Batman: Arkham Origins – Provato

Un tempo lì, era tutta campagna. Ma non sto ancora parlando del gioco, non vi preoccupate. Mi riferisco al posto in cui si è tenuta la presentazione di Origins, terzo titolo del franchise Batman: Arkham, la serie dedicata all’Uomo Pipistrello che un vero videogiocatore deve provare almeno una volta nella vita. La location scelta da Warner si trova nella periferia milanese, in un hotel di quelli pettinati, in cui hanno trovato posto alcune console e diversi schermi su cui si sono alternate le immagini degli imminenti LEGO Marvel Super Heroes e, per l’appunto, di Batman: Arkham Origins.

CIAK, SI GIRA…
La prima cosa che salta all’occhio, e che probabilmente saprete già, è che non c’è Rocksteady in cabina di regia. O, per lo meno, non c’è in maniera evidente. I ragazzi che hanno sviluppato i primi due Batman sono al lavoro su altro gioco (un Batman next-gen, magari?) e hanno lasciato il compito di raccontare questa storia agli studi WB di Montreal, responsabili della parte single player. La sezione multiplayer, della quale torneremo a parlare più dettagliatamente presumibilmente verso la fine di ottobre, è invece opera di Splash Damage, la stessa software house che ha lavorato su Brink, Enemy Territory: Quake Wars e Wolfenstein: Enemy Territory, ed è ora impegnata sul futuro Extraction, uno shooter multiplayer per PC.

LE ORIGINI… DELLA SERIE
Il primo episodio di questa saga, datato 2009, ci portava all’interno del manicomio criminale di Arkham, mentre il secondo, uscito nel 2011, aveva il merito di aprirci i cancelli di quella che era Gotham City. Questo terzo episodio non fa avanzare la linea narrativa cominciata qualche tempo fa ma, anzi, riavvolge le lancette dell’orologio, portandole a cinque anni prima rispetto agli eventi visti e giocati in Batman: Arkham Asylum. Questo significa che il supereroe di cui vestiremo i panni ha cominciato la sua “carriera” da poco più di due anni ed è considerato, tanto dalla polizia quanto dai criminali che prenderà a schiaffi da lì in avanti, poco più che un vigilante vestito in modo eccentrico. Batman: Arkham Origins avrà quindi un compito ambizioso: dovrà raccontarci di come un miliardario un po’ sbroccato e con un lungo mantello sia diventato “il motivo per cui i delinquenti tirano un sospiro di sollievo quando sorge il sole” (cit.).

L’intera vicenda ha inizio il 24 dicembre, quando Black Mask decide di sbarazzarsi, una volta per tutte, dell’Uomo Pipistrello. La sua idea, tuttavia, è quella di raggiungere lo scopo senza sporcarsi le mani. Come? Semplice, mettendo sul piatto una cifra folle, che potrà essere riscattata da chiunque elimini Batman. Da qui in avanti comincerà quindi una caccia all’uomo (pipistrello) che porterà il nostro alter ego a confrontarsi con otto letali assassini estrapolati dall’universo DC Comics. Loro vogliono eliminare lui. Lui vuole sopravvivere. Come base per un buon action non serve davvero altro.

SQUADRA CHE VINCE…
La presentazione si è divisa in due momenti, in cui sono state mostrate altrettante sequenze di gioco: una inedita, l’altra già vista nelle precedenti fiere videoludiche. Il primo approccio con Batman: Arkham Origins è confortante: chi ha già vissuto le storie raccontate nei due capitoli scorsi si troverà immediatamente a casa. Tanto la parte esplorativa quanto i combattimenti non paiono aver subito sostanziali modifiche, mentre la modalità Detective, su cui torneremo dopo una prova più approfondita, è stata arricchita dal nuovo sistema “Scena del Crimine”, che permette di ricostruire, in tempo reale, crimini che paiono apparentemente di difficile soluzione. Quel che spero, personalmente, è che la visuale da detective non torni a essere fondamentale come in Asylum, dove si passava la maggior parte del tempo “a fosfori verdi” (ed era un peccato, considerando quanto bella era l’ambientazione!).

Quel che pare evidente è che Batman: Arkham Origins, basandosi solo sulle prime, epidermiche sensazioni, non si vergogna di pescare a piene mani dai predecessori e non ha voglia di assumersi il rischio di cambiare rotta. I motivi potrebbero essere principalmente due: il primo è che, almeno a parere di chi scrive, un “more of the same” fatto bene può servire per far cassa, non rischia di scontentare lo zoccolo duro dei fan e permette di giocare sul sicuro. Il secondo è che… beh, non ci sono i titolari in cattedra ed è giusto che le scelte “drastiche” spettino a loro. Quale che sia la vera ragione, il nuovo Batman mette un sacco di carne al fuoco e lo fa in modo divertente.

Il sistema di combattimento Free Flow, ideato da Rocksteady stessa, è qui riproposto nella sua quasi totalità (il quasi lo toglieremo dopo almeno dieci ore di gioco!). Questo significa, per esempio, che i nemici attaccheranno l’uomo pipistrello contemporaneamente e non, come accade in Assassin’s Creed, in rigorosa fila indiana. Il sistema di controllo è il medesimo e prevede combo, finishing move e schivate, tutte eseguibili in modo intuitivo e semplice. Ci sono ovviamente anche le counter, attivate dalla pressione del tasto corretto, da effettuare quando compare un fulmine sulla testa dell’avversario che ha deciso di passare a miglior vita. Quel che potrebbe scombinare un po’ i piani dei veterani della saga sono le due nuove introduzioni, in termini di nemici da affrontare. L’Armored Enforcer e il Martial Artist sapranno metterci in difficoltà? È presto per dirlo, ma anche per escluderlo.

UN PO’ DI NOVITÀ
Oltre alla già citata “Scena del Crimine”, alla modalità “I Am The Night” (di cui vi parliamo qui) e ai due nuovi nemici, Batman: Arkham Origins metterà a disposizione di tutti gli aspiranti vigilante diverse e interessanti novità. Se escludiamo le vecchie conoscenze, in termini di gingilli, in questo episodio potremo impiegare il Concussion Detonator, che consente di stordire gruppi di nemici nei combattimenti corpo a corpo, e il Remote Claw, che regala il privilegio di cominciare l’attacco da una posizione vantaggiosa. Chi non vedeva l’ora di cimentarsi nel multiplayer, invece, potrà fare un giro con un’intrigante modalità online, che viene sintetizzata da Warner con una sigla quasi calcistica. Il 3v3v2 avrà il compito di unire in un solo calderone il classico gameplay à la Batman con meccaniche da sparatutto in terza persona. Ci sarà la possibilità di interpretare Batman, Robin o, come riporta il comunicato stampa, di cedere al lato oscuro (ma non era di un’altra serie, il Lato Oscuro?), diventando un supercriminale e abbracciando la causa del Joker, che potrà essere impersonato, così come Bane, per un periodo limitato di tempo in ogni partita.