GamesVillage.it vola da Criterion per provare in anteprima Need for Speed: Most Wanted.
Una breve, brevissima presentazione negli studi di Criterion a Guilford, alle porte di Londra, il giorno prima dell’inizio delle Olimpiadi, per vedere – e provare – in anteprima assoluta, a due settimane dalla fiera di Colonia, il loro secondo Need for Speed dopo Hot Pursuit, e che segue di un anno il semi-deludente The Run (che a me personalmente non era neppure dispiaciuto troppo, vi dirò) di Black Box.
UN MONDO APERTO
La premessa è quasi banale, nella sua semplicità: c’è una lista dei dieci “most wanted” della città, e il nostro obiettivo è scalzarli dal trono, uno alla volta, fino a raggiungere il primo posto. Niente di più, niente di meno: scordatevi i filmati in full motion video dell’originale, gli attori in carne e ossa e la (debole) trama, dell’originale è rimasta giusto l’idea che ne sta alla base.
Come Burnout: Paradise (2008), il nuovo Most Wanted è un gioco di corse open-world, dove ci verranno consegnate le chiavi della città di Fairhaven, una metropoli grande all’incirca come Paradise City, come lei accessibile integralmente fin dall’inizio, altrettanto ricca di strade e stradine, vicoli e autostrade, sterrati e binari, trampolini e ostacoli, ma molto più “densa” in termini di gameplay puro.
Nel presentare il gioco, il produttore Matt Webster ha rivelato una delle novità più intriganti e inattese di Most Wanted, almeno per un gioco di corse: tutte le auto saranno accessibili fin dall’inizio della partita. O meglio: cominceremo con la classica BMW M3 Coupè, ma parcheggiate in luoghi più o meno nascosti della città si trovano tutte le altre cinquanta macchine, dalla Caterham Superlight R500 all’Hummer H1 Alpha, dalla Corvette ZR1 alla Lamborghini Aventador. Basta guardarsi in giro con un po’ di attenzione, e la prima gara potrebbe proprio essere a bordo dell’ultimo bolide della casa di Sant’Agata Bolognese. Davvero coraggiosa, da parte di Criterion, la scelta di ribaltare la struttura classica di un gioco di corse, che prevede di cominciare con il classico ferrovecchio e di grindare duro fino a sbloccare da ultime le macchine più potenti. A conferire ulteriore caratteristica di dinamicità al gioco c’è il fatto che, come abbiamo già visto in titoli come Forza Motorsport 4, gli eventi cambiano a seconda della macchina corrente. Tra la scelta della vettura e della zona della città in cui ci si trova, insomma, la carriera può procedere in maniera estremamente poco lineare, diversa per ciascuno.
TUTTI A SCUOLA GUIDA!
Se le tipologie di gara non sono poi tantissime (corse più o meno tradizionali, da punto a punto o sul giro, sfide a tempo, fughe dalla polizia e variazioni sul tema), la struttura aperta della città e relativi circuiti, con la possibilità di costruirsi di fatto il proprio tracciato ideale, renderà le corse particolarmente frenetiche e difficilmente ripetitive. Diventerà ben presto fondamentale, come lo era anche in Burnout: Paradise, conoscere a menadito i diversi quartieri della città, imparare le scorciatoie, la posizione delle rampe e dei salti, dove ci sono cancelli da sfondare, tutto quel che può servire per guadagnare metri e centesimi di secondo preziosi. Dal punto di vista del game design, ci ha spiegato Matt, avere tutte le auto disponibili fin dal principio ha creato alcuni problemi, in particolare per il fatto che all’inizio della partita il giocatore non ha ancora familiarizzato con il modello di guida, e può trovarsi a dover controllare un bolide da 600 CV senza aver la minima idea di come tenerlo in strada. Per questo motivo Criterion ha deciso di optare per una difficoltà dinamica, che adatta il comportamento degli avversari (e della polizia, ovviamente) all’esperienza accumulata dal giocatore, che si immagina diventare più bravo andando avanti nella carriera. L’esperienza, e di conseguenza la posizione nella classifica dei più ricercati, si conquista con gli Speed Point, che si accumulano correndo in single e in multi, saltando, scappando dalla polizia, effettuando manovre spericolate, distruggendo cartelloni pubblicitari… In una parola, giocando.
MAMMA, HO PIMPATO LA MACCHINA
Rispetto a Hot Pursuit, il modello di guida di Most Wanted è cambiato radicalmente: non siamo neanche lontanamente dalle parti di una simulazione, intendiamoci, ma le piste ultraveloci di Seacrest County hanno lasciato il posto a uno scenario cittadino fatto di curve a gomito, strettoie e incroci, e il comportamento della vettura è stato adattato di conseguenza: le macchine risultano più “pesanti” e regalano un maggior senso di controllo, rispondono molto di più in fase di sterzata e basta toccare il freno per iniziare a driftare. E il risultato, per il poco che abbiamo potuto provare, è davvero spassoso.
Le vetture che si trovano in giro per Fairhaven sono “nude e crude”, senza alcun potenziamento, neppure il turbo: per ottenerli occorrerà prendere parte – e possibilmente vincere – gli eventi relativi a ogni macchina. I vari kit (o mod, come li chiamano gli sviluppatori) possono essere montati dinamicamente nel corso del gioco, senza necessità di recarsi in qualche garage o accedere a menu specifici: il d-pad richiama le voci dei vari potenziamenti, che vengono installati in tempo reale. Poco realistico, ma indubbiamente efficace. Chi ha voglia di memorizzare le “shortcut” per l’installazione di specifici mod può addirittura sbizzarrirsi a cambiare setup della vettura durante una gara, cambiando per esempio tipo di gomme passando dall’asfalto allo sterrato. Una manovra davvero difficile, che richiede soprattutto di ricordarsi la sequenza esatta dei tasti da premere; rischiosa, perché basta un errore, una svista, distrarre gli occhi per un picosecondo per mandare a monte una gara! Improntata alla rapidità più totale anche la riparazione dell’auto: è sufficiente passare sotto la tettoia dei numerosi distributori sparsi per la città per uscirne immediatamente con l’auto come nuova e con un colore diverso: utile anche per sviare i poliziotti che eventualmente ci stanno inseguendo. E quando dico immediatamente, intendo dire che l’auto non si ferma né rallenta, semplicemente esce dall’officina rimessa in sesto. Le macchine di Most Wanted saranno una cinquantina; non saranno presenti le Ferrari per questioni di licenza, e non si potrà fare le “guardie” con le auto della polizia. Infine, selezionando una delle auto già trovate si viene catapultati istantaneamente nel punto in cui è parcheggiata.
CORSE ALL’APERTO E NELLA RETE
La modalità multiplayer, di cui parleremo più diffusamente nell’intervista agli sviluppatori, offre una progressione più tradizionale: gli Speed Point guadagnati (condivisi con la carriera in solitaria) permett
ono di sbloccare nuove vetture e kit di potenziamento da sfruttare nelle competizioni con gli altri giocatori. La componente online più importante di Most Wanted rimane comunque la seconda versione di Autolog, che riprende e migliora quanto già visto in Hot Pursuit, e che non si limiterà a offrire sfide asincrone ai propri amici basandosi sui tempi ottenuti in gara. A Fairhaven tutto è monitorato, tutto è registrato e controllato, ogni singola azione del giocatore diventa una sfida per gli altri: la velocità a cui si passa davanti a un autovelox, i metri saltati da una rampa, il numero di cartelloni pubblicitari distrutti, il tempo speso a driftare, quanto ci si mette a seminare un poliziotto, quanto boost è stato usato, chi ha fatto più incidenti… Per ciascuna di queste azioni (e moltissime altre) comparirà sullo schermo la lista dei propri amici e dei loro risultati, rendendo anche il semplice girovagare per la città fonte di continue sfide e competizioni.
Per il momento è tutto, ma il prossimo appuntamento con Need for Speed: Most Wanted è già fissato per domani, quando pubblicheremo l’intervista a Matt Webster e Craig Sullivan di Criterion, rispettivamente produttore e direttore creativo del gioco: i due ci parleranno di come è nato e si è sviluppato il concept di Most Wanted, approfondiremo l’aspetto multiplayer, scopriremo perché a questo giro sarà meglio comprare la versione PC, che oltre a costare meno offrirà anche il supporto per DirectX 11, e molto altro!