The Town of Light – Hands On

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In occasione del press tour che ci ha visto protagonisti all’interno dell’ex manicomio di Volterra, e dopo aver avuto modo di scambiare due chiacchiere col capo del talentuoso team LKA.it Luca Dalcò (a questo link trovate la nostra intervista completa), pad alla mano siamo tornati all’interno dell’istituto psichiatrico abbandonato, con una prova sul campo di The Town of Light, l’atteso titolo tutto italiano previsto verso la fine del mese di febbraio e che ci vedrà vestire i panni di una ex paziente del manicomio, per un’esperienza in soggettiva realmente unica e sorprendente.

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Meglio chiarire subito un punto: The Town of Light non è né un survival horror nel senso tradizionale del termine, né tantomeno un “walking simulator”: il titolo LKA.it è un’avventura che fa del ricordo, della sofferenza e della pazzia le sue tematiche principali. Vestendo i panni della protagonista Renèe rivivremo non solo la sua vicenda personale, costellata di violenze, abbandoni e soprusi, bensì anche la storia assolutamente reale dei molti disgraziati che loro malgrado venivano rinchiusi (spesso per il resto dei loro giorni) all’interno dell’ospedale psichiatrico, reietti della società spesso abbandonati volutamente dalle loro famiglie atte a liberarsi di questi “scarti umani”. Una “trama”, quella di The Town of Light, che con un’indagine documentaristica senza precedenti scandaglia l’anima e il corpo umano all’interno dei luoghi nei quali si svolgevano spesso atroci agonie e terapie terribili, come il bagno nell’acqua ghiacciata o il ben più noto elettroshock. Come accennato poche righe più in alto, l’intera avventura è vissuta con una visuale in soggettiva, utile a scandagliare le locazioni che fanno da sfondo al gioco, incappando spesso e volentieri in alcuni piccoli enigmi. Ma il manicomio di Volterra non è un luogo invaso da creature come visto in titoli horror tradizionali: la luce la farà da padrone, con le ombre di oggetti, porte e macchinari medici ad incutere ancora più ansia e timore di quanto non possa farlo un mostro qualunque nascosto nell’oscurità.

[quotedx]The Town of Light non è un survival horror nel senso tradizionale del termine[/quotedx]

Perché è proprio nella sua atipicità che The Town of Light riesce a far trasparire tutto se stesso: il titolo LKA.it non è infatti un horror fondato sul jump scare o su classiche trovate cinematografiche per spaventare il giocatore. Si tratta di incutere il terrore anche solo con una singola sequenza non interattiva, o magari con una locazione particolarmente disturbante (impossibile non citare il reparto di ginecologia dell’ospedale). Prima parlavamo di enigmi: spesso, nelle nostre peregrinazioni, dovremo risolvere alcuni rompicapo ambientali legati spesso e volentieri all’apertura di porte o cancelli che impediscono il nostro passaggio. Nulla di particolarmente proibitivo, ma sicuramente un sistema che diverte e funziona, atto a non rallentare quello che è in primis lo scopo principale dell’esperienza: angosciare. Ma non solo: l’intero ospedale è pieno di lettere, documenti e oggetti da raccogliere, utili a comprendere l’orrore vero che purtroppo giorno dopo giorno asfissiava le mura del manicomio. E a tal proposito, sorprende il coraggio del giovane team italiano nel voler raccontare una storia adulta nel senso più crudo del termine, proponendo sequenze senza filtri o censure capaci di far stringere lo stomaco come pochi titoli sono riusciti a fare prima d’ora.

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Avendo avuto modo di provare una versione beta pressoché finale del titolo, abbiamo anche potuto testare le qualità offerte dall’esperienza tramite l’ausilio di Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale la cui uscita ufficiale è prevista tra pochi mesi anche in Italia. La sensazione, dopo aver provato con mano (e occhi) due delle sequenze realizzate appositamente per Oculus, è più che positiva: nonostante siano ancora da correggere alcuni piccoli difetti legati al movimento del personaggio, l’immersività di The Town on Light in VR è pressoché totale, e in un titolo che fa dell’atmosfera il suo punto di forza questa non è certamente una qualità da trascurare. Vivere in prima persona un viaggio nell’orrore della psiche umana, potrebbe essere un’esperienza che il parco titoli di Oculus necessita da sempre, e considerando l’impegno dei ragazzi di LKA.it e di Luca Dalcò nel proporre un gioco che trasuda passione ed una cura dei particolari realmente incredibile, siamo pronti a scommettere che il prodotto finale sarà proprio come lo desideriamo. Nonostante quel magone sullo stomaco sarà comunque davvero difficile da mandar via.

LEGGI ANCHE LA NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA A LUCA DALCÒ DI LKA.IT