Terraria – Recensione Wii U

Ci mancava solo Wii U ad accogliere Terraria, il fortunato sandbox in due dimensioni apparso, nel corso di un lustro, praticamente su qualsiasi dispositivo. Dal PC alle console casalinghe, PS4 inclusa, sino ai dispositivi portatili e mobile, il giudizio della critica è stato tendenzialmente positivo. Segno della bontà del progetto e, anche, di questo porting sulla macchina Nintendo capace, mirabilmente, di sfruttare in maniera degna e decisamente convincente il bistrattato controller.

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TOUCH ME!

D’altro canto, che la natura ludica di Terraria ben si plasmasse alle capacità del paddone era facilmente intuibile. Forse, alla luce del tempo trascorso dall’uscita originale su PC, meno facile da realizzare. Oppure, chissà, poco conveniente. Fatto sta che, arrivati praticamente alla fine del ciclo vitale della console, Terraria rappresenta, in un giugno avaro di uscite, una delle più belle sorprese per Wii U. Indiscutibili le qualità del titolo, in tutte le sue forme. Terraria è, in estrema sintesi, una sorta di Minecraft in due dimensioni. Una descrizione calzante, ma allo stesso tempo decisamente limitante. Il titolo Re-Logic ha un’anima ben precisa e originale, che vede il giocatore calarsi nei panni di un intrepido esploratore armato di piccone e spada, strumenti da battaglia e da lavoro utilizzati per farsi strada all’interno di mondi generati in maniera procedurale. Mondi ricchi di cose da fare, da vedere, da raccogliere che stimolano, appunto, l’esplorazione e rivelano, scavando scavando, un’estensione probabilmente inarrivabile. La caratteristica principale di Terraria è, a conti fatti, l’incredibile varietà dell’azione, meglio: delle azioni in dote al videogiocatore, chiamato a scovare dungeon e boss, ma anche a costruire il proprio rifugio e, poi, svilupparlo.

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Terraria rappresenta, in un giugno avaro di uscite, una delle più belle sorprese per Wii U

Vita da minatori, insomma. E anche da costruttori. Vita per davvero, perché le ore passate nel mondo di Terraria, in 5 anni e tante incarnazioni, si sono sommate, moltiplicate, sviluppate fino  a creare una comunità vivace e, non è poi così scontato, un ottimo supporto garantito dallo sviluppatore. E allora, più che fuori tempo massimo, la versione Wii U arriva “giusto in tempo”, portandosi dietro una serie di caratteristiche che esaltano il gameplay del titolo. Uno su tutti: il sistema di controllo. In maniera analoga a quanto visto su mobile e 3DS, Terraria sfrutta, sull’ammiraglia Nintendo, i comandi touch propri dello schermo del controller. Lo fa in maniera adeguata, e comunque non esclusiva al netto della possibilità di utilizzo dei tasti dorsali, a patto di superare l’iniziale scoglio dovuto all’utilizzo del doppio schermo. Eppure, spostare gli occhi tra il piccolo monitor e il pannello del proprio lcd risulta, dopo pochi minuti di gioco, un’esperienza appagante, quasi naturale, rivelando un’insospettabile comodità. Non che non si possibile giocare esclusivamente tramite il controller, magari rinunciando, sull’altare dell’armonia famigliare, a godere delle peculiarità dell’alta definizione. Sarebbe, però, un vero peccato. La grafica di Terraria, anche su Wii U, sfoggia una direzione artistica piacevole, colorata, brillante confermandosi, ieri come oggi, una delle più belle espressioni di moderna pixel art. Lo stile retro, chiaramente ispirato all’era 16 bit, rende la scena sempre leggibile, a tutto vantaggio di un gameplay che, anche in questa versione, gode delle migliorie già apprezzate su PC in anni di costante e continuo supporto. Alla fine, mentre si scava alla ricerca di quel materiale e poi, maledizione, ci si ritrova davanti a quel terribile boss infernale già conosciuto su altri lidi e in un’altra vita, si capisce che sì, Terraria resta un bel gioco e che forse, in questa sua edizione, è ancora più bello. Essì, ci mancava giusto Wii U ad accogliere Terraria.