Non è un segreto che chi vi scrive ritenga Forza Horizon uno dei migliori titoli di corse della scorsa generazione. Per certi versi addirittura il migliore, visto che riusciva a mettere assieme in modo intelligente una componente open world e una versione ammorbidita della fisica light-sim di Forza Motorsport 4. Una sorta di light-light-sim, si potrebbe dire, dove varietà e libertà di movimento non lasciavano spazio alla noia. Ho quindi accolto con gioia e a braccia aperte non solo l’annuncio dell’esistenza di Forza Horizon 2, ma anche l’invito da parte di Microsoft a fare due chiacchiere con gli sviluppatori di Playground Games, ovviamente accompagnando il tutto con una fugace ma intensa prova su strada.
Il vero aspetto next-gen di Forza Motorsport 5 è stato sicuramente Drivatar, ovvero quel sistema di sostituzione coatta dell’Intelligenza Artificiale con routine che simulano il comportamento dei nostri amici e/o di altri piloti virtuali, connessi al sistema di server messo in piedi con perizia da Turn 10 (e Microsoft, ovviamente). In Forza Horizon 2 questo concetto viene ampliato e adattato a un mondo open world pensato per essere liberamente esplorato, anche al di fuori delle semplici strade asfaltate; ergo, i drivatar non solo imparano come guidano i rispettivi “proprietari”, ma anche dove vanno e cosa hanno scoperto nella mappa. Non di rado, quindi, potrebbe capitarci nel bel mezzo di una gara di vedere una vettura controllata da un drivatar infilarsi in qualche scorciatoia nascosta, precedentemente percorsa dall’umana coscienza che lo governa.
Le nostre impressioni, appena scesi dalla Lambo
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500 cavalli e un paio di pony
Al di là di questo fatto, che a mio avviso era opportuno sottolineare fin da subito, le novità introdotte da Playground Games sono comunque parecchie. Tanto per cominciare, esiste finalmente un sistema di danni meccanici, che può essere abilitato via menu. Ovviamente, essendo Forza Horizon 2 un light-light-sim (oddio… quanto mi piace questa definizione!), le routine che gestiscono i danni sono decisamente amichevoli, e tuttavia paiono sufficienti a impedire manovre estreme come la pratica della “sportellata rimbalzosa reiterata”. Inoltre, è possibile accumulare XP non solo vincendo gare ed eventi, ma anche guidando in modo pulito o compiendo evoluzioni, o persino semplicemente esplorando la mappa. Gli XP servono a sbloccare una serie di perk (circa 25), utili a migliorare la resa della conduzione e altri fatti più o meno importanti. Non manca nemmeno la possibilità di vivere l’esperienza connessi perennemente online, partecipando a competizioni multiplayer, piuttosto che vagando in giro per lo scenario, assieme a qualche amico voglioso di una scampagnata motorizzata.
Naturalmente, dal padre (Forza Motorsport 5) il prossimo titolo griffato Playground Games eredita anche una parte del feticismo per livree e motori. Le vetture presenti saranno circa duecento, per lo più bolidi fuori dalla portata delle tasche di molti di noi; il garage completo, tuttavia, comprenderà anche auto più specifiche, come ad esempio i fuoristrada, mezzi perfetti per andare per campi a falciare brutalmente i vigneti di Chianti. Il celebre vino toscano non è stato chiamato in causa per solo sfizio, visto che – come ormai sanno anche i sassi – lo scenario di Forza Horizon 2 è quello del Sud Europa, e più precisamente della Francia Centrale e della Toscana. Le nostre terre sono state riprodotte con un certo gusto e verosimiglianza, e, se non fosse per un evidente popup (a tratti fastidioso), sembra davvero di viaggiare sulle strade collinari di una delle nostre regioni più belle e caratteristiche. Quello che più mi ha entusiasmato dal punto di vista tecnico è però l’uso delle luci, ai vertici di questo inizio di generazione ed esaltato dal ciclo giorno/notte e da condizioni climatiche finalmente variabili.
Come avrete intuito, il primo impatto con Forza Horizon 2 è stato più che positivo. Che il gioco sia buono e che sia riuscito a riprendere in toto lo spirito del predecessore lo si è capito fin dalle prime curve; che le novità siano interessanti e ben integrate nella struttura open world, anche. Ciò su cui Playground Games si deve concentrare è fare in modo che l’amalgama funzioni, che la mappa sia effettivamente ricca di cose da fare, che la carriera non viva di momenti di stanca e che i perk abbiano un senso nell’equilibrio e non rompano il giocattolino a lungo andare. Per saperlo, non tocca altro che attendere il prossimo 30 settembre, data di uscita di Forza Horizon 2, che – attenzione attenzionissima! – è giusto una settimana prima di quella di un certo Driveclub. Una parte di console war si gioca anche nel magico mondo dei motori, questo è fuor di dubbio.