Un tranquillo pomeriggio primaverile, di quelli che impongono un abbigliamento stratificato per arrivare a fine giornata, è stato teatro della prima presentazione assoluta alla stampa di Overwatch nelle versioni Ps4 e Xbox One. Nella cornice allestita ad hoc dello Spazio AnniLuce di Milano si è dato fuoco alle polveri ed energia agli scudi, con pad alla mano e cuffie in testa per entrare al meglio nello spirito del promettente titolo Blizzard.
L’attesa per poter tastare con mano la bontà del gioco nella sua incarnazione home console era da tempo evidente. Pochi i dubbi sul valore del prodotto in sé, ovviamente, alla luce della positiva esperienza con la beta PC, ma la la transizione verso piattaforme legate a sistemi di controllo differenti e hardware proprietari lasciava adito a qualche riserva, in particolar modo da parte dei puristi di un genere che per sua natura dà il meglio di sè con mouse e tastiera.
[quotesx]La narrazione cross-mediale si intreccia tra corti in computer grafica di elevatissima qualità[/quotesx]
1080p e 60fps senza se e senza ma su entrambe le piattaforme, bilanciamento dei personaggi rivisto rispetto all’iterazione originale e uno sviluppo dedicato la cui sinergia tra il team ha portato lo stesso Jeff Kaplan a garantire sulla fattibilità di un’infrastruttura cross-play qualora Sony e Microsoft dovessero mai, sorprendentemente, dare il loro beneplacito: le premesse perché ci si potesse trovare tra le mani un prodotto vincente risultavano evidenti prima ancora della prova sul campo, affrontata dopo un breve ma esaustivo briefing che ci ha introdotto in un universo contraddistinto da un background unico per uno sparatutto multiplayer. La narrazione cross-mediale si intreccia tra corti in computer grafica di elevatissima qualità, che puntualmente scomodano paragoni tutt’altro che azzardati con Pixar, e arene che mostrano palesemente i segni degli eventi che hanno portato al bellicoso futuro che fa da sfondo alle battaglie. Overwatch è infatti il nome di una task force creata per porre fine alla crisi degli omnic, razza robotica che trent’anni prima aveva preso controllo del pianeta, imponendo un intervento risolutivo la cui efficacia nel tempo si è dissolta allo scioglimento della squadra. Senza un’autorità a vegliare sull’operato delle numerose fazioni in campo e con il rapporto tra umani e omnic tutt’altro che consolidato, è tempo di porre fine ai conflitti con le nostre stesse mani, a cominciare da questa prova in anteprima in cui nessuno dei 21 “eroi” presenti alla conferenza è stato lasciato indietro nell’affrontare le varie modalità disponibili.
La modalità ‘Conquista‘ assegna ai due team il ruolo di attacco e difesa all’inizio della sessione con il compito di guadagnare il controllo di un iniziale punto A per poi concludere l’azione di assalto impadronendosi del punto B, attivato conseguentemente. Al raggiungimento dell’obiettivo o al termine del tempo i ruoli si invertono, decretando il vincitore al meglio delle tre. Ovviamente sono numerosi i passaggi e i pertugi che permettono di aggirare le difese, imponendo un estremo livello di attenzione anche per via della verticalità che contraddistingue il traversing di alcuni personaggi.
‘Trasporto‘ traduce queste stesse meccaniche in un contesto dinamico, in quanto il punto A è la sede di un oggetto da condurre al punto B entro il tempo limite. Oltre ad ostacolare la progressione eliminando gli attaccanti, la difesa può temporaneamente prendere il controllo del payload e farlo arretrare finché gli attaccanti non ne riacquisiscono il controllo. Terminato il round, come in Conquista, si passa da attacco a difesa e viceversa.
[quotedx]La peculiarità di Overwatch risiede nel sistema di gioco incentrato su eroi estremamente caratterizzati[/quotedx]
‘Controllo’ si presenta come l’opzione di gioco più movimentata, ponendo entrambe le squadre nella condizione di prendere possesso di una specifica area della mappa, contendendosela per tutta la durata del match. Assumere il controllo totale della zona fa salire la percentuale in favore del proprio team con lo scorrere dei secondi, fino al conseguimento dello scopo ultimo di ottenere il 100%. In caso di contesa al 99% per entrambi i team, si entrerà in uno stallo da risolvere con l’annientamento del rivale e conseguente vittoria attribuita a chi per primo stabilisca una solida posizione di superiorità per il tempo sufficiente. Da sottolineare come le mappe siano specifiche per ogni modalità e quindi non sia possibile provare una sfida ‘Trasporto’, ad esempio, nel Tempio di Anubi.
La peculiarità di Overwatch risiede nel sistema di gioco incentrato su eroi estremamente caratterizzati e non su classi, al contrario di numerosi (anche celebri) esponenti del genere. Una differenza ben più sostanziale di quanto si possa inizialmente pensare per via di personaggi che si distinguono in ogni sfaccettatura, che si parli di estetica, di abilità o armi in dotazione.
Ciò si traduce nella necessità di studiare e padroneggiare tutto il roster per essere reattivi in ogni situazione e prevedere le mosse del nemico. Trovarsi di fronte la temibile Pharah, l’inarrestabile Reinhardt o l’angelica Mercy richiama reazioni istintive i cui tempi di risposta divengono sempre più ridotti con l’accumularsi dell’esperienza. Meccanismi riconducibili in parte il feeling dei MOBA, introdotti in un ambito frenetico e tambureggiante.
L’utilizzo di un adeguato numero di ruoli (attaccanti, difensori, supporto e tank) nella propria squadra è enfatizzato dal gioco stesso, che in fase di selezione suggerisce eventuali mancanze a cui sopperire che, però, possono essere ignorate nell’intento di sorprendere l’avversario con un approccio meno classico. La flessibilità offerta dall’opzionale cambio di eroe a seguito di ogni morte in cui si incorre, inoltre, permette di spostare gli equilibri in maniera repentina se vi è coordinamento nel team.
Superato l’iniziale periodo di ambientamento, si può apprezzare il lavoro di Blizzard in tutto il suo potenziale, anche per quel che concerne l’aspetto tecnico, assolutamente di livello anche su hardware meno performanti rispetto ai gaming PC. Velocità, fluidità e pulizia video contraddistinguono un’esperienza di gioco in cui l’utente è messo in condizione di dare sempre il massimo. La leggibilità dell’azione è sempre convincente grazie alla netta – ma non invadente – distinzione tra compagni di squadra e nemici oltre alla visibilità di colpi e abilità speciali, immediatamente riconoscibili. L’HUD fornisce tutte le informazioni necessarie occupando una quantità di schermo davvero ridotta, permettendo così al giocatore di godere appieno della bellezza di quanto offerto su schermo.
Overwatch su console si propone come l’FPS che mancava, capace di raccogliere giocatori di diversa inclinazione in un’arena in cui è facile entrare e lasciarsi rapire. L’estrema funzionalità di ogni aspetto del titolo consente di partecipare alle sessioni multiplayer con lo spirito di chi sa che ad ogni sonora bastonata corrisponde una crescita delle proprie capacità e, di conseguenza, del divertimento che se ne può trarre. Caratteristica rara e preziosa in un settore che da tempo prova a reinventarsi con il timore di perdersi per strada l’utenza più restia ad accettare il cambiamento.
Overwatch è fresco, innovativo ed entusiasmante. Superfluo sottolineare che non vediamo l’ora di mettere le mani sul gioco completo.