Un’oretta in compagnia del personaggio dei fumetti più sbroccato di sempre.
Passare un’oretta in compagnia del mercenario chiacchierone è un vero toccasana. Massacrare cattivi in un action è divertente, ma impersonare il più fuori di testa dei supereroi Marvel fa letteralmente piegare in due dalle risate. Uno, poi, si chiede come mai siano così pochi i videogiochi comici, nel senso che ti fanno ridere di gusto. Ci sarebbe da fare una lunga riflessione sul perché, dove, quando, in quale momento l’industria del videogioco abbia perso la capacità di divertire e divertirsi, ma a Deadpool non piacerebbe. Ti direbbe che si sta rompendo le palle di te e del tuo discorso dopo tre secondi. Che ci volete fare, è fatto così. E allora, parliamo di lui.
CHIMICHANGA!
Il gioco è stato annunciato lo scorso anno a Colonia, ne abbiamo parlato anche da queste parti un po’ di mesi fa, e nell’imminenza della sua uscita (prevista il 28 giugno su PC, Xbox 360 e PS3) siamo stati invitati da Activision a provare la prima missione della campagna principale. Purtroppo, si tratta della stessa che ho personalmente visto alla GamesCom dello scorso anno, e comincia a farsi strada nella mia mente la domanda sul perché non facciano vedere/provare altro…
Perché quella missione è uno spasso, ma roba che cominci a ridere appena tocchi il pad, e lo appoggi dopo averla conclusa con le lacrime agli occhi. Il gioco inizia a casa di Deadpool, dove il nostro eroe in tutina rossa se ne sta comodo comodo stravaccato in poltrona in mia attesa, perennemente distratto dalle voci nella sua testa. Appena lo faccio alzare dalla sedia, ricevo un Obiettivo da 10G che scatena le proteste dell’eroe in calzamaglia, interrotte da un secondo Achievement da 20G. “Ah, ho capito, è uno di quei giochi…”
Basta farsi un giro per l’appartamento per capire in che delirio sono finito: sopra il caminetto è appeso un poster di Wolverine su cui sono conficcati diversi coltelli; la televisione trasmette uno speciale su Deadpool che ne racconta rapidamente la storia; è possibile mangiare una pizza, ovviamente avanzata dagli sviluppatori durante la fase di “crunch”; volendo, ci si può dilettare con la preparazione di montagne di pancake, ubriacarsi e ruttare, salutare la propria bambola gonfiabile (che “è sempre sorpresa di vedermi!”), schiacciare un pisolino sbavando sul divano, andare in bagno a “sganciare siluri”, collegarsi a internet con un modem a 33.6kbps per criticare gli aggiornamenti di stato di qualche “collega”, ricevere una telefonata da Peter Della Penna, presidente di High Moon Studios, che Deadpool definisce continuamente “dickhead”, per discutere della sceneggiatura del gioco che lo vede protagonista. Un ottimo modo per introdursi nel protagonista e nel suo modo volgare e dissacrante di stare al mondo.
Anche problemi idraulici da risolvere per il nostro schizzofrenico eroe.
COMINCIAMO A MENARE LE MANI
La missione vera e propria mi vede impegnato a entrare nel palazzo di un magnate che devo far fuori. E chi se ne frega di chi sia o del perché vada eliminato, dice Deadpool, sciacquandosene giustamente dei briefing e desideroso solo di ammazzare un po’ di cattivi. Il livello comincia nelle fogne, un orrendo cliché che lo stesso supereroe depreca, ma che al tempo stesso permette di cominciare a familiarizzare con il gameplay, che è quello tipico di un action in terza persona: combo, attacchi speciali, mosse e contromosse, possibilità di teletrasportarsi alle spalle dei nemici, uso di spade e di armi da fuoco. I combattimenti sono frenetici, soprattutto quando coinvolgono un sacco di avversari contemporaneamente: una volta preso il giusto “ritmo”, il massacro procede in maniera fluida e divertente. Lo spostarsi lungo la mappa è favorito dalla possibilità di effettuare un doppio salto in volo, e persino i wall-jump sulle pareti.
Deadpool può potenziare il proprio equipaggiamento e ampliare il numero di mosse e combo con i soldini raccolti sotto forma di gettoni sparsi per i livelli (e sì, ci sono anche i tacos): una scelta perfettamente in linea con lo stile demenziale del gioco e del personaggio, ma che alla lunga rischia di apparire un po’ cheap. Tra tubature, ascensori, cornicioni e castelli gonfiabili, la missione procede a ritmo serrato, fino allo scontro con un mini-boss finale abbastanza impegnativo e una conclusione piuttosto inaspettata.
Non passa praticamente minuto in cui Deadpool non faccia qualche commento fuori luogo, le sue voci non si intromettano, o non ci siano siparietti demenziali in cui il folle supereroe non dia il peggio di sé. Si ride, e si ride parecchio, come non capita spesso, almeno in un videogame. Non nascondo che la voglia di ascoltare la prossima scemata raccontata da Deadpool funge (più o meno involontariamente) da sprone per superare i combattimenti e proseguire. Il che non è affatto un male… al contrario!
A sparare vaccate Deadpool è brevo, ma lo è altrettanto al momento di menare le mani (oltre al can per l’aia).
BURP!
Il gioco può essere affrontato a tre livelli diversi di difficoltà, e i potenziamenti potranno anche essere azzerati (presumibilmente per rientrare in possesso dei crediti spesi e provare altre strade); al di fuori dalla campagna principale, ci saranno sfide extra da portare a termine, e mi è stato confermato che nel corso del gioco incontreremo qualche altro personaggio Marvel, in particolare quelli dell’universo X-Men di cui fa parte Deadpool.
Tecnicamente il titolo di High Moon Studios non è da strapparsi i capelli, e con le attuali console giunte alla fine del loro ciclo vitale non ci si può onestamente aspettare di più: la versione provata era quella per Xbox 360, che girava in maniera onesta a 30 frame al secondo, tra sangue ed esplosioni che affastellavano lo schermo in continuazione. Non so se sia stata dettata da questioni di budget, ma apprezzo la scelta di Activision di mantenere le voci originali anche nella versione per l’Italia, limitando la traduzione al solo testo a video. Le voci, per inciso, oltre a sparare minchiate per tutto il tempo, sporadicamente ricordano al giocatore dove deve andare e quali obiettivi deve raggiungere, oltre a spiegare il funzionamento di alcune dinamiche.