FIFA 15 – Anteprima

Ci siamo, è finalmente venuto il momento di tornare a parlare di calcio. E il merito non è né dei Mondiali, che vedranno la nostra Nazionale impegnata questo Sabato contro l’Inghilterra di Hodgson, né del Calciomercato a cui Di Marzio di Sky ha dato una svolta che lévati. Il calcio a cui mi riferisco è quello simulato, quello che ogni anno mette di fronte Electronic Arts da una parte e Konami dall’altra. FIFA contro PES, insomma. Gli ultimi anni hanno visto un dominio incontrastato della serie partorita in Canada, con i giapponesi costretti al ruolo – non semplice, lo riconosco – degli inseguitori. Le schermaglie, questa volta, sono cominciate prima del previsto: come vi raccontavamo qualche giorno fa, infatti, Electronic Arts perderà la sua voce. Fabio Caressa è infatti passato dall’altra parte della barricata, dove sventola la bandiera di Pro Evolution Soccer. Eppure, della cosa personalmente non riesco a rammaricarmi e, come me, sono nella stessa situazione migliaia di appassionati che della coppia Caressa/Bergomi avrebbero fatto a meno da un paio d’anni almeno. Dal canto mio, sto pregando tutte le sere, appena dopo cena, perché in Electronic Arts abbiano scelto Pierluigi Pardo come sostituto, magari cambiando lo script che regola la telecronaca, uno dei lati deboli delle ultime produzioni. Fatemi e fatevi un favore: unitevi alle mie preghiere, così possiamo passare oltre.

FIFA15_XboxOne_PS4_AuthenticPlayerVisual_Higuain

FIFA 15 IT’S IN THE GAME

Lasciamo perdere per un attimo le discussioni sul telecronista che, al massimo, possono essere una ciliegina sulla torta e non la portata principale, e torniamo a occuparci di quanto è successo lo scorso 29 maggio, in un’uggiosa giornata milanese. Non pensiate che sia una data messa lì a caso: è quella in cui siamo stati ospiti di Electronic Arts per dare un primo sguardo a FIFA 15.
A fare gli onori di casa c’erano Nick Channon, senior producer, e Sebastian Enrique, lead producer del gioco. Non vi nascondo che i primi abboccamenti con FIFA, storicamente, non sono particolarmente esaltanti: i giornalisti vengono rinchiusi in una stanza in cui viene proiettata una rassegna interminabile che miscela immagini e video in cui, se va bene, vedi wireframe come se non ci fosse un domani. Ora, io adoro questa serie, ma un wireframe mi emoziona come le finali dell’Isola dei Famosi (quindi per niente, nel caso in cui vi stiate ponendo la domanda) e sfido chiunque a sostenere il contrario. Questa volta, però, le cose sono andate diversamente. E FIFA 15 lo abbiamo giocato per davvero.
Le danze sono state aperte da Sebastian Enrique, che ha fatto un po’ il punto della situazione sulle versioni next-gen di FIFA 14, paragonandole a quanto vedremo nel prossimo capitolo della serie. FIFA 14 – e lo dico per rinfrescare la memoria a chi non ricorda questa produzione – ha portato sui nostri televisori il True Player Motion, il Pro Instinct, un sistema di protezione della sfera efficace, una fisica della palla realistica, delle animazioni complesse e credibili e, infine, degli stadi “vivi”. Non robetta da niente, insomma.
Per raccontare il nuovo FIFA 15 potremmo partire proprio da quest’ultimo punto: lo scopo dei ragazzi di Electronic Arts è quello di ricreare alla perfezione il clima partita. Non lo nascondono mai, anzi, vogliono alzare l’asticella già dal claim, “feel the game”. Non è un’impresa semplice ma, da quello che abbiamo avuto modo di vedere, ovverosia il gioco completo al 50, 60%, paiono essere sulla strada giusta.

