Nel corso degli ultimi anni si è generato in Italia un nuovo importante fenomeno: lo spostamento migratorio delle web star e/o youtuber dal piccolo schermo (che sia il vostro PC o smartphone) alle sale cinematografiche. Un risultato che, fino a questo momento, aveva portato in dono prodotti al limite delle decenza artistica e che, di conseguenza, hanno gettato ancor più fango su una notevole porzione di questa crescente realtà che, ed è giusto dirlo con fermezza, ha portato sul web prodotti di qualità elevata. E chi poteva interrompere questo increscioso trend? Ovviamente i the JackaL, napoletani per antonomasia e probabili precursori forse di un nuovo genere cinematografico che, a mio personale avviso, sarà presto riproposto da numerose altre realtà importanti nel Bel Paese.
Dopo una vertiginosa crescita a suon di visualizzazioni, condivisioni e partnership d’alta quota (basti pensare a Netflix con Narcos ad esempio) i the JackaL, affiancati dall’importante ombra di Cattleya e RAI Cinema, sono riusciti assieme a Francesco Ebbasta, regista della pellicola, a portare alla luce Addio Fottuti Mesi Verdi: una divertente commedia d’azione che, fidatevi, sorprenderà molta gente.
Per contestualizzare al meglio questa analisi, e senza approfondire il tutto onde evitare spiacevoli spoiler, bisogna innanzitutto dare un luogo, o meglio, ambienti in cui si svolgerà principalmente l’azione all’interno di AFMV: Napoli e un’astronave aliena. Se sulla seconda c’è ben poco da dire, se non sul come siano state azzeccate le scelte della fotografia con decisi richiami alla saga di Alien e dei costumi, sulla prima è bene soffermarsi. Napoli non può essere costantemente associata solo all’anima nera di Gomorra, bensì anche a una rivisitazione effettivamente veritiera sul come il capoluogo campano non sia solamente ciò che determinati luoghi comuni la facciano risultare essere da chi non la vive tutti i giorni.
Ciro Priello, protagonista principale della vicenda, assieme a Fabio Balsamo e Beatrice Arnera riescono, tra alti e bassi, a tener su un ritmo mai banale pur essendoci alla base una trama tristemente attuale: il tema della fuga dei cervelli qui, in maniera arguta, è stato così tanto estremizzato da farlo arrivare fino allo spazio. Ciro infatti, pur essendo un grafico plurilaureato con tanto di triplice master, non trovando lavoro in nessun modo, mosso dalla disperazione del non poter pagare le bollette di casa e il non aver una completa indipendenza nei confronti della cara e dolce mamma, ha deciso di inviare il proprio curriculum agli alieni. Come sottolineato inizialmente, Addio Fottuti Musi Verdi si distacca dai precedenti aborti cinematografici (riferiti sempre ai prodotti venuti dal web) grazie alle costanti riflessioni che ti fa porre non nell’immediato bensì subito dopo la visione. Almeno personalmente, ho associato il tutto a un’accusa e critica alla società italiana in cui viviamo e, fortunatamente, una dimostrazione “cazzuta” di come il volere è potere visto il risultato che hanno ottenuto questi ragazzi partiti solo con un bagaglio pieno di idee e zero risorse. Soprattutto economiche.
Bisogna essere molto chiari, il film parte abbastanza malino per poi, e menomale, finire in un crescendo pieno zeppo d’azione e risate grazie anche alla presenza di inaspettati cammeo e citazioni eccellenti. In maniera del tutto inaspettata, si eleva con forza sopra a tutto il resto del cast la figura di Fabio, spalla fedele del buon Ciro che senza tanti giri di parole muove da solo ogni possibile tempo comico alternando battute, decisamente fini, a momenti di pausa riflessivi. Si nota, comunque, che Fabio è un personaggio necessario a nascondere la debolezza recitativa di Ciro, che emerge quando il secondo è posto da solo nella scena.
I difetti dunque ci sono, ma vengono però spazzati via da alcuni importanti elementi che mi hanno entusiasmato non poco: le musiche eccellenti di Michele Braga, che spero possano essere d’esempio per il cinema italiano, e la chiara intenzione di far qualcosa di diverso. I the JackaL magari non sempre ci riescono, ma nemmeno sono schiavi dei personaggi che si sono creati sul web. Poco male, è pur sempre l’esordio e Addio Fottuti Musi Verdi può essere serenamente paragonato a un primo esperimento per loro. Credete veramente che i the JackaL si fermeranno qui? Macchè!