Assassin’s Creed Unity – Anteprima

Assassin's Creed Unity

«Essere il creative director di Assassin’s Creed è soprattutto un grande onore. Prima di lavorare su questo brand mi occupavo di Far Cry ed ero un grande fan di AC. Da appassionato, poter salire a bordo è stato come realizzare un sogno, una cosa stupenda». Sono queste le parole che Alex Amancio, creative director, sceglie per commentare il suo ruolo all’interno di uno dei titoli più attesi dell’anno, Assassin’s Creed Unity.
Quando ti parla della sua creatura, gli brillano gli occhi. «La responsabilità è molto grande, perché abbiamo moltissimi fan, ma è una cosa molto bella. È sempre una sfida… ogni gioco lo è in modo differente ed è questo che rende tutto così divertente e “magico”». C’è da credergli.
Abbiamo incontrato Alex durante il Media Briefing che Ubisoft ha organizzato per permettere alla stampa di giocare in anteprima una porzione di Assassin’s Creed Unity. Questo sarà l’ultimo contatto prima delle recensioni, previste per l’inizio di novembre. Il contesto scelto dal publisher francese era di quelli che ti fanno girare la testa: un’intera ala del Musee de l’Armee di Parigi, uno dei più grandi musei militari del mondo, ha ospitato decine di giornalisti che si sono lanciati nell’esplorazione delle strade della Parigi virtuale di Unity. A nostra disposizione tre ore, due intere sequenze single player, una missione cooperativa per due giocatori e, per la prima volta, una con quattro assassini contemporaneamente a schermo. Ma andiamo con ordine.

VideoIntervista – Alex Amancio, Creative Director di Unity

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SOUS LE CIEL DE PARIS

[quotedx]«Una ragazza ha lavorato alla ricostruzione di Notre-Dame 8 ore al giorno per un anno intero» Alex Amancio[/quotedx]Trovarsi catapultati nel bel mezzo di un qualsiasi titolo che abbia una storia da raccontare è sempre spaesante, e Assassin’s Creed non fa differenza. Nel pezzo che state leggendo non troverete quindi riferimenti alla trama, un po’ perché non abbiamo abbastanza elementi in mano e un po’ perché sarebbe sciocco rischiare di rovinarla con qualche supposizione buttata lì a caso. La nostra prova è cominciata dalla terza sequenza, scelta probabilmente per mostrare i muscoli, visto che dà modo di visitare, nel giro di un amen (no pun intended!), la clamorosa ricostruzione di Notre-Dame, cattedrale gotica che, dal vivo, ti lascia senza fiato. «Una ragazza ha lavorato a questa ricostruzione 8 ore al giorno per un anno intero» racconta Alex, lontano dal microfono «poi la scorsa settimana l’abbiamo portata qui, in Francia, per vedere l’opera che aveva catalizzato le sue attenzioni nel corso degli ultimi 365 giorni. Quando se l’è trovata davanti non è riuscita a trattenere le lacrime». A essere sincero, nemmeno io. Già, perché la struttura è modellata in maniera superba e gli shader impiegati per i materiali, su cui hanno lavorato altre due persone, sono da applausi a scena aperta, soprattutto quelli delle vetrate, incredibilmente verosimili. La visita a Notre-Dame, inoltre, mette in mostra anche alcune delle nuove caratteristiche ludiche di Assassin’s Creed Unity. La prima, la più evidente, è rappresentata dal nuovo sistema di controllo, che è stato rivisitato con una piccola, grande aggiunta. Se negli AC precedenti la corsa acrobatica permetteva di arrampicarsi, scendere dalle sporgenze e saltare gli ostacoli con la singola pressione di un tasto, in Unity premendo RT (l’equivalente della vecchia corsa acrobatica, appunto) rimarremo sempre sullo stesso livello. Per “ascendere” dovremo premere anche il tasto A, mentre per “discendere” il B. Questa soluzione è stata studiata, stando a quanto ci raccontano i ragazzi del team di sviluppo, proprio per soddisfare una richiesta pressante dei fan che, negli scorsi episodi, si sono troppo spesso gettati nel vuoto senza avere davvero l’intenzione di compiere un Salto della Fede. Sulla carta il nuovo sistema di controllo funziona, ma è anche vero che in più di un’occasione si è rivelato molto macchinoso. «Devi semplicemente prenderci la mano» sottolinea Vincent Pontbriand, Senior Producer di Assassin’s Creed Unity, «poi ti sembrerà più naturale». Ha ragione: alla fine della quarta sequenza la sensazione di spaesamento era scomparsa, benché qualche baco e qualche arrampicata fuori programma si siano palesate, tanto sulle guglie di Notre-Dame quanto su un paio di lampioni sparsi per la strada.
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[quotesx]In Assassin’s Creed Unity, le missioni principali potranno essere affrontate in diversi modi[/quotesx]La seconda novità messa in mostra dalla missione nella cattedrale gotica francese riguarda invece la molteplicità di approcci consentita per venire a capo di ogni situazione. Prima di poterci gettare nella mischia, infatti, un breve filmato ci ha mostrato quali fossero le opzioni che avevamo a disposizione per eliminare il nostro bersaglio. Accanto al classico – e caciarone! – ingresso dalle porte principali, zeppe di guardie, potevamo scegliere di scalare Notre-Dame infilandoci successivamente in una finestra lasciata aperta, oppure di recuperare una chiave eliminando silenziosamente una guardia, chiave che, consegnata alla persona giusta, ci avrebbe portato direttamente a destinazione, all’interno della chiesa. Le soluzioni proposte erano in grado di accontentare tutti i palati, con un’ovvia predilezione per chi ama lo stealth. «Se il combattimento è facile, se è il modo migliore per superare un ostacolo, puoi stare certo che ogni volta le missioni termineranno con uno scontro», continua Alex «Quello che abbiamo fatto è stato rendere il combattimento più impegnativo. Creando delle meccaniche più profonde e dandoti uno scopo per sparire, ti stiamo effettivamente incoraggiando, quando ti trovi in uno scontro e vieni sopraffatto, a usare una smoke bomb, interrompere il contatto visivo e a tornartene sui tetti, dove magari non ci sono nemici, per studiare nuovamente la situazione e riprovare a raggiungere il tuo obiettivo». Lo sapevano anche loro che il combattimento era il tallone d’Achille della serie. E sono corsi ai ripari.

LA RIVOLUZIONE… FRANCESE DI ASSASSIN’S CREED UNITY

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Il combattimento, in Assassin’s Creed Unity, è stato rivisitato. Qualcuno starà già esclamando un sonoro “alleluja!”, ma devo confessarvi di non averlo mai trovato particolarmente noioso o bloccante, non considerandolo una delle feature principali per un titolo di questo tipo. A ogni modo, quanto vi troverete di fronte in Unity è qualcosa di differente dalla solita fila di nemici che non vede l’ora di farsi infilzare, attaccandovi ordinatamente in fila indiana. Questa volta il numero degli avversari è generalmente più contenuto, ma dovrete tenere a bada più unità contemporaneamente (fino a un massimo di tre, stando alla mia esperienza), imparando a destreggiarvi con la nuova parata, che, eseguita con il giusto tempismo, sfocia in una “parata perfetta”, l’unico modo che avrete per sbilanciare un avversario rendendolo un facile bersaglio.[quotedx]Il combattimento di Assassin’s Creed Unity non è il Freeflow di Rocksteady ma è un passo avanti per la serie[/quotedx]Il combattimento di Unity non è il Freeflow di Rocksteady, siamo d’accordo, ma è comunque un buon passo avanti per la serie, sia perché dà la sensazione che Arno sia meno “invincibile” e più umano di un Ezio Auditore qualsiasi, sia perché è effettivamente più complicato avere ragione di più di un paio di guardie per volta. E già che le abbiamo menzionate, Alex ce ne ha voluto parlare più nel dettaglio: «Il modo in cui funzionano ora è più sistemico. La rotta che seguono non è stabilita direttamente dai level designer o dei mission designer, ma viene definita a grandi linee con il posizionamento di diversi punti di interesse, cosa che la rende molto più “organica”».

IN QUATTRO È MEGLIO

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[quotesx]Le missioni per quattro giocatori sono veloci incursioni da un quarto d’ora. Sono un modo rapido per migliorare il proprio assassino[/quotesx]
Durante la spedizione in terra francese ho avuto modo di mettermi nuovamente alla prova con la modalità cooperativa a due giocatori, su cui non ho davvero niente da aggiungere se non che avrà una propria storia da raccontare. Ben più interessante è stata la parte riservata al multiplayer a quattro assassini. Olivier Ged, production manager di Assassin’s Creed Unity, ci racconta che «queste missioni a quattro giocatori sono veloci incursioni da un quarto d’ora ciascuna che servono come divertissement. Sono un modo rapido per giocare e migliorare il proprio assassino». Nel livello che abbiamo provato avevamo il compito di infiltrarci in una villa per rubare un quadro, stando bene attenti a sottrarre quello giusto tra i tre suggeriti. L’approccio scelto, anche in questo caso, è stato quello furtivo, soprattutto in considerazione del fatto che la zona pullulava di guardie. Con Olivier a fare da apripista siamo entrati nella villa e, due smoke bomb dopo, stavamo uscendo con il dipinto sottobraccio. Noi abbiamo scelto di avanzare in quattro, ma niente vieta di entrare in azione in un due contro due in cui “vince” chi riesce per prima a completare il compito richiesto… insomma, le uniche limitazioni sono dettate dalla fantasia nostra e di quella dei compagni di ventura.
La modalità cooperativa, un toccasana dal mio punto di vista, spaventa però più di una persona, tanto che, anche nella nostra community, c’è chi pensa che rischi di snaturare l’essenza della serie. «Potrete affrontare ogni singola missione co-op da soli. Certo, sarà molto più difficile» ci rassicura Alex. E continua: «Unity cambia la mentalità degli Assassin’s Creed visti fino a oggi. Fino a Black Flag la motivazione principale che ti spingeva ad andare avanti era il completare la storia single player. In Assassin’s Creed Unity, invece, raccontiamo la tua scalata per diventare un Maestro Assassino. Ogni singola attività che trovi nel mondo di gioco serve a migliorare Arno, a creare il tuo assassino perfetto». Missioni cooperative comprese, ovviamente, ma non solo. Già, perché le strade di Unity, brulicanti di vita, nascondono una moltitudine di missioni facoltative, tra cacce al tesoro, indagini su omicidi e compiti minori. Ma non è questo il momento giusto per parlarne…