesso il risultato delle gare o la buona riuscita anche delle manovre più ardite. Che Milestone abbia grosse difficoltà a tirare fuori dal cilindro un motore grafico decoroso è ormai assodato, come hanno peraltro dimostrato anche i recenti WRC, ottimi titoli di rally, tuttavia inguardabili per lo più. In generale, Ride lascia addosso l’impressione che si sia riposta parecchia cura nelle moto, tralasciando un po’ tutto il contorno. Ti segnalo che la versione PS4 ha anche mostrato qualche instabilità di troppo (un paio di volte è crashata in malo modo). Speriamo nella classica patch al Day One, anche se ‘sto vizio delle pezze dell’ultimo minuto comincia a venirmi un po’ a noia, soprattutto dopo aver passato il fine settimana ad attendere il download dei 16 GB dell’aggiornamento di Borderlands: The Handsome Collection… roba da matti, proprio!

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CIAO MAMMA GUARDA COME MI DIVERTO

Davide: Il bello e il brutto di Ride è che ci troviamo davanti a un prodotto nuovo ma vecchio. Nuovo, perché è dai tempi di Tourist Trophy che i centauri virtuali non hanno un gioco che esalti il loro mondo. Nuovo, perché Milestone è partita dagli ultimi, ottimi, risultati di MotoGP per espandere e migliorare l’esperienza di guida. Vecchio, però, perché siamo davanti a un modo di intendere la progressione in maniera del tutto fredda e numerica: vinco la gara, sblocco il pezzo migliore perché più costoso, vinco le gare successive. Il tuning, in questo modo, non è una scelta o un piacere, è semplicemente una necessità. D’altro canto, anche in pista, i piloti comandati dall’IA sono veloci e, a tratti, anche impegnativi da sconfiggere, ma perché corrono tanto, non perché son bravi a dare battaglia. Insomma, Ride è vecchio nel modo di concepirei giochi di corsa “simcade”, oramai sempre più social, più aggressivi, più veloci. Invece no, Ride è un’esperienza da vivere in singolo (anche perché i server in multi sono ancora poco popolati), che regala soddisfazioni grazie a modalità che mettono alla prova la nostra capacità di dominare il mezzo ed essere puliti, che ci richiede tempo per migliorare e per raggiungere alcuni obiettivi, o semplicemente per sbloccare la moto dei nostri sogni. Un po’ come in Gran Turismo.

Ivan: Beh, però è divertente, dai. Certo, da un lato c’è davvero poco da fare, visto che tutto si risolve nel fare gare, modificare parti meccaniche all’occorrenza e, al limite, acquistare la moto giusta per la categoria che si vuole affrontare. Ripetitività e monotonia nella struttura, proprio come in Gran Turismo o in qualsiasi altro titolo di corse che faccia del “collezionismo” il valore fondante. Però in pista io me la sono spassata, proprio perché amo in particolare i titoli di corse che premiano la pulizia nella guida. Mi spingo perfino a dirti che ho apprezzato di più le modalità che mi hanno messo alla prova con me stesso (Time Trial e Sorpassi), piuttosto che quelle che prevedono la presenza dell’Intelligenza Artificiale a mettere i bastoni tra le ruote. Diciamo che Ride è un buon prototipo di quello che potrebbe essere, in un futuro magari non troppo lontano, un erede vero di Tourist Trophy, magari fatto anche meglio. Se vogliamo, il grosso difetto di Ride è che si esaurisce nel giro di un week-end, se non si amano le sfide online: in una dozzina d’ore ho portato a casa l’86% dei Trofei.