[Fantafestival 2016] Cat Sick Blues – Recensione

I gatti, a chi non piacciono? A volte, però, l’amore per gli splendidi felini domestici può avere derive violente, come mostra giocosamente Cat Sick Blues. Il regista australiano Dave Jackson ha 30 anni e le idee molto chiare. Il suo film è stato finanziato su Kickstarter con 14,5 mila dollari. Il budget lo usa fino all’ultimo centesimo, mettendo probabilmente qualcosa anche di tasca propria, per creare un’opera eccessiva e divertente. Cat Sick Blues potrebbe essere letto come una critica all’odiosa invasione di foto di gattini, alla fragilità individuale nella sovraesposizione socialmediatica, ai rischi che comporta confondere ciò che è reale da ciò che non lo è e infine alla solitudine cui ci releghiamo inconsapevolmente passando il nostro tempo davanti a un qualsiasi schermo. Ma il bello di Cat Sick Blues è che, se pure è evidente una critica sociale, questa è talmente sommersa da sangue, stupri, eccidi ed elementi gore che ci lascia godere una pellicola ansiosa e spassosa senza costringerci a futili riflessioni. In alcuni momenti è gioia per gli occhi. E con un budget del genere, sapete bene che non è poco. Tutti o quasi i misfatti sono messi in atto da Ted, un tremendo sfigato cui è morto l’amato gatto nero Patrick. A quanto pare una specie di divinità semi-acquatica segregata in un baule gli ha rivelato che per far tornare in vita il gatto sarà necessario prendere nove vite. Questo ricordo ci viene mostrato in un flashback, ed è solo uno delle numerose scene in cui il regista, con classe, gioca con lo spettatore.

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Ted racconta di essere stato sposato e che Patrick è morto perché mangiava troppo, ma capiamo ben presto che (piccolo spoiler) sono tutte balle. Le storie che racconta servono a giustificare le sue terribili azioni. E non ho ancora detto il dettaglio più bello: Ted ha un costume. Lui è un supereroe, è l’uomo gatto. Di più, Cat Sick Blues è un film di supereroi. Con la piccola differenza (o forse no) che il protagonista è una persona orribile. Nella scena sopra descritta e alla fine del film vengono esposte le origini del nostro eroe. Inoltre Ted si è fatto costruire da un amico artista dei guanti dagli artigli acuminati, dei quali basta un graffio alla gola per recidere le giugulari in maniera irreparabile con fiotto rosso à la Kill Bill annesso. Per non parlare dell’enorme e mostruoso fallo felino, indossato a mo’ di strap-on, col quale incute timore fino ad atterrire le proprie vittime. E, com’è ovvio, ha una maschera, quella di un gatto nero. Che all’occasione può anche essere usata come abat-jour. E come per ogni eroe dei fumetti che abbiamo imparato ad amare, anche per lui il rischio d’ibridazione con l’entità cui si ispira è forte. C’era una storia dell’Uomo Ragno in cui a Peter spuntavano membra aggiuntive. Batman corre costantemente il pericolo di farsi inghiottire dalla propria oscurità. Ted, l’Uomo gatto, fa i suoi bisogni nella lettiera e ringhia per esprimere il suo disappunto se qualcosa non gli va a genio. Matthew C. Vaughan, l’attore che lo interpreta, è assolutamente perfetto e fa anche un grande lavoro sulla voce. Che a tratti assomiglia, appunto, a un ringhio felino. Qualche sua espressione ricorda inoltre con precisione il Norman Bates di Anthony Perkins.

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A questo proposito, è doveroso aggiungere che il film non è una commedia horror/thriller. La direzione è decisamente quella del brivido. C’è qualche macchietta, e il protagonista è spesso ridicolo. Alcune scene sono esagerate al punto che affiora un sorriso forse per smorzare la tensione. Per altre scene invece non ve n’è il tempo. E altre volte ancora rimaniamo esasperati e affascinati  dalla determinazione di Jackson nel farci esperire il baratro disperato in cui si calano inesorabili i personaggi. Ad esempio Claire, la co-protagonista di Cat Sick Blues interpretata da Shian Denovan, ne passa davvero di tutti i colori. Vi riassumo il primo quarto d’ora di film, tanto per dare un’idea della storia di contorno. Claire è una youtuber che pubblica periodicamente video della gattina malata. Ha un sacco di fan e ha condiviso, ingenuamente, l’indirizzo di casa sua per riceve le lettere degli ammiratori. Il film è appena cominciato e un maniaco (non Ted, un altro) si presenta da lei e le ammazza la gatta, poi la stupra. La violenza viene ripresa dalla videocamera della ragazza, ma ovviamente finisce su Youporn. Il video ha successo al punto che la gente filma le proprie reazioni mentre lo guarda. Claire va in depressione e frequenta un gruppo di sostegno per chi ha perso l’animale. Lì incontra Ted, e non è che le cose migliorino.

Siciliano di nascita e anche di adozione, adesso gravita sul Raccordo. Per qualche ragione a lui ignota continua a studiare, ma dopo la laurea è convinto che avverrà il ricongiungimento all'Essere. Scrive, legge e si guarda in giro.