Destino! Chissà se è per sua colpa o suo merito se le cose evolvono in un determinato modo. Certo è che non sempre sembrano giusti, modo e destino. Prendiamo il caso…
Regia: Tom McGrath
Animazione
Distribuzione: Universal
Destino! Chissà se è per sua colpa o suo merito se le cose evolvono in un determinato modo. Certo è che non sempre sembrano giusti, modo e destino. Prendiamo il caso di due navicelle sparate da pianeti alieni, in caduta libera verso la Terra, con a bordo due bebè. Mettiamo che il karma giochi più a favore del furbetto di turno, che si ritrova a passare i migliori anni nella bambagia, allevato da una famiglia borghese, mentre il secondo, sprovveduto, finisce diritto diritto ad essere cresciuto da talentuosi criminali all’interno di un carcere, non c’è storia. E’ importante dove atterri. E se il primo bambino viene cresciuto in un palazzo con genitori affettuosi, sviluppando fin da subito i suoi superpoteri a fin di bene, il secondo, che di superpoteri non ne ha, ma in compenso possiede un’eccelsa intelligenza, viene emarginato fin da subito per la sua provenienza. Prova a piacere agli altri, ma non ci riesce, tanto che si convince che può solo fare cose cattive. Ecco così come nascono gli antagonisti di questa storia. Il bene e il male, un supereroe e un supercattivo: ossia Metro Man, l’affascinante supereroe dalla mascella fotogenica, eletto eroe salvatore di Metro City; e poi Megamind, il genio criminale dai mille piani malefici per sconfiggere la sua nemesi.
Megamind è un tronfio egomaniaco che ha fatto come sua missione personale quella di distruggere Metro Man e impossessarsi di Metro City (che lui si ostina a pronunciare Metròcity). È un cattivo duro e puro, che sfrutta la sua intelligenza per creare raffazzonati piani malefici. Ma nessuno dei suoi piani è mai andato a buon fine. Tranne questa volta. Con la disperata incredulità degli abitanti di Metro City, Megamind ha sconfitto il suo nemico giurato. E ora? Superato lo sballo della vittoria, lui stesso ne è incredulo, Megamind si sente solo, benché al suo fianco troneggi il suo validissimo aiutante, Minion, un bizzarro pesce issato su un corpo da gorilla. Che senso ha essere il cattivo se non si ha un eroe da combattere? Megamind ha passato tutta la sua esistenza a lottare contro il bene, e ora che questo è sconfitto, non sa cosa fare. Anzi no! Trova l’idea: creare ex novo un supereroe da combattere. Si regala, così, un nuovo nemico. Fossero facili le cose! Tutto si complica quando l’iniezione, per creare il nuovo eroe di Metro City, finisce nel corpo sbagliato! E non tutto va come previsto, anche perché a complicare le cose ci si mette un’invadente reporter d’assalto, ormai ex flirt di Metro Man: Roxanne Ritchi. Questa bella giornalista zelante e impertinente diventerà il tallone d’Achille di Megamind.
La Dreamworks sforna per Natale un brillante film d’animazione diretto da Tom McGrath, già artefice dei due film Madagascar. Realizzato tutto in computer graphics, Megamind è un prodotto ben congegnato che risalta il punto di vista del cattivo. Sovvertendo l’ordine imposto dall’“e vissero tutti felici e contenti”, Megamind punta l’occhio di bue sul cattivo, le luci della ribalta sono tutte per lui. In tutto questo allegro carrozzone animato, il 3D è sottotono; quindi non aspettatevi i livelli degli ultimi film d’animazione in 3D come Rapunzel o Cattivissimo me o Dragon Trainer. La storia, brillante, ma non entusiasmante, avrebbe tranquillamente potuto essere narrata con un 2D, sfoderando sul grande schermo, con maggior sicurezza, un poker d’assi fatto di personaggi e dettagli, che sono i gioielli di questo film (dalle invenzioni di Megamind, alle magliette del cameraman di Roxanne alle ambizioni dell’eroe). Un deciso investimento sulla costruzione della storia sarebbe stato consigliabile, piuttosto che ambire al 3D a tutti i costi. Gli equilibri, i toni, la simpatia dei personaggi, dotati di una straripante personalità e di un look graffiante, sono, infatti, il gioco forza di Megamind. Gli artefici di questo film si sono ispirati all’età dell’oro dei fumetti, conferendo un’atmosfera particolare di giocosi anni 80. Le competizioni bizzarre e altisonanti tra il cattivo e l’eroe di turno richiamano quelle battaglie da rock star consumate sul palcoscenico; del resto la colonna sonora affilata si presta, molto elegantemente, a giocare con i protagonisti (Street Fighting Man degli Stones, A Little Less Conversation di Elvis Presley, You Get What You Give dei New Radicals, Highway to Hell di AC/DC, Should I Stay or Should I Go? dei The Clash).
A cura di Ilaria Falcone