Andrà meglio nel 2011?

Quella della “morte” di Guitar Hero è solo l’ultima di una serie di notizie poco confortanti. Ma c’è chi pensa che per il 2011 le cose possano andare meglio. [EDITORIALE]

Diciamocelo, la notizia di ieri di Activision che chiude Guitar Hero è di quelle che lasciano un po’ male. Per diversi motivi: semplice affezione ai chitarrini di plastica e Freebird, o il fatto che è un brutto segnale, a prescindere da quanto possa o meno piacere il genere e/o quella serie in particolare; ancora, perché non è l’unica – sempre rimanendo ad Activision, il publisher americano lascerà a casa 500 persone. Insomma, il quadro non è dei più rosei.

Anita Frazier, ricercatrice per NPD Group, è tuttavia convinta che le cose andranno meglio, nel 2011, e che la gente spenderà per i videogiochi più di quanto spenda per altre forme di intrattenimento. A sostegno della sua tesi elenca ben sette motivi:

1. In generale, l’economia sta ripartendo (parliamo sempre di Stati Uniti, eh, prima che qualcuno pensi che anche qui da noi siamo già alla fine del tunnel), e questo porterà la gente a spendere di più – le prime avvisaglie in questo senso si sono viste nel periodo natalizio appena passato
2. Il mercato di smartphone e tablet sta crescendo a ritmi elevatissimi
3. Sta crescendo anche il mercato della distribuzione online tramite digital delivery, social network ecc. Circa il 17% della popolazione statunitense e il 33% di coloro che si definiscono hardcore gamer giocano sui social network
4. Continua anche la penetrazione della banda larga, che facilita gli acquisti e i download online, perché semplicemente ci vuole meno tempo a scaricare un gioco. La percentuale di americani con una connessione veloce è del 71%. Come dicevo, non si parla dell’Italia
5. Microsoft Kinect e Sony Move stanno andando benone – la sola periferica di Microsoft ha venduto 8 milioni di pezzi nei primi due mesi, rendendo il suo debutto nel settore dell’elettronica quello di maggior successo di sempre
6. Quest’anno arriverà anche il gaming in tre dimensioni grazie a Nintendo 3DS, in arrivo a fine marzo
7. Il giro d’affati dei videogiochi si sta allargando tramite altri canali, come l’advergaming, che permettono alla gente di giocare a costo zero e ai publisher di incassare comunque tramite gli inserzionisti

Frazier aggiunge che le aspettative dei consumatori sono cambiate, la gente vuole maggiormente gratificazione istantanea, la possibilità di giocare subito, senza aspettare.

Qualche numero conclusivo: il 59% degli americani si diletta con il videoludo, mentre il 70% legge libri, l’86% guarda film e il 93% ascolta musica. Mediamente un americano ha 62 ore di tempo libero alla settimana, così “ripartite”: 17 a guardare film o TV, 11 ad ascoltare musica, 5 a videogiocare. Infine, i giochi si mangiano il 27% della spesa mensile dedicata all’intrattenimento, mentre i film si limitano al 22% (questo, dice Frazier, anche perché il prezzo medio di un gioco è molto superiore a quello di un film).

Voi come la vedete? Siete d’accordo con i sette punti dell’analista di NPD Group? Che quadro emerge del videogiocatore del 2011?