FEEL THE GAME

Tutto comincia molto prima di mettere piede sul manto erboso e l’idea di Seb è chiara: «Vogliamo innovare in tanti piccoli aspetti per avere un grosso impatto generale». A cominciare dall’intero sistema di presentazione della partita, che è stato riscritto da zero. L’idea che in EA hanno voluto sviluppare è quella di raccontare la storia del match facendoci entrare in quello che, in anni di telecronache “subite” su Sky (e Mediaset Premium, per par condicio. No, se menzionate la RAI il browser si chiuderà da solo), abbiamo imparato essere il clima partita. Per raggiungere questo scopo hanno posto un’attenzione semplicemente maniacale su ogni singolo dettaglio, «in modo che i fan possano provare le emozioni di questo sport in un modo che non hanno mai fatto prima».
Una cosa che salta subito all’occhio, una volta scesi in campo, sono le reazioni dei giocatori. Se nelle passate edizioni FIFA teneva in considerazione l’umore del team (ma no, nessuno ha ammesso la presenza del famigerato “momentum” in FUT o in una qualsivoglia altra modalità), questo FIFA 15 si spinge oltre, analizzando le emozioni di ogni singolo atleta sul manto erboso. Immaginatevi questa scena: Lavezzi si muove sulla fascia, saltando un paio d’avversari. Ibra è solo, libero, al centro dell’area. Il Pocho, però, decide di provare una conclusione a rete, sbagliando clamorosamente il tiro. Ora, come pensate reagirebbe il vero Zlatan? Probabilmente inveirebbe verso Lavezzi senza nascondere troppo le sue emozioni, giusto? Ecco, questa sarà la stessa cosa che vedrete capitare in FIFA 15. Non vi sto riportando quanto ci hanno detto, vi sto raccontando quello che ho visto con i miei occhi (pur se con giocatori differenti coinvolti). EA ha deciso di battezzare questa caratteristica con il nome di Intelligenza Emozionale e mai nome avrebbe potuto rivelarsi più azzeccato. Si contano più di 600 reazioni/interazioni possibili, perfettamente integrate nella partita (niente filmati di intermezzo che i veri player di FIFA skippano come se non ci fosse un domani, quindi) e, stando alle parole di Sebastian, possono essere considerato come “una rappresentazione visuale di quello che sta succedendo a schermo”.
Tenete conto che ogni cosa che succede sul campo di gioco influenza i rapporti tra i giocatori. Il tiro sbagliato di cui parlavamo prima, lo stesso che avrebbe fatto infuriare Ibra, avrebbe potuto vedere Cavani tutto intento a incoraggiare il compagno. Attenzione ai dettagli, si diceva, no?

FIFA15_XboxOne_PS4_AuthenticPlayerVisual_Dempsey

STADI 2.0

Una cosa che Sebastian ha ribadito più volte, e che suonerà come ovvia a chi, tra di voi e come me, è solito seguire il calcio internazionale, è che il pubblico sparso nelle varie parti del mondo si comporta in modo differente. In FIFA 15 i ragazzi di EA hanno cercato di riprodurre queste differenze. Gli esempi che sono stati mostrati mi hanno lasciato senza parole: quando ho sentito i tifosi del Liverpool intonare “You Never Walk Alone”, accompagnandola con la classica sciarpata, non ci volevo credere. Poi siamo volati a Dortmund, nella curva sud del Signal Iduna Park, dove l’onda giallonera era rappresentata in tutta la sua maestosità. E il cerchio si è chiuso nella città di Manchester, dove i Citizen sono soliti festeggiare i gol della loro squadra saltellando mentre rivolgono le spalle al terreno di gioco.
L’attenzione, tra le mie lacrime, è stata poi rivolta agli highlight di metà e fine partita. «Dopo averne guardati moltissimi, ci siamo accorti che i nostri rischiavano di sembrare semplicemente privi di contenuti» dice Sebastian “e il nostro scopo, come dicevo prima, è quello di raccontare la storia della partita. La vera storia”. I nuovi highlight partono dall’ingresso dei giocatori in campo, con tanto di stacco sui tifosi, e fanno un buon (ab)uso dello slow motion. Ora vengono “catturati” anche i falli, le conclusioni importanti e quelle sbagliate, accompagnate subito dopo da un close up sul volto deluso del giocatore. A onor del vero, devo riconoscere che mi sembravano inutili prima e mi sembrano inutili adesso, a meno che io non abbia seduto sul divano di fianco a me Ivan Conte. In questo caso diventano invece una fonte di sberleffi praticamente infinita, il che è cosa buona e giusta. Quel che mi è piaciuto – e parecchio – è vedere come i giocatori festeggiano un gol importante: quando la posta in palio è alta (non nell’amichevole tra Barcellona e la squadra di Alberobello, quindi) le esultanze coinvolgono più giocatori, fino a diventare vere e proprie ammucchiate che mi ricordano tanto Buffon che corre verso Grosso quando Fabio ha steso i crucchi durante i Mondiali di Germania 2006. Sono momenti belli, epici. Era ora che qualcuno ci pensasse.

FIFA15_XboxOne_PS4_DynamicMatchPresentation_Liverpoolgoal

IT’S A BEAUTIFUL GAME

Sotto il profilo estetico, è clamoroso constatare come siano migliorati i modelli dei giocatori (i modelli, non i volti, mi raccomando). Gli atleti hanno ora chiome dinamiche e sono stati rivisitati sia per quanto riguarda le proporzioni (specialmente delle spalle) sia per ciò che concerne il rigging del modello vero e proprio, in modo da evitare alcune pose innaturali che caratterizzavano le scorse produzioni.
Anche il campo è stato ritoccato: ora si rovina con il passare dei minuti, mostra i segni delle scivolate e delle orme dei giocatori. L’erba è semplicemente bellissima, così come mi hanno lasciato a bocca aperta gli schizzi d’acqua quando i calciatori calpestano le pozzanghere e la rete che si gonfia dopo un gol. Un piccolo particolare che farà la felicità di chi è attento ai dettagli come il sottoscritto è dato dall’inserimento, all’interno del sistema fisico, di bandierine per i corner e pali di sostegno della porta. Questi ultimi non si limitano a respingere un tiro rimanendo immobili, ma tremano, esattamente come accade nella realtà.
Abbiamo osservato un video timelapse in cui, nell’arco di pochi secondi, veniva mostrata una partita da 90 minuti e il manto erboso, alla fine della simulazione, sembrava tanto quello dello stadio Luigi Ferraris dopo un qualsivoglia derby della Lanterna. Roba da applausi a scena aperta, punto e basta. Ma le modifiche estetiche non sono finite qui: un bel passo avanti sotto il punto di vista grafico è stato reso possibile anche grazie al nuovo sistema di illuminazione che, a onor del vero, si nota di più nelle immagini statiche che durante il match. Si chiama physical base rendering e lascia senza fiato, non serve aggiungere altro. Anche l’intelligenza artificiale è stata ritoccata ma, allo stato attuale delle cose, risulta davvero difficile misurare questi cambiamenti.

FIFA15_XboxOne_PS4_ManToManBattles_SchalkevsBayer04

PARCHEGGIA IL BUS

Quel che è stato possibile toccare con mano, invece, sono i nuovi atteggiamenti delle squadre. È bene sapere che potrete contare su due nuove impostazioni, una totalmente offensiva (un po’ l’Hail Mary del football americano, con tutti i giocatori che si proiettano in avanti) e una totalmente difensiva (vi è venuto in mente il Chelsea di Mourinho o l’Atletico Madrid visto nella finale di Champions League, vero?). Queste due nuove opzioni sono impreziosite da piccole chicche come le perdite di tempo, che di possono osservare soprattutto in prossimità dei calci d’angolo, con giocatori impegnati a difendere la palla a oltranza con il solo obiettivo di far correre il cronometro.

TIRANDO LE SOMME

Potenzialmente, e sarebbe sciocco nasconderlo, ci troviamo al cospetto del miglior gioco di calcio di sempre. FIFA 15 ha il merito – e l’ardire – di voler alzare l’asticella talmente tanto che sarà difficile per chiunque non abbia le idee più che chiare provare a dire la sua. Se a questo aggiungete che anche i giocatori PC, di cui fieramente faccio parte (ma non per FIFA, sia chiaro), potranno contare su una versione next-gen, c’è davvero di che stare allegri. A patto di non essere tra le fila di chi deve provare ad arginare lo strapotere di questa serie, si intende.