The Park – Recensione

Dopo i cimiteri e le ville infestate dagli spettri, i parchi di divertimento abbandonati sono senza dubbio la terza locazione più gettonata in ogni horror che si rispetti. La cosa si fa ancora più interessante quando una scenografia del genere diventa teatro per un’avventura narrativa totalmente ambientata nella lugubre cornice di un Luna Park. The Park, videogame a tinte horror sviluppato dal team Funcom ed ora disponibile anche su console Sony PlayStation 4 e Xbox One, abbraccia proprio una visione psicologica dell’orrore nei grandi parchi maledetti, strizzando vagamente l’occhio ad alcune opere di Stephen King e videogiochi di genere come il recente The Vanishing of Ethan Carter. Basteranno a rendere il gioco un piccolo, grande capolavoro dell’orrore?

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MAMMA, MI PORTI AL LUNA PARK?

Diciamolo subito, a scanso di equivoci: per portare a termine The Park basteranno solo due ore. Si, avete capito bene: centoventi minuti per arrivare all’epilogo della storia, un viaggio nel terrore in un luogo da incubo che vede la protagonista, Lorraine, inseguire il figlio tra le attrazioni del lugubre Atlantic Island Park dopo l’orario di chiusura. Un orsetto dimenticato sarà il pretesto iniziale che ci vedrà costretti a rientrare nel parco inseguendo nostro figlio, mentre una lunga scala mobile fungerà da prologo a questa odissea terribile ed angosciante, seppur breve. Spesso e volentieri Lorraine potrà sentire la voce del bambino, e sebbene non sia in grado di localizzarlo questi ci indicherà spesso e volentieri la direzione da prendere. Ricordate il prologo di Silent Hill in cui inseguivamo nella nebbia l’ombra di nostra figlia, dopo l’incidente stradale di Harry Mason? Bene, immaginate un gameplay interamente basato sulla stessa formula ansiogena.

Similmente a quanto visto in un altro titolo recente (The Town of Light, del team italiano LKA.it), nel corso delle nostre peregrinazioni incapperemo spesso e volentieri in elementi narrativi ambientali come lettere, targhe o frammenti di giornale che andranno a ricostituire una storia fatta di incidenti misteriosi avvenuti all’interno del parco. Il gameplay di base si riduce quindi a un andirivieni tra le varie ed oscure locazioni, con la possibilità di chiamare Callum nella speranza che risponda alla nostra voce tremolante e terrorizzata. L’arsenale di Lorraine, quindi, semplicemente non esiste. Di per se questo non è in alcun modo un difetto, visto e considerato che in giochi del genere un arsenale di armi da fuoco (per di più, dato in mano ad una madre premurosa) non avrebbe avuto troppo senso. Peccato solo che The Park non riesca a spiccare neppure come esperienza esclusivamente psicologica, visto e considerato che l’aspetto che maggiormente tende a promuovere, ossia l’orrore, è banalmente sfruttato: l’avventura non ha infatti colpi di scena o sorprese particolari, ad eccezione di qualche “buh” piuttosto telefonato che ci farà schizzare dalla sedia in qualche occasione, messo li spesso e volentieri per destarci dalla noia che sopraggiungerà inevitabile dopo la prima mezz’ora.

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Certo, trattandosi di un parco divertimenti avremo talvolta l’occasione di salire su varie giostre a tema, dalle montagne russe alla consueta ruota panoramica, ma il tutto avrà un riscontro meramente scenografico e di contorno piuttosto che ludico, visto e considerato che manca proprio quell’enigmistica elementare tale da rendere il titolo un survival horror a tutti gli effetti. Ed anche sotto il profilo tecnico, i ragazzi di Funcom si sono limitati a svolgere il compito di riproporre i classici cliché visivi di un parco dell’orrore abbandonato (si va dai pupazzi giganti con lo sguardo indemoniato ai tipici ingressi alle varie attrazioni caratterizzati da bocche di clown sorridenti). Fortuna vuole che sia il doppiaggio che l’effettistica ambientale generale di The Park siano invece di altissimo livello, capaci da soli di rilanciare la tensione grazie a suoni, rumori distorti ed effetti all’interno dell’Atlantic Island Park davvero terrificanti.