Chi l’avrebbe detto che uno sviluppatore legato a doppio filo con le console Nintendo, per le quali ha realizzato uno sconfinato numero di titoli legati al franchise Pokémon, sarebbe giunto su ben altre piattaforme nell’anno di grazia 2015? Il segno dei tempi che cambiano? Chi lo sa. Del resto, mai come in questo ultimo lustro il mercato videoludico ha dimostrato d’essere assai più mutevole e imprevedibile di quanto certi analisti vorrebbero farci credere. In particolare abbiamo assistito alla “rivoluzione indie”, che ha dato fama e visibilità a un numero sempre crescente di giovani talentuosi sviluppatori. D’altro canto questo fenomeno ha innescato una serie di positivi effetti collaterali, portando anche grossi team a investire parte del proprio tempo in progetti meno dispendiosi in termini di ore lavoro, pubblicità e relazioni pubbliche. Questo Tembo The Badass Elephant, oltre ad avere un nome davvero spettacolare, ne è un esempio concreto: annunciato lo scorso marzo, lo possiamo ora giocare a pochissimi mesi di distanza. Un gran bel risultato per un gioco realizzato per altro con tutti i crismi di una produzione di alto livello.
ELEPHANT MAN
Ammettiamolo, di protagonisti antropomorfi ne abbiamo controllati a bizzeffe in tutti questi anni. Da porcospini blu a scimmioni assortiti, passando per simpatici dinosauri, gli esempi in tal senso non mancano proprio, ma a mia memoria (per quel che vale…) di elefanti proprio non se ne sono mai visti, almeno nel ruolo principale. Tembo poi non è un semplice mammifero proboscidato, dato che a differenza dei suoi zannuti compari, è un vero e proprio “badass”, ovvero un tostissimo (solo perché non possiamo usare eccezioni più volgari su GamesVillage.it) pachiderma tanto forte quanto agile. Può infatti saltare, librarsi per qualche attimo per aria e persino rimbalzare! Del resto non dispone di alcun arsenale se non il proprio corpo, che utilizza come un ariete per sfondare le difese nemiche e distruggere qualsiasi cosa gli si pari davanti, sfruttando nel contempo le sue innate capacità per spazzare via ogni presenza ostile sul suo cammino. Difatti Tembo è un platform 2.5D piuttosto classico, seppur votato alla devastazione più totale. Per certi versi ricorda un po’ un mix fra Metal Slug e Donkey Kong Country, riprendendo dal primo un certo gusto per le animazioni e dal secondo il gameplay e la “fisicità”. Non è un caso che il nostro amico elefante debba raccogliere quante più noccioline possibili per incrementare il suo numero di vite base (ogni 300 se ne vince una), terminate le quale tocca ricominciare l’ultimo livello da zero.[quotedx]Tembo è un platform 2.5D piuttosto classico, seppur votato alla devastazione più totale[/quotedx]Questa particolarità suggerisce ovviamente una certa propensione all’esplorazione dei vari stage, piuttosto articolati e ricchi di segreti da scoprire, necessari per riuscire a ottenere il massimo punteggio. Di fatto questo si traduce in una vera e propria caccia all’uomo, intesa sia come sterminio di tutte le forze nemiche, sia come recupero e salvataggio di alcuni sfortunati cittadini. Ma se questi ultimi rappresentano solo un bonus opzionale a tutti gli effetti, i soldati invece non possono essere ignorati in alcun modo, anche perché occorre accumularne una discreta cifra per avere accesso all’ultima sezione. In caso contrario infatti tocca tornare a combattere, sperando di scovare quelli che ci sono sfuggiti l’ultima volta. C’è da dire che basta impegnarsi un pochino più del solito per portare a termine il risultato necessario, anche perché Tembo è piuttosto equilibrato in termini di difficoltà, al contrario di tante (forse troppe) produzioni odierne, che si basano sull’esasperare il giocatore con passaggi frustranti all’inverosimile.
Non tutto comunque è perfetto. Sebbene il gioco sia davvero spassoso, per certi versi risulta fin troppo semplice nella sua struttura. Si sente un po’ l’assenza di progressione, mancando qualsivoglia powerup o upgrade, negando di fatto qualsiasi variazione del gameplay, che rimane molto simile dall’inizio alla fine. Inoltre è possibile portare a termine il gioco in una manciata di ore, sebbene la volontà di ottenere tutti i trofei/achievement potrebbe convincere i gamer più smaliziati a ripercorrere più e più volte i vari livelli. Abbastanza positivo il comparto tecnico, caratterizzato da uno stile grafico davvero azzeccato che miscela intelligentemente elementi 2D ad altri 3D, senza creare eccessive discrepanze. Ciò nonostante tocca segnalare qualche rallentamento di troppo, anche su PC con schede video top gamma, segno di qualche problematica in termini di ottimizzazione del codice. Nulla che non possa essere corretto con una patch, sia chiaro. Meno entusiasmanti, infine, le musiche di accompagnamento, non proprio ispiratissime, specie alla luce di alcune recenti produzioni.