Hatsune Miku: Project Mirai DX – Recensione

Per parlare di Project Mirai DX è giusto fare un passo indietro, una piroetta e, perché no, una capovolta a tempo di musica e rivolgere l’attenzione al fenomeno Hatsune Miku. “Chi?” Non più di un personaggio nato dalla prolifica industria creativa giapponese, è vero, ma anche un vero e proprio esperimento discografico capace di smuovere milioni di appassionati in tutto il mondo. Quella “Miku-chan” di cui tutti parlano è il volto di un programma chiamato Vocaloid, appunto, capace di sintetizzare digitalmente frasi e melodie cantate basandosi sulla voce dell’attrice giapponese Saki Fujita. Ad affiancare Miku, così come Jem aveva le sue Holograms, ci sono tutta una serie di personaggi creati ad hoc per accompagnare il lancio sul mercato di una variante del popolarissimo programma giapponese. Si passa dal duetto di pre-adolescenti Len e Rin, fino alla procace Megurine Luka (che a dispetto del nome è una graziosa figliola), ma ai componenti del gruppo musicale digitale creato da Crypton Future Media non manca anche il belloccio della situazione, un certo Kaito dai capelli cerulei che in questo Project Mirai DX per Nintendo 3DS si trova spesso ad accompagnare Miku nei suoi gorgheggi più virtuosi. Nati, insomma, come mascotte antropomorfe di un programma per PC, la popolarità dei cosiddetti vocaloid è cresciuta al punto tale da generare una serie infinita di merchandising e opere transmediali che, oggi, arrivano a noi ignari occidentali nella forma di videogiochi, come l’ultimo prodotto SEGA. E che rhythm game, signori!
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“NIHON GO WAKARIMASU KA?” OVVERO, LO PARLI IL GIAPPONESE?

Il caso di Hatsune Miku: Project Mirai DX è per me più unico che raro, poiché pur partendo da una certa ritrosia personale, dovuta al fatto che per anni ho evitato il più possibile di imbattermi nelle acute e stridule melodie dei sintetizzatori vocalici giapponesi, mi sono comunque trovato ad apprezzarlo e a divertirmi fino a rivalutare l’intero genere musicale. Il succo del gioco è focalizzato in una componente tipicamente rhythm game che si snoda in due modalità di gioco: una fa uso dei tasti della console o, nel caso lo si preferisse, il supporto touch, l’altra invece prevede l’utilizzo del pennino in evoluzioni sullo schermo inferiore della console Nintendo non molto dissimili da quanto visto in passato in titoli come Ouendan o Theatrhythm Final Fantasy. L’elenco di comandi non si limita a vorticare sullo schermo come nel titolo Nintendo o a seguire una linea retta come nello spin-off della serie J-RPG di Square Enix, ma viene proiettato seguendo dinamicamente il ritmo della musica e ciò che i carinissimi e curatissimi video musicali mostrano in tutta la loro strabordante zuccherosità super deformed. Chiaramente la tracklist inclusa nel gioco prevede una serie di brani interpretati proprio dalle voci sintetiche dei celebratissimi Vocaloid, con l’inclusione di alcune tracce rese già famose da YouTube e già apprezzate nei recenti Project DIVA per console Sony.[quotedx]è impossibile negare la bontà del lavoro svolto da SEGA nel valorizzare alcuni dei brani più famosi inclusi nel gioco[/quotedx]Ciò non toglie che le 39 tracce che compongono l’offerta melodica del titolo rimangono ancorate a sonorità tipiche della musica giapponese pop e rock, e che la mancanza di una qualsivoglia traduzione dei testi, tutti ovviamente in giapponese, possa creare qualche problema quando si guarda al mercato con occhi occidentali. Anche tutto ciò che esula dall’allegro “tip tappare” ritmicamente sul touch screen rimane appannaggio di un’utenza ben specifica, ovvero quella degli appassionati che da anni seguono le gesta del gruppo di cantanti digitali. La mole di fan service spudorato che è inserita nella piccola cartuccia del gioco potrebbe alienare chi non conosce o non ha mai avuto a che fare col fenomeno Vocaloid. Nei menù di Hatsune Miku: Project Mirai DX si è sempre accompagnati da un cantante a propria scelta col quale è possibile passare il tempo personalizzandone l’aspetto, l’abitazione, o semplicemente giocandoci assieme a Othello. Tutte questa attività hanno tuttavia un’unica caratteristica comune: il gusto per il “voyeurismo” del fanatico nipponico. Il caso più estremo si concretizza quando ci si accorge che dare da mangiare al proprio vocaloid non ha alcun peso sul gioco e la sua unica funzione è quella di far assistere a una animazione “kawaii”, oltretutto immortalabile in scatti “rubati” da salvare sulla SD Card della console. Un altro esempio eclatante di come i contenuti del titolo SEGA siano stati pensati esclusivamente per i fan del franchise è l’inclusione di una funzionalità sveglia che rende realtà il classico feticcio di ogni otaku, quello cioè di essere svegliato dalla voce del proprio cantante preferito.
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MIKU E LE HOLOGRAMS!

Incastonato fra l’anima rhythm game e quella fan service vi è anche l’editor di coreografie con il quale è possibile personalizzare i balletti dei propri brani preferiti, per poi condividerli tramite le funzionalità spotpass e streetpass incluse nel gioco. Purtroppo manca all’appello una qualsivoglia modalità multigiocatore. Un peccato, se si considera che alcune delle canzoni ai livelli di difficoltà più alti sono in grado di mettere a dura prova anche i pennini (o i polpastrelli) più scattanti. L’unico modo per poter competere con gli amici è quello di affidarsi a un mini gioco – piuttosto limitato – basato sull’altrettanto popolarissima (almeno in Giappone) serie puzzle game Puyo Puyo, una variante non molto lontana da titoli similari come Dr. Mario o Tetris. Per quanto riguarda l’aspetto stilistico, è impossibile negare la bontà del lavoro svolto da SEGA nel valorizzare alcuni dei brani più famosi inclusi nel gioco. Il character design super deformed è davvero piacevole e regala a Miku e colleghi canterini un’espressività inedita se si vuole guardare al passato della serie e ai modelli poligonali proporzionati utilizzati dalla serie Project Diva per PS Vita, PSP e PS3. Ottima anche la resa registica dei video musicali e del 3D stereoscopico, quest’ultimo come sempre accessorio, ma altrettanto godereccio, specie se il gioco ha la fortuna di girare su New Nintendo 3DS XL.