Cinema e Videogiochi – Max Payne (2008)

Ogni settimana parliamo di un film tratto da un videogame. Raccontiamo passioni, sfide e curiosità su un genere che, fra alti e bassi, ha segnato l’inizio del nuovo millennio. 

Anno 2008: periodo ben diverso dal precedentemente citato 2001 di Tomb Raider (di cui abbiamo parlato nel primo numero di questa rubrica): i soldi investibili all’interno di un’opera del genere sono maggiori, e già da adesso più rischi vengono presi da scenografi e registi, per rendere a schermo un’esperienza quanto meno simile a quella del videogioco. Certo, niente di assurdo, dovranno passare ancora anni prima di poter vedere una trasposizione cinematografica degna di questo nome, ma pazientate, ci arriveremo. Max Payne esce nel 2008, complice una ribalta del genere shooting action al cinema (insomma, quelle pellicole con più proiettili che attori): ispirato all’omonimo gioco del 2001, il film non è nient’altro – si fa per dire – un thriller noir d’azione, con tante scene mozzafiato corredate di sparatorie e fotografie capaci di creare malinconia. Ma allora perché prendere proprio questo gioco? Molto semplice. Il videogame di Max Payne di Remedy Entertainment è stato, come Matrix lo fu per il cinema, l’omaggio e il consacramento del bullet time nel videogioco: avete presente quell’effetto (oramai quasi abusato) in cui il tempo rallenta, la scena incalza e a rallentatore si vedono proiettili passare davanti la telecamera? Ecco, proprio quello.

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Se Matrix ci ha creato un punto focale del film, il gioco di Max Payne lo ha reso parte fondamentale del gameplay, creando un culto tra i fan della saga. Dal 2001 al 2008 passano ben 7 anni, e un Mark Wahlberg ben differente dal protagonista, ma bravo e capace a calarsi nei suoi panni, arriva su schermo insieme ad una Mila Kunis tetra e misteriosa. Il protagonista è il classico detective della polizia di New York, la vita tranquilla e beata, con una splendida casa, una moglie ed una figlia: il sogno americano. Una sera, tornato a casa, trova purtroppo la sua famiglia massacrata a colpi di pistola e la sua vita distrutta. Questo incipit, senza ulteriori spoiler, porterà avanti il film per 100 minuti, catapultandovi in una storia di vendetta e distruzione come poche in quel periodo. Già dal principio si può vedere il grande salto avvenuto in questo tipo di trasposizioni: una storia matura come quella del videogioco è stata portata a schermo con la stessa base, sebbene cruenta. Certamente alcuni tratti cambieranno, complici il passare del tempo, la necessità di adattarsi al periodo corrente e anche esigenze di scena, ma tutto il film ruota intorno (come nel gioco) alla Valchiria, letale droga che sta causando grandi problemi a New York e che, indirettamente, è causa della morte della sua famiglia.

In modo ambiguo, Max Payne di Remedy Entertainment si ispira molto allo scheletro degli action movie anni ’90, e di conseguenza rende davvero bene al cinema portando i classici stereotipi come la femme fatale, il poliziotto corrotto, il classico mafioso e, soprattutto, l’antieroe che sacrifica la sua innocenza per vendicarsi, senza scrupoli, dell’omicidio di moglie e figlia. Naturalmente il film è stato massacrato dalla critica, il tutto a causa di alcuni buchi di trama, scene poco elaborate e lunghi tempi definiti (dai molti) morti. La verità in fin dei conti, sta sempre nel mezzo: Max Payne ha gli stessi difetti (possiamo definirli tali?) del videogioco, e va preso per quel che è, evitando di cercare una storia profonda, dei dialoghi drammatici ed elaborati. Forse in quel periodo, avendo una trama praticamente identica all’originale, il film ha attirato soltanto i fan del videogioco che, di fronte al maxi-schermo del cinema, si sono trovati a rivivere la stessa storia, di nuovo, stavolta senza essere loro al comando.

Gli scarni elementi drammatici oggetto di critica sono gli stessi che nella versione videoludica sono stati apprezzati dal pubblico: una New York sommersa dalla neve, una stazione metropolitana deserta, un uomo oramai distrutto al suo interno. Se avete giocato Max Payne almeno una volta, capirete come questi siano dei pilastri in tutta la trama, sono come invisibili protagonisti capaci di mantenere in piedi una storia struggente, ed è lo stesso in entrambe le opere. Sicuramente il passaggio fra i media ha causato non pochi problemi, ma nella somma il film di Max Payne fa rivivere la storia di un uomo comune, capace di fare uno sforzo senza paragone per versare il sangue di tutti quelli che lo hanno portato su questo cammino, per le strade di New York.

Il parere del Direttore

Il problema del film Max Payne è un classico del rapporto tra cinema e videogiochi: ripropone sul Grande Schermo un mix di cliché noir sensati solo in quanto fusi in un’esperienza interattiva, resa unica dal meccanismo del bullet time. Peccato, perché il cast e certe soluzioni visive avrebbero reso possibile un valido adattamento cinematografico.

Marco Accordi Rickards, Editor-in-Chief