Che Housemarque fosse capace di sviluppare prodotti di successo, lo avevamo capito da tempo grazie agli ottimi Dead Nation e Resogun. Quello che non ci aspettavamo era la capacità di tirare fuori dal cilindro un gioco che, ve lo anticipiamo subito, rappresenta il proverbiale pezzo da novanta. Nonostante il pretesto narrativo sia tra i più abusati in ambito videoludico e cinematografico, si è rivelato essere terreno fertile per una produzione compatta, che affonda a piene mani nei paradigmi di genere per dare in pasto al grande pubblico un gioco che si eleva dalla massa, settando un nuovo standard. Ma andiamo con ordine.
Il mondo è stato invaso da una avanzatissima civiltà aliena. Non c’è scampo per noi umani e le nostre forze militari sono state annientate, spazzate via, annichilendo ogni possibile barlume di speranza. Tuttavia, non tutto è perduto. L’unità di sviluppo armi avanzate dell’UNX, il governo mondiale, ha messo a punto un esoscheletro cibernetico da battaglia capace di far acquisire straordinarie abilità da combattimento a chi lo indossa, fondando così la fanteria meccanizzata, ultimo baluardo a strenua difesa dell’umanità. Se l’incipit narrativo di Alienation non è tra i più originali, lo sviluppo della fabula unito all’efficace struttura di gioco, sembra addirittura ricalcare quanto visto sul grande schermo nel film Edge of Tomorrow con Tom Cruise. Questo non è affatto un male e, anzi, propone al giocatore lo scenario ideale per il prodotto in esame che ci ha conquistato fin dal primo minuto di gioco.
POTENZA DI FUOCO E CONTROLLO
Alienation appartiene alla categoria dei dual-stick shooter cooperativi online, eppure il sapiente mix di forti elementi action, shooter e ruolistici lo differenzia profondamente dalla massa dei titoli analoghi. La frenesia del gioco è palpabile già nei primissimi secondi dopo il suo avvio: un breve filmato con una voce fuori campo istruisce il giocatore su cosa sia accaduto e quale sarà il suo compito. Pochi preamboli dunque, per essere subito dopo catapultati nel menù iniziale in cui scegliere se iniziare una nuova campagna o continuarne una precedentemente avviata. Espletata la selezione del caso, saremo chiamati a scegliere se giocare in modalità normale – nella quale potremo godere di tutta una serie di punti di respawn attivabili nella progressione del gioco – o sanguinaria, modalità in cui una volta morti la partita terminerà.
[quotedx] La frenesia del gioco è palpabile già nei primissimi secondi[/quotedx]
Per ognuna delle due modalità vi sono tre livelli di difficoltà (Pivello, Professionista e Veterano) e tre classi di armature (Biospecialista, Tank e Sabotatore), ognuna con delle peculiarità proprie e tali da diversificare, sostanzialmente, l’approccio ad ogni partita. Se con la classe Tank, ad esempio, si avrà un approccio da mischia, affrontando il nemico in modo diretto, con la classe Sabotatore sarà consigliato un approccio più tattico (diversamente ma altrettanto efficace) grazie alle differenti abilità dell’esoscheletro. Durante ogni partita potremo acquisire punti esperienza per salire di livello ed una serie di armi e nuclei energetici (necessari per potenziare l’equipaggiamento). La scelta di un coefficiente più elevato di difficoltà ci garantirà un maggior numero di XP (e quindi un aumento di livello più veloce) e il reperimento di armi più potenti. Parlando delle armi, ne avremo a disposizione di tre tipologie, un’arma al plasma standard, un’arma secondaria ed una terza definita ‘pesante’. La frenesia di gioco ci metterà costantemente nella necessaria condizione di alternare le armi per far fronte al bestiario alieno che la IA ci scatenerà contro su una serie di mappe sparse per il mondo (davvero enormi) e nelle quali dovremo affrontare, solitamente, tre differenti missioni: una di approccio in cui cercare degli indizi e sterminare i nemici in una zona circoscritta per garantire un avamposto sicuro su cui far atterrare il nostro elicottero; una seconda missione solitamente in cui cercare altri indizi, attivare qualcosa e fare una pulizia più approfondita delle avanguardie nemiche su un’area più estesa; infine, nella missione conclusiva, dovremo debellare la minaccia aliena per quella zona in modo da riconquistarne il possesso integrale. Se la struttura di gioco di base mette in mostra i muscoli grazie alla sua immediatezza e praticità, il titolo non si ferma così in superficie ma diviene decisamente più profondo grazie al sistema di upgrade delle armi e del personaggio. Peregrinando nelle varie mappe, infatti, potremo recuperare armi più potenti ma alcune di queste saranno potenziabili attraverso dei nuclei di energia che ne modificheranno parametri quali potenza, rateo di fuoco, caricatore e possibilità di colpo critico. Una volta conquistata un’arma superiore, potremo decidere di smembrare quelle in nostro possesso per ridurle a nuclei energetici da impiegare come nuovi power up. La complessità del sistema di upgrade viene comunque gestita attraverso un’interfaccia intuitiva e veloce, ancor di più a sottolineare la frenesia che caratterizza l’intera produzione. A completare il quadro di una struttura di gioco e di un gameplay avvincenti ed appaganti, troviamo una serie di eventi procedurali (come orde di nemici in arrivo o quest secondarie come boss particolarmente ostici da eliminare) capaci di differenziare ulteriormente l’approccio del giocatore e di premiarne le prestazioni con punti XP ed armi particolarmente potenti.
Sul fronte tecnico, non possiamo che lodare l’ottimo lavoro svolto dallo sviluppatore. L’engine tridimensionale in visuale isometrica di Alienation restituisce all’utente un’immagine dettagliata e particolareggiata piena di elementi (molti dei quali distruttibili) per un’azione sorretta da una fluidità granitica che non risente mai di cali nel framerate. Esplosioni, fumo, effetti particellari e giochi di luce saranno onnipresenti in quantità industriale, rivelandosi, anche in questo gioco, il vero marchio visivo distintivo di Housemarque. Bisogna ammettere che la limitata porzione di visuale su mappa di gioco e la fisiologica distanza della visuale isometrica aiuta (e non poco) a nascondere una modellazione dei personaggi e dei nemici non raffinatissima e questo è evidente dalle schermate delle statistiche del gioco e potenziamento del personaggio, dove potremo visionare il bestiario dei nemici incontrati, suddivisi per tipologia. Tuttavia, la modellazione ed il texturing non eccelsi di personaggi e nemici (comunque più che adeguati e validi) sono ampiamente giustificati dalla presenza massiccia di migliaia di elementi di scenario e altrettanti nemici che si scateneranno implacabilmente sul giocatore. La soundtrack fa un lavoro validissimo nel commentare le gesta del nostro alter ego digitale, con temi azzeccati ed orchestrati diligentemente. Purtroppo i temi non sono tantissimi e alla lunga rischiano di risultare ripetitivi. Ottimo, invece, il lavoro svolto per gli effetti sonori che riescono nell’intento di far immedesimare ancor più il giocatore.