Revenant – Redivivo – Recensione

Dopo l’eclatante successo di critica e pubblico per Birdman, Alejandro González Iñárritu torna sul grande schermo con una storia di vendetta vecchio stampo: Revenant – Redivivo, il cui sottotitolo italiano aggiunto si rivela per una volta solo pleonastico e non totalmente privo di senso. Il protagonista, come scopriamo immediatamente, è Hugh Glass (Leonardo DiCaprio), un uomo dal passato fumoso e incerto, alla guida di una spedizione di trapper dediti al commercio di pellicce nel profondo nord degli Stati Uniti, nella prima metà dell’800. Il film si apre con l’attacco del campo dei cacciatori da parte di una tribù di indiani, che massacrano i trapper senza esitazione; si salvano in pochi, tra questi Glass con il figlio avuto da una squaw, il comandante della spedizione e il viscido texano Fitzgerald, interpretato da un grande e irriconoscibile Tom Hardy. I sopravvissuti scappati in barca si trovano presto costretti ad abbandonarla per non finire accerchiati sul fiume, così dopo aver gettato l’ancora nascondono le pellicce e sotto la guida di Glass si mettono in marcia verso l’accampamento. Purtroppo per loro Glass si imbatte in un grizzly, che non esita a masticarlo per bene, lasciandolo più morto che vivo. Da qui le cose non migliorano per il nostro protagonista: le sue condizioni sembrano disperate e viene lasciato indietro in compagnia del figlio, di un giovane cacciatore, e di Fitzgerald, che acconsente ad occuparsi di lui e a dargli degna sepoltura solo in cambio di una cospicua paga. Sarà proprio Fitzgerald, col suo orrendo tradimento, a dare a Glass nuova forza vitale, che da questo momento in poi sarà mosso esclusivamente dall’odio e dal desiderio di vendetta.

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Insomma, una storia semplice e che sa di già visto, ma raccontata con un verismo che si incontra raramente al cinema: si potrebbe parlare di method acting, se non fosse che le condizioni estreme siano state praticamente imposte agli attori dal regista. Non è il suo film più personale ma la mano di Inarritu si sente, ed è ineccepibile: ci troviamo di fronte ad un prodotto tecnicamente impressionante, che alterna scene di cruda violenza a paesaggi di rara bellezza, l’azione è spesso resa con piani sequenza di diversi minuti, cosa che insieme all’utilizzo esclusivo di luce naturale ha sicuramente contribuito alla lievitazione del budget durante le riprese. A tratti sembra di assistere ad un documentario, in altri momenti DiCaprio sembra quasi un novello Bear Grylls, costretto a rintanarsi nel cadavere svuotato di un cavallo o a rosicchiare il midollo di uno scheletro riesumato dalla neve per sopravvivere. Il film forse si dilunga un po’ troppo in certe sequenze, e ne risente la tensione dello spettatore, ma nonostante gli alti e bassi la conclusione è epica e soddisfacente.

[quotedx]Alejandro González Iñárritu torna sul grande schermo con una storia di vendetta vecchio stampo.[/quotedx]

Gli attori avranno 200 battute in tutto, e DiCaprio si esprime per lo più a grugniti, ma sono più che sufficienti per confermare la sua bravura; anche Tom Hardy riesce a rendersi spregevole al punto giusto, e i comprimari si mantengono su un buon livello, ma chiaramente Revenant – Redivivo mette al centro della narrazione le immagini, più che i dialoghi, immagini che rendono le asperità della sopravvivenza molto più di quanto potrebbero le parole. Candidature agli Oscar e ai Globe praticamente scontate per miglior film, regia e attori, resta da vedere se dopo il riconoscimento della Hollywood Foreign Press Association Leonardo DiCaprio riuscirà finalmente a portarsi a casa un Oscar. Se cercate film di “sostanza” probabilmente non farà per voi, visto che non aggiunge molto al genere, ma è l’ennesima prova da attore riuscita per DiCaprio, e un ottimo prodotto visivo diretto con maestria da Iñárritu.