Company of Heroes 2: The British Forces – Recensione

Quando il gioco lo permette, qualunque sia il genere, preferisco utilizzare un approccio quanto più furtivo possibile, colpire da lontano senza correre troppi rischi, e magari avere sempre uno o più piani di riserva nel caso qualcosa dovesse andare storto. Relic Entertainment deve aver pensato proprio ai giocatori come il sottoscritto nel momento in cui ha deciso di confezionare la terza espansione di Company of Heroes 2, un DLC standalone come quelli che si sono succeduti nell’ultimo anno o poco più.

GOD SAVE THE QUEEN

Come facilmente intuibile dal nome, The British Forces segna il debutto dei soldati d’Oltremanica negli scenari bellici del Vecchio Continente. Siamo di fronte a una fazione molto diversa da quelle viste nel gioco base (Armata Rossa e Wehrmacht) o introdotte in The Western Front Armies (US Forces e Oberkommando West): l’esercito di Sua Maestà non può contare su una collaudata macchina bellica in grado di sfornare potenti mezzi cingolati come la Germania nazista, né sui numeri messi in campo dall’Unione Sovietica, tantomeno sulla versatilità delle truppe statunitensi; la parola d’ordine, quindi, è specializzazione.

Il giocatore che sceglie di comandare i soldati britannici deve sapere che si ritroverà a fronteggiare gli avversari in costante inferiorità numerica, di conseguenza diventa ancora più importante conoscere a menadito tutte le debolezze della fazione opposta in modo tale da riuscire a sfruttare ogni opportunità che possa presentarsi nel corso di una partita e valorizzare al massimo i punti di forza dell’esercito inglese. Dicevamo della specializzazione delle truppe del Regno Unito: un esempio significativo di questo approccio strategico è la possibilità di arruolare dei cecchini. Questi ultimi sono in assoluto le unità in grado di causare più danni, ma sono anche le più fragili: da soli sono capaci di disabilitare o addirittura distruggere in pochissimi colpi un veicolo, e di falciare interi distaccamenti nemici tenendosi a debita distanza, lo scotto da pagare, però, è una salute decisamente bassa e un costo in risorse elevato ma proporzionato alla potenza.

VIEN GIÙ IN PICCHIATA COL SUO ALIANTE STUPENDO

La vocazione dell’armata britannica è chiara già dai primi minuti di gioco e si rifà proprio all’approccio che ho citato in apertura di recensione. Una filosofia che traspare grazie a tanti aspetti, alcuni minori, come la possibilità di schierare dei commando aviotrasportati e di sfruttare il loro aliante come centro di comando ausiliario; altri ben più importanti e che vanno a influire in maniera più incisiva sullo svolgimento dei match, come la decisione della tattica da utilizzare nelle fasi avanzate della partita, optando per l’offesa con l’approccio “Martello”, oppure scegliendo la strategia difensiva “Incudine”, ognuna delle quali porta allo sblocco di unità specifiche e di questo o quel potenziamento per i soldati già sul fronte.

Tuttavia, come già accaduto per The Western Front Armies, anche The British Forces non presenta nessuna nuova campagna da affrontare in solitaria, limitandosi ad aggiungere una fazione e alcune mappe inedite, in questo caso ne abbiamo otto, da utilizzare negli scontri multigiocatore oppure nelle schermaglie contro l’intelligenza artificiale. A questo punto è abbastanza chiaro che quest’ultima espansione di Company of Heroes 2 sia dedicata ai fan e agli irriducibili del multiplayer competitivo, nonostante sia standalone e quindi di fatto acquistabile anche da chi ha intenzione di avvicinarsi per la prima volta a questo secondo capitolo della serie; questi, però, farebbero meglio a iniziare dal gioco base, anche perché la complessità di utilizzo dell’esercito britannico e l’assenza di una modalità single player al di fuori delle schermaglie mal si sposano con le esigenze di un neofita.