A Tamriel ci si potrà muovere anche in prima persona, ma non da soli.
Nel corso della due giorni organizzata da Bethesda in quel di Londra per la presentazione della sua prossima line-up, ho anche avuto occasione di provare per un’oretta The Elder Scrolls Online, nonché di fare quattro chiacchiere con Matt Firor, responsabile dello sviluppo del gioco e storico sviluppatore di Dark Age of Camelot, che mi ha permesso di scoprire qualcosa di più su quel che bolle in pentola per uno dei titoli che gli amanti del gioco di ruolo (online, ma non solo) stanno aspettando con grande trepidazione.
IL MONDO ATTRAVERSO I TUOI OCCHI
La prima, attesa notizia arriva dalla conferma che il gioco supporterà la visuale in prima persona, caratteristica chiesta a gran voce da più parti, e per un sacco di tempo. “Inserire la visuale in prima persona è stata una sfida piuttosto dura”, spiega Matt; “È forse uno dei pochi momenti in cui gli universi di The Elder Scrolls e degli MMO collidono. Se ci fai caso, nei titoli single player i nemici compaiono sempre davanti al giocatore, mentre in quelli online il mondo è a 360°, gli avversari sono ovunque, anche alle tue spalle. Specialmente in PvP!” Lo sviluppo del gioco ruota attorno alla terza persona, su questo Matt è piuttosto chiaro, ma “sappiamo che i giocatori vorranno anche passare alla visuale in soggettiva, ovviamente”. Questa modalità avrà animazioni dedicate, ci viene detto, ma non è tutto: “ci immaginiamo che molti giocheranno in terza persona, qualcuno solo in prima, e un sacco di gente farà tutte e due le cose, passando dall’una all’altra quando vuole, e per questo motivo abbiamo reso la transizione molto semplice, con la pressione di un tasto.”
WHEN WORLDS COLLIDE
Abbiamo parlato di universi che si scontrano, ma cosa ha significato per Bethesda creare un gioco massivamente multiplayer basato su un universo intrinsecamente “solitario” come quello di The Elder Scrolls? “È stato più facile di quanto si possa pensare, in realtà”, confessa Matt. “Per quel che riguarda il combattimento, per esempio, TESO riprende molto da vicino quello di Oblivion e di Skyrim”. In generale, e questo ho potuto verificarlo anche nella breve prova del gioco, chi ha già avuto esperienze con uno degli ultimi The Elder Scrolls si sentirà immediatamente a casa. La sfida non è comunque facile, come ammette lo stesso game designer: “TESO rappresenta una sorta di ibrido tra The Elder Scrolls e un MMO, il che crea aspettative enormi dai fan di entrambi i generi.” Anche l’interfaccia riprende (sotto molti aspetti) quella di Skyrim, il che vuol dire che un esperto ci metterà grossomodo trenta secondi a entrare in partita, mentre gli altri potrebbero aver bisogno di qualche minuto di più (ma ci sono comunque i tutorial).
Ci sono altri vantaggi per chi ha già giocato gli ultimi The Elder Scrolls? “Il combattimento funziona allo stesso modo, per cui se tieni premuto il tasto del mouse lanci l’attacco pesante, e cose del genere”, spiega Matt. Inevitabilmente, e questo non serve neppure dirlo, il lore sarà familiare, così come le razze e la storia che sta dietro ognuna di loro; più nello specifico, le ricette saranno le stesse di Skyrim, il che vuol dire non dover perdere troppo tempo per scoprire come mischiare tra loro i diversi ingredienti. “Anche perché non ci sarà trash loot”, ci racconta Matt, fuffa che raccogli e di cui non te ne fai nulla; “ogni cosa trovata nella più sfigata delle casse sperdute in qualche taverna potrà contenere risorse od oggetti per i quali, in qualche modo, potrai trovare un uso”. Come da tradizione in The Elder Scrolls, ci saranno anche le mount classiche, compresi i relativi vanity item (l’armatura lucenteeee!); non si potranno uccidere, ma sarà possibile possederne più di una.
Cieli brutti anche qui, come in tutto il Nord Italia, d’altronde.
QUESTIONE DI SCELTA
Che le scelte debbano giocare un ruolo importante in un titolo basato su TES non è neanche cosa da mettere in discussione, giusto? Invece di perdersi nelle solite frasi fatte, Matt fa un esempio di come avverranno nel gioco, e quale impatto avranno sulla storia: “ne trovi una piuttosto importante appena prima di arrivare a Daggerfall. Ti ritrovi su un’isola originariamente bretone, invasa dagli orchi, che hanno potuto ucciderne tutti gli abitanti utilizzando un potente dispositivo. Per motivi che non sto a spiegare, il giocatore potrà tornare indietro nel tempo e ritrovarsi davanti quell’arma di distruzione di massa. E a quel punto sarai a un bivio: distruggerla o no? I bretoni che vorrebbero usarla contro gli orchi per vendetta, gli orchi vorrebbero vederla fatto a pezzi. Qualunque sia la tua decisione, in ogni caso finirai per stare sulle palle a qualcuno. Dopo questo momento una delle due fazioni smetterà di fatto di parlarti, o le conversazioni saranno ridotte al minimo; in generale non avranno alcun interesse a quel che ti succede.” Altri esempi dall’impatto meno rilevante potranno coinvolgere NPC incontrati all’inizio, e che sulla base delle scelte fatte potranno palesarsi fino al livello cinquanta, per aiutarci o, magari, per prenderci in giro.
FACCIAMO FIKI-FIKI INSIEME
Gli sviluppatori di Bethesda sono anche stati attenti agli aspetti più “social” di TESO, e non mi riferisco a Facebook o simili. “Nel gioco non ci sono shard”, racconta Matt, “il che vuol dire che qualunque giocatore potrà essere amico tuo indipendentemente da dove si trova”. Durante la prova ho potuto constatare la rapidità con cui è possibile aggiungere un qualunque altro giocatore si incontri nel corso della partita, semplicemente cliccando su un’icona che appare in overlay. In questo modo “sarà molto più facile trovare gente con cui giocare, con cui scambiare e vendere cose. Invece di duemila persone su un solo server potrai potenzialmente farti amico tutta la popolazione del gioco.” Per quel che riguarda le gilde, invece, “potrai far parte di cinque gilde contemporaneamente. Per esempio, una gilda per il PvP, una con i colleghi dell’ufficio ecc.”
E, già che parliamo di PvP, Matt conferma la presenza di “eventi pubblici che ruotano attorno alla guerra tra le tre fazioni presenti”, a cui si affiancheranno eventi minori e dungeon pubblici. Niente arene o roba troppo competitiva, comunque: “il nostro non vuole essere un titolo da e-sport, e il PvP su arene non fa parte della sua filosofia; anche negli scontri tra giocatori, TESO manterrà la sua struttura open-world, con un PvP incentrato principalmente sulla conquista di territori.”
Graficamente ancora non ci siamo…
LA FINE È LONTANA
Matt spende qualche parola anche sull’endgame, anticipando parte di ciò che sar&a
grave; possibile fare una volta raggiunto il level cap, fissato a 50. Tanto per cominciare ci saranno abilità da sbloccare e livellare: “si potrà appendere lo spadone al chiodo e passare all’arco, con tutto il suo skill tree”, esemplifica. Ancora, “saranno disponibili gilde a cui potersi affiliare, anche quelle con la loro progressione”. E, giusto per non incorrere in equivoci, “The Elder Scrolls Online non è World of Warcraft, quindi non aspettatevi raid in cui far fuori mostri enormi, alti cinquanta metri. Avremo del PvE per l’endgame su cui stiano ancora lavorando, magari non li chiameremo raid, ma ci saranno senz’altro eventi pubblici grossi e difficili.”
Quanto durerà TESO? Impossibile fare stime precise, naturalmente, “anche perché c’è sempre qualcuno che fa tutto di fretta e corre come un pazzo”, ma Matt si azzarda a parlare di circa centocinquanta di ore per ciascuna alleanza. Tenendo conto che si potranno giocare tutte quante, e che questo computo non tiene conto di dungeon istanziati, delle attività extra del giocatore e dell’intero impianto PvP, posso azzardarmi a dire che The Elders Scrolls Online sarà un prodotto piuttosto cicciottello, quanto a contenuti.
MI COSTI? MA QUANTO MI COSTI?
Gli sviluppatori di Bethesda non sembrano particolarmente afflitti da quel che accade nel mondo dei MMORPG in questo momento; ammettono di essersi guardati in giro, “all’inizio del progetto, ormai sei anni fa, per capire cosa stavano facendo gli altri, ma una volta stilate le linee guida e decisa la direzione da intraprendere ci siamo concentrati solamente sullo sviluppo, senza più preoccuparci del resto del mondo”, confessa Matt. Questo vuol anche dire che non è ancora stato deciso il modello di business, se avrà un canone mensile, una tantum al momento dell’acquisto come Guild Wars 2, o se sarà addirittura free-to-play, come gran parte degli MMO attuali. O magari è già stato deciso, ma è stato anche stabilito di non svelarlo ancora. Magari a Los Angeles?
Attualmente The Elder Scrolls Online è in fase beta chiusa da un paio di mesi; la data di uscita non è stata ancora annunciata, ma, a meno di sconvolgimenti dell’ultim’ora, dovrebbe uscire entro la fine dell’anno su PC e MAC, e dovrebbe essere presentato in forma giocabile anche alla prossima gamescom di Colonia. E se qualcuno se lo stesse chiedendo, il gioco arriverà solo in inglese, francese e tedesco. Come nelle barzellette